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Rosa è il padre, nera la madre...



Per caso ho potuto rivedere un pezzo di un cartone animato di quando ero bambino. In effetti era adatto ai bambini più piccoli di me, ma ogni tanto, dopo aver studiato, me lo andavo a vedere. A dire la verità mi annoiava non poco, ma ricordare i tempi della fanciullezza fa sempre piacere. Era la storia dei Barbapapà. Questa nacque in Francia agli inizi degli anni settanta, prima uscì a fumetti e poi a cartoni, e si diffuse in Italia e poi in altri Paesi. E’ stata considerata una delle prime opere portatrici di un messaggio ecologista. Rivedendolo da adulto quel cartone animato, mi sono accorto di alcuni altri aspetti. Barbapapà ha una famiglia. Lui, il padre, è colorato tutto di rosa. La madre invece, è tutta nera. (Allora rosa era il colore delle femmine e nero quello dei maschi, i grembiulini erano neri e rosa). Tra i figli c’è quello di colore rosso, Barbaforte che è lo sportivo della famiglia: combattivo e ribelle contro i soprusi. Tutti poi si possono trasformare nelle forme che vogliono e desiderano, quando e come vogliono e desiderano. Erano gli anni settanta. Basta riuscire a fare un forellino in un muro e da lì possono entrare piccoli e impercettibili messaggi, poi, ampliare via via il forellino non ci vuole tanta fatica, e così possono entrare messaggi più grandi. Il punto per noi, povero popolo sempre più indifeso e ormai abbandonato persino da una parte dei Pastori che amano più l’ecologismo, buonismo, modaismo e politicamentecorretismo, il punto per noi, è che dobbiamo stare attenti e cercare di costruire la nostra casa (o la nostra vita se preferite), sulla roccia e non sulla sabbia.  

Il Pio

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