Etichette

Frasi che fanno pensare.

Oggi in chiesa non si sente parlare di "Creato", ma solo di "terra" se non addirittura "madre terra" (siamo suoi figli o figli di Dio?) che dobbiamo mantenere pulita perché è la casa di tutti. Non si sente parlare di  "Provvidenza",  ma di "Scienza", unica che può risolvere tutti i problemi, presenti e futuri. Non si parla della "Rassegnazione cristiana", ma di "un brutto momento" o di "una sfortuna che passerà".  Oppure "la terra ti sia lieve" alla sepoltura di un defunto, senza pregare per la sua anima. E così la gente non sa più distinguere tra Fede in Gesù e un normale attaccamento alle cose della terra, scambiando l'una per l'altra. In questo scenario già cupo, ci si mette il fatto che da anni abbiamo una serie di Governi che non si sa dove ci stanno portando che non hanno la minima stima del popolo e grazie a loro i Potenti della terra sono sempre più Potenti e ricchi e purtroppo le loro oscure idee sono sempre più chiare. La situazione è gravissima. Siamo abbandonati da tutti anche da quelli che ci dovrebbero stare accanto facendoci notare le trappole, le insidie,  i crepacci nascosti dalla neve,  le facce dei nemici di Dio... Abbiamo infatti più traditori che uomini. Noi povero popolo possiamo sperare di non cadere in quel maledetto crepaccio solo se restiamo attaccati al catechismo, alla dottrina, al Magistero della Chiesa, alla Tradizioni... guarda caso, proprio ciò di cui oggi non si parla più. 

Il Pio 

Nigeria



"Nei primi duecento giorni dell’anno in corso in Nigeria sono stati uccisi 3.642 cristiani, poco meno di quanti ne sono stati uccisi nel corso dell’intero 2020". Questo tipo di notizie non è facile trovarle sui mezzi di informazione allineati e infatti l'ho trovata sul sito de il Sussidiario.net del 30 luglio 2021. "Trecento le chiese distrutte, 10 i sacerdoti uccisi, centinaia le ragazze rapite da istituti scolastici costrette a convertirsi all’islam e diventate schiave sessuali. Sono i terrificanti e sconcertanti dati diffusi da due Ong che operano nel paese africano". Il Sussidiario continua "La questione cristiana nasce dalla scellerata decisione, in seguito alla guerra del Biafra, “di trasferire nel nord islamico famiglie e gruppi cristiani a cui sono stati concessi territori come riparazione alle perdite subite, cosa che ha suscitato la rabbia e la paura dei musulmani di vedersi portare via i loro territori da quelli che per loro sono miscredenti". Certo, in questi Paesi ci sono migliaia di situazioni da tener presente, storie di diverse tribù, equilibri fragili, inimmaginabili per noi occidentali. Vero è anche però che da quanto si legge, questa si potrebbe definire una vera pulizia etnica. E una situazione del genere non esiste solo in Nigeria, ma in tanti altri Stati o Regioni africane o asiatiche. Il fatto è che quando i fondamentalisti islamici sono la maggioranza o un numero considerevole, cominciano i guai seri per i cristiani, anche perché si trascinano dietro molti dei così detti moderati che fino a allora non si sapeva da che parte stavano, cioè quelli che sono definiti i buoni. I nostri ultimi Governi, divisi su tutto in politica, in economia, sulla scuola, sulla salute,... si sono inspiegabilmente trovati però tutti d'accordo nel fare entrare in Italia un fiume gigantesco di africani molti dei quali di religione islamica, senza sapere chi sono, cosa fanno, cosa faranno e dove andranno. E questo continua ancora, anche in piena pandemia. È bastato in molti casi, trasformare il "clandestino" in "migrante" e tutto è divenuto regolare. Le parole in politica sono determinanti, con esse può cambiare tutto, senza cambiare niente. Va benissimo l'aiuto umano. Rischiare però per questo una pulizia etnica tra qualche anno anche in Italia mi sembra eccessivo e andrebbe rivista tutta la politica dell'accoglienza. E si vedono in giro giovani che hanno magliette con su scritto 2050, cioè l'anno in cui saranno in molti Stati europei la maggioranza.

Il Pio

Le ho sentite io!







Non dico ogni giorno, ma assai spesso si sentono frasi così grandi e così spaventose che—prendendo in prestito un modo di dire di Giovannino Guareschi—"fanno venire i ricci a un calvo”. Io sono calvo, ma non mi sono venuti i ricci (magari!), piuttosto—prendendo sempre in prestito un altro modo di dire del padre di Peppone e don Camillo—mi rimane per giorni e giorni, un grosso “gatto vivo nello stomaco”. Mi riferisco alle frasi che tantissimi sacerdoti (ma anche alti prelati) pronunciano serenamente e senza il minimo scrupolo o pentimento, durante la messa, oppure per iscritto o in TV, in Radio… dimentichi però di aver preso liberamente sì, ma solennemente innanzi a Dio, l'impegno e il ministero di portare a Lui il Suo  popolo e di difenderlo dalle avversità fisiche e morali, anche a costo della vita e dunque non gli possono parlare solo dei loro soggetivissimi pensieri. 
Faccio qualche esempio per meglio intenderci. “Io al Credo non ci credo” frase pronunciata durante la messa, con l'omissione della recita del Simbolo degli Apostoli e così non lo ha detto lui, nè i fedeli andati a quella messa; un altro ha detto: “oggi il Credo non lo diciamo, ognuno viene qui e mette la mano sul libro della Parola”; un vescovo davanti a dei seminaristi: “questa è la nuova enciclica del papa, sapete cosa ci faccio?” e la butta nel cestino e va avanti con la lezione; ed altri ancora: “i Magi non sono mai esistiti, sono solo una figura letteraria”; “Gesù non può essere risorto dopo la morte, le cellule necrotiche non si potevano riformare”; “Gesù non poteva camminare sulle acque, questo è contro le leggi della fisica”; “il Vangelo è pieno di contraddizioni”; “seguite tutti quello che fa Greta Thumberg”; ma anche “vi dovete convertire all’ecologia”; e poi “la Madonna dopo il parto non è più rimasta vergine” (ci sarebbe però un dogma che dice il contrario); “Io credo nella Scienza” (e io che speravo  dicesse che credeva nella Provvidenza)... Almeno la metà di queste frasi le ho sentite con le mie orecchie, altre mi sono state dette da gente affidabile che le ha sentite personalmente, una minima parte le ho lette su siti degni di fiducia, ma il 100% di esse mi pare che siano in contrasto col catechismo, la dottrina, i dogmi papali, la liturgia, l’ubbidienza: tutto ciò che è importante nella Chiesa Militante per sperare di arrivare a stare nella ChiesaTrionfante. E guarda caso: tutto questo avviene proprio in un periodo in cui da una parte c’è la massima scristianizzazione nel popolo (o comunque in un momento di altissima scristianizzazione) dall’altra si vede amaramente un calo spaventoso delle vocazioni sacerdotali e dall'altro ancora la Chiesa subisce l'attacco sempre più potente dei Supo nemici. Allora, messi così,  a chi giovano quelle frasi? Se tutto questo fosse avvenuto solo cento anni fa, quando il popolo sapeva bene i principi fondamentali del catechismo,  basilari, ma fondamentali, sapeva bene cosa significasse essere cattolici almeno nelle linee principali, ma lo sapeva, avrebbe detto al prete fiacco, alzandosi in piedi e scuotendo la testa: “no, no! Non è così. Vattene via empio e falso”. Forse qualcuno avrebbe anche rimediato delle botte. Il vescovo avrebbe inviato quel prete in esilio, come fece quello di don Camillo, in un paesino piccolino, sperduto sulla cima di una montagna a meditare sulle sue sciocchezze. Ora non si fa e si digerisce tutto e tutto resta dentro e se uno non ha i filtri della fede, i distinguo, fa sintesi di tutto (conforme e non conforme). Tutto questo non ve l’ho raccontato per folclore, per  ridere, per saccenteria, per puntare il dito (non sia mai!). Lo dico perché ogni giorno di più, sto cominciando davvero a pensare che quel famoso “fumo di Satana” è davvero penetrato fin dentro le parti più interne della Chiesa. Fu Paolo VI che pronunciò il 29 giugno 1972 quella famosa omelia in cui disse tra l'altro che aveva la sensazione che: «da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio». Io dico che ci dobbiamo muovere per eliminare quel maledetto fumo e il puzzo tremendo di morto che ha ammorbato tutte le stanze (anche se molti, ormai abituati, lo scambia per profumo). Non so ancora come. Preghiera e testimonianza però le possiamo mettere in atto, che non sbagliamo di sicuro.

Il Pio



Muoio in prima linea a fianco di Gesù.


E’ una storia quasi del tutto sconosciuta. Per noi italiani, a cui hanno insegnato  fin da bambini che esistono nella storia solo alcune vicende e nessun'altra, i martiri—di conseguenza—sono solo quelli definiti tali dall’Intelligencija. Altro non c'è, evidentemente. Esistono tuttavia tantissimi martiri nel mondo, che vanno  ben oltre quello sparuto numero che sappiamo grazie a quelli lassù; peraltro sono numerosissimi quelli degli ultimi due secoli, tali spessissimo solo perché non volevano seguire il Potere o rinnegare la fede. Ma i martiri non sono solo una o due persone che muoiono in odium fidei, talvolta è un intero popolo che lotta per la fede (martiri spagnoli, martiri ugandesi, martiri messicani,...). Nel 1917 venne promulgata in Messico una nuova Costituzione, ispirata a principi assolutamente anticlericali, firmata dal presidente Don Venusiano Carranza. Da essa ebbe origine una fase di violenta persecuzione religiosa verso il popolo che non accettava nè voleva accettare di dimenticare quanto aveva di più caro nella vita, la fede. L’episcopato messicano espresse la sua contrarietà alla nuova legge fondamentale della nazione, provocando però in tal modo una forte reazione da parte governativa. Dal 1926 in avanti, sotto la presidenza di Don Plutarco Elìas Calles, la persecuzione si fece ancor più violenta con l’espulsione dei sacerdoti stranieri, la chiusura delle scuole private e di alcune opere benefiche. I laici messicani costituirono un’organizzazione denominata Lega in Difesa della Libertà Religiosa, che proclamò: “Deploriamo la guerra, ma la nostra dignità oltraggiata e la nostra fede perseguitata ci obbliga a correre per difenderci sullo stesso campo su cui si sviluppa l’attacco”. Poco contò questa posizione per il Governo. Il Governo ateo continuò imperterrito nella sua volontà di distruggere i fedeli e la chiesa e tutto quello che essa rappresentava in Messico. E così moltissimi sacerdoti furono fucilati e impiccati solo perché erano rimasti tali. Il popolo allora non poté resistere più a quelle vessazioni, a quelle angherie e a quelle privazioni religiose, né a quelle tremende violenze poliziesche che le rigide leggi anticattoliche comportavano, e decise di difendere la propria fede e la propria libertà religiosa, per mezzo delle armi. Cominciarono a scoppiare sparse qua e là, diverse rivolte che poi si ingigantirono. Così ebbe inizio la guerra civile, meglio conosciuta come il “movimiento cristero”. La Chiesa di Roma non era d’accordo per la rivolta armata e quella messicana non si pronunciò apertamente. Molti sacerdoti preferirono  stare col popolo e prodigarsi nella cura delle anime del gregge loro affidato, seguendo i cristeros laddove si erano nascosti, pur essendo ben consci di rischiare la vita. Altri presero parte persino ai combattimenti. Ci fu un sacerdote, poi dichiarato beato dalla Chiesa, padre Augustin Pro (nella foto sopra). Lui con travestimenti e furbizie eccezionali, passando spesso sotto il naso dei militari armati in cerca di lui, sovente facendosi fotografare vicino a loro con il sorriso in faccia, travisato ad esempio da operaio, riusciva a portare i sacramenti ai Cristeros. Fu catturato e fucilato, morì col rosario stretto in mano al grido “Viva Cristo Rey!” e con le braccia aperte come fosse crocifisso, a testimonianza di tutti. Combatterono per la salvezza della Fede, della Chiesa e del Messico anche moltissime donne le quali in molti casi, portavano nascoste sotto i vestiti armi, munizioni e cibarie destinate ai combattenti cristiani che stavano alla macchia, con il rischio che potete immaginare qualora l'avessero scoperte. Combatterono anche i ragazzini come il beato Josè Sanchez del Rio che fu catturato durante un combattimento portato in carcere. Qui gli furono spellati i piedi e portato a piedi nudi al patibolo, e siccome si ostinava a non abiurare la fede e continuava a dire “Viva Cristo Rey!”, fu ammazzato: aveva solo 15 anni. Prima di morire scrisse alla mamma una lettera commovente, ma che fa comprendere bene il coraggio di un cristiano anche se così giovane: «Mia cara mamma sono stato fatto prigioniero in combattimento oggi. Credo di stare per morire, ma non importa, mamma. Rassegnati alla volontà di Dio. Io muoio molto contento, perché muoio in prima linea, a fianco di Nostro Signore. Non affliggerti per la mia morte, questo mi dispiace: piuttosto, di’ agli altri miei fratelli che seguano l’esempio del più piccolo e tu fa’ la volontà di Dio. Abbi coraggio e mandami la tua benedizione insieme a quella di mio padre. Salutami tutti per l’ultima volta e tu ricevi per ultimo il cuore di tuo figlio che ti vuole tanto bene e che desiderava vederti prima di morire. José Sánchez del Río». Questo dei Cristeros fu un movimento soprattutto di popolo che cercò sempre l’appoggio di sacerdoti per le messe e i sacramenti senza i quali non volevano andare avanti; e poi dicevano il rosario, pregavano tutti insieme. D’altra parte quella dello Stato canaglia fu una vera e propria guerra e questa dei Cristeros fu una vera e propria legittima difesa; quelli volevano distruggere la Chiesa e la chiesa si è armata non potendo fare diversamente, dopo averle provate tutte per le vie buone, senza successo. Non a caso 25 martiri che furono canonizzati il 21 maggio 2000 da Papa Giovanni Paolo II. Altri 14 vittime della medesima persecuzione sono state beatificate tra il 1988 ed il 2005. Infine per altri 7 Servi di Dio è ancora in corso il processo per il riconoscimento del loro martirio. Pensate che l'immagine del messicano pigro, indolente che dorme sotto il sombrero, pare che sia nata dopo questa vicenda, eppure non mi sono sembrati pigri. Quella dei Cristeros è una storia straordinaria, che io qui ho sintetizzato malamente e soprattutto, indegnamente. Andatevela però a leggere, non vi farà male. Forse avere oggi qualcuno che abbia il sangue e la fede che avevano i Cristeros (e ovviamente, non dico di andare in giro a ammazzare i soldati) ci farà solo bene.

Il Pio




Loro hanno dimenticato Dio.



«Più di mezzo secolo fa, quando ancora ero un bambino, ricordo che un certo numero di anziani offriva questa spiegazione per i disastri che avevano devastato la Russia: "Gli uomini hanno dimenticato Dio, perciò tutto questo è accaduto". Da quel giorno, ho passato 50 anni a lavorare sulla storia della nostra rivoluzione (la rivoluzione russa); ho letto centinaia di libri, raccolto centinaia di testimonianze personali. Ma se mi fosse domandato di formulare in maniera più concisa possibile la principale causa della rovinosa rivoluzione che ha inghiottito quasi 60 milioni di russi, non potrei metterla in maniera più accurata che ripetendo: "Gli uomini hanno dimenticato Dio, perciò tutto questo è accaduto».

(Alexandr Isajevič Solženicyn)

La frase che avete letto è stata scritta Alexandr Isajevič Solženicyn. Due righe per ricordare chi era. Nacque a Mosca l’11 dicembre 1918 morì sempre a Mosca il 3 agosto 2008. E’ stato uno scrittore, drammaturgo e storico russo. Inizialmente marxista critico dello stalinismo, poi divenuto conservatore e anticomunista, attraverso i suoi scritti ha fatto conoscere al mondo i Gulag, i campi di lavoro forzato per i dissidenti del sistema sovietico dove fu rinchiuso per molti anni. Gli è stato assegnato il Premio Nobel per la letteratura nel 1970 e quattro anni dopo è stato esiliato dall'Unione Sovietica. Ritornò in Russia nel 1994, dopo la caduta del sistema sovietico. Nello stesso anno fu eletto membro dell'Accademia serba delle arti e delle scienze nel Dipartimento lingua e letteratura.


Vi suggerisco la lettura di un’altra sua frase

«Si può rimpiangere un regime che scriveva dio con la minuscola e KGB maiuscolo?»

N.B. il KGB, per i più giovani, era il nome della principale agenzia di sicurezza, servizio segreto e polizia segreta dell'Unione Sovietica, attiva dal 13 marzo 1954 al 6 novembre 1991.

(Fonte: https://le-citazioni.it/frasi/161217-alexandr-isajevic-solzenicyn-piu-di-mezzo-secolo-fa-quando-ancora-ero-un-bambi/)

Casa per casa.



Nelle dittature lo Stato entra dentro casa di tutti quelli che si oppongono o che la pensano diversamente dal dittatore e li portano via:  normalmente questi non fanno una bella fine e raramente verranno rivisti dalla loro famiglia. In democrazia invece lo Stato per entrare nelle case deve avere un mandato del tribunale, ci deve essere un valido motivo accettato dalla legge, tutto deve essere fatto nel rispetto dei diritti soggettivi dei cittadini e con ogni tutela legale. La differenza mi sembra evidente. L
a storia del mondo di dittature ne ha viste tante, anche noi italiani ci siamo passati nel secolo scorso e non è stata una passeggiata per molti. Una delle dittature più tremende è stata quella in Romania (1947 - 1989). Il dittatore si chiamava Nicolae Ceaușescu. Appena la polizia veniva a sapere per esempio, di una famiglia cristiana (dunque sostanzialmente nemica del comunismo), partiva la macchina nera, prelevava il capo famiglia che normalmente spariva. In Romania il terrore serpeggiava  solo al vedere da lontano la terribile macchina  nera. La gente aveva paura anche di parlare sottovoce a un amico o a un genitore, perché tutti sapevano che i muri, lì, avevano le orecchie. Uno dei metodi per scovare i nemici della rivoluzione era andare in una classe dei bambini delle elementari e dire a tutti: "bambini, oggi facciamo un gioco nuovo, chi sa fare questo movimento vince". Il burocrate sorridendo, faceva un ampio segno della croce. Se qualche bambino lo sapeva fare bene, la notte stessa arrivava a casa sua la macchina nera che prelevava il padre. Mi sono venute in mente queste dramatiche vicende e questi oscuri pensieri, quando qualche giorno ho letto sui titoli di alcuni organi di informazione questa affermazione del generale Figliuolo: Vaccino covid in Italia, ''siamo pronti a immunizzare casa per casa, fino a Natale abbiamo la disponibilità di 500mila dosi al giorno". È quel "casa per casa" che mi ha un po' spiazzato. Come lo dobbiamo interpretare? Come lo intenderà  applicare? Ma è probabile che come al solito io non abbia capito nulla. 
Il Pio 

2022 - 1977 = 45 anni!


Imporre un linguaggio unico al popolo, significa—sostanzialmente—imporre dall’alto un’ideologia unica per tutti (bianchi, neri, gialli, rossi…). Ci dicono che è una questione di rispetto delle minoranze, e questo è quello che crediamo fermamente, ma di fatto è, appunto, imporre dall’alto un’ideologia unica per tutti, e ultimamente un pensiero unico (anche se il pensiero per sua natura è sempre segreto e personale, non può essere unico, il mondo è stato bello infatti fino a adesso perché ci sono state tantissime variazioni sul tema e quando tutti pensano e soprattutto agiscono nello stesso modo, bisogna fare attenzione perchè arriveranno prima o poi i dolori). Evidentemente: chi canta fuori dal coro sia anatema, esiliato, ostracizzato. Solo pochi anni fa non era così. Tutto era più colorato, nel bene o nel male e l'Italiano si scandalizzava raramente e solo per questioni gravi. Il compianto e ottimo Lucio Dalla nel 1977, in una canzone dal titolo assai originale, diceva “ma l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”. Tanto per capirci, oggi, non avrebbe mai potuto scrivere quella frase, se voleva continuare ancora a fare il cantante, pubblicare dischi, fare concerti, andare in TV e passare in Radio. Quella frase avrebbe di fatto sollevato l’indignazione di tutti i nostri contemporanei, avrebbe creato un polverone eccezionale. Il cantautore bolognese sarebbe stato insultato per settimane da tutti: “chi stabilisce cos’è la normalità?” e “chi sei tu per dire chi è normale e chi no?” e “quelli che non sono normali devono dunque essere disprezzati?” e “io non sono normale, non posso sentire la tua canzone?” e "bella la vostra normalità" e “tutti vanno rispettati” fino a arrivare al prezzemolo che come noto, oggi si mette dappertutto, in ogni occasione “la Costituzione cita…, la Costituzione garantisce..., la Costituzione tutela...”; e poi, una volta calato il polverone, il cantante avrebbe dovuto chiedere mille scuse a tutte le categorie sociali per giorni e giorni; il suo terribile J’accuse sarebbe passato al microscopio molecolare in molti salotti televisivi per mesi e sottoposto ogni volta ai giudizi di tutti i saggi e politici della terra. Nel 1977 invece nessuno badò a questa particolare frase o la considerò pericolosa per la collettività o per gli ideali allora in voga (il testo della canzone, tra l’altro, non era una vera e propria poesia d’amore da Dolce Stil Nuovo). Era appunto normale. Io nel 1977 c’ero e stavo pure in una radio piccolina, da cui di sovente mandavo questa canzone, spesso richiesta anche dagli ascoltatori. E quelli, come sapete, erano i famosi anni della contestazione sessantottina. Sono passati quasi 45 anni da quella canzone e il mondo ha preso un’altra direzione, c'è un’altra mentalità, piuttosto grigia però che per tutti va in un sol senso e su una strada che nessuno sa dove finisce, (tranne quelli che ci stanno obbligando a seguirla per forza). Forse è il caso di stare molto attenti in generale e di fare i cristiani al 100% in via particolare.


Il Pio

Tutto d’un pezzo


Esistono diverse tipologie di cristiani cattolici. Ciò è anche a dire che non siamo più un popolo unito come una volta, ma tanti piccoli gruppetti spesso pure in forte contrasto tra loro. E questo è un brutto segno: perché se è il demonio che in genere divide, noi ci siamo fatti dividere senza reagire o sospettare  nulla. E Gesù ci aveva avvertito molte volte. 

Proviamo a delineare alcuni profili.

CATTOCOMUNISTA. E’ molto diffuso oggi, forse la maggioranza dei cristiani appartiene a questa tipologia. E’ anche detto cattolico progressista, termine oggi forse più attuale ma anche cattolico adulto; è infatti quello che del Catechismo e della Dottrina cattolica dice con naturalezza “questo va ancora bene” e “questo non va più bene”, perché un adulto sa distinguere da solo il bene e il male (proprio come volevano fare Adamo ed Eva, ma le conseguenze le stiamo pagando ancora oggi). Spesso è a capo di movimenti ecclesiastici o il personaggio di spicco in una Parrocchia. Nelle assemblee è quello che vuole avere sempre ragione e vede come il fumo negli occhi i cristiani tradizionalisti (vedi infra) e fa di tutto per allontanarli e fargli terra bruciata intorno. Tratta costoro peggio che i nemici peggiori della Chiesa con cui magari fraternizza. Vuole conciliare idee estreme e antitetiche come il modernismo, il comunismo con il cattolicesimo facendo una poltiglia immangiabile. Qualche volta lo si vede nelle foto dei social con braccio sinistro in alto col pugno chiuso. Ma resta a educare i giovani cristiani. 

CATTOLICO INESISTENTE. Nessuno sa che questo cattolico va a messa tutte le domeniche e ha buonissimi rapporti col parroco, perché in tutte le discussioni fuori dalla Parrocchia lui si allinea sempre a quello che dicono tutti (al senso comune, cioè) e non prova mai a intervenire da cristiano, soprattutto sui temi importanti e non dà mai una testimonianza cristiana, pur vaga e balbuziente, ma sempre una testimonianza perfettamente coerente col mondo di oggi. Ovviamente questi cattolici sono stimati da tutti perché nel loro non esporsi troppo, conciliano sapientemente un'ottima morale (anche se disincantata) con le idee moderne. Anche questi cattolici sono molti, ma non vedendosi, non è possibile sapere quanti ne sono davvero. 

CATTOLICO DA PARROCCHIA. E’ simile a quello precedente, ma in più lui vive solo in parrocchia e/o nell’associazione ove è iscritto. Qui fa del bene, e pensa e parla sulla base di quello che dice il parroco o la sua associazione, ma solo il sabato e la domenica. Il lunedì scompare a tutti e diviene un privato cittadino confondendosi nella folla ben allineata. Anche questo ha la stima simile a quello del punto precedente. 

CATTOLICO A ORARIO. E’ il cattolico che dice “faccio tutto, ma quando sto a casa con la mia famiglia, in ferie, al lavoro, non voglio pensare a niente e a nessuno”. Come dire anche: “se devo o voglio fare i cavoli miei, li devo poter fare senza scocciature religiose”. Lasciamolo stare allora, sennò si arrabbia.

CRISTIANO SCRUPOLOSO. Osserva al dettaglio, puntigliosamente, le regole; e se omette un’Ave Maria durante il rosario, si intristisce e quasi sente forte la necessità di confessarselo. Il suo cuore però non si sa bene dove sia: se nella regola in quanto tale o nel senso profondo ed ultimo della regola e a Chi essa indirizza. Lo scrupolo non è quasi mai da seguire,  le regole della Chiesa vanno tutte  rispettate, ma Gesù diceva che non è l'uomo per la legge, ma la legge per l'uomo. 

CRISTIANO CONTRO LA CHIESA. E’ quello che dice “premesso che sono cristiano…” e conclude sempre con un “però è sbagliato che sacerdoti possano essere solo i maschi, chi divorzia deve poter fare la comunione e risposarsi liberamente, i rapporti prematrimoniali non c’è necessità di considerarli peccato…”. Come dire: io sono cristiano, siete voi che siete la Chiesa tradizionale e che dovete cambiare.

CRISTIANO TRADIZIONALISTA. E’ quello fermamente attaccato alla Dottrina, al Catechismo e alla Tradizione della Chiesa cattolica. Per lui queste sono il Depositum fidei che è stato trasmesso direttamente dagli Apostoli e che deve essere tramandato così com’è, fino alla Parusia. E’ interessato alla vita dei santi (per poter divenire come loro) e ai popoli che si sono sollevati a difesa del cristianesimo attaccato dai Potenti per distruggere la Chiesa (Vandeani, Cristeros, Briganti, Lazzari…). Questo cristiano lo si trova poco in giro, spesso infatti è allontanato, esiliato, calunniato, talvolta anche malvisto dai parroci e dai gruppi perché "troppo". In ogni occasione opportuna e inopportuna cerca di testimoniare Gesù e solo Gesù,  e lo fa bene perché non è come chi vuole apparire intelligente e colto.Da quello che so, questo è un cristiano tutto d'un pezzo. 

Vedete se trovate il tipo di cattolico a cui appartenete e a quale vorreste invece appartenere. 

Il Pio

Pas trop de zèle.


L’eccesso è pur sempre un eccesso: qualcosa che va oltre il limite ordinario delle cose. Perché c’è un limite in tutte le cose e, scavalcarlo, può creare problemi. Pensiamo all’eccesso di zelo, all’eccesso di giustizia, all’eccesso di rigore,… I francesi dicono giustamente «surtout, pas trop de zèle» («soprattutto, mai troppo zelo»). E poi giustizia e rigore lanciati all'estremo hanno fatto sempre grandi danni. non a caso i giuristi romani dicevano "summus ius, summa iniuria" e cioè il diritto, portato alle estreme conseguenze, senza i necessari adattamenti al caso concreto, può portare a commettere sostanziali ingiustizie (l'eterogenesi dei fini). La pace poi è indubbiamente un grande ideale, ma quando cade nell'eccesso è pericolosa, e così di fronte a un nemico alle porte, rabbioso e terribile, armato fino ai denti, il pacifista eccessivo dice a tutti i propri concittadini di buttare le armi perché siamo tutti buoni e vogliamo la pace. Il rispetto per le donne è più che giusto, ma senza arrivare ai rigorismi letterari  eccessivamente arditi (forse brutti e un po' ridicoli) come "notaia", "sindaca", "gestrice" o "ministra"... sicuramente inutili per raggiungere la giusta parità. L'eccesso è cieco. Con l’eccesso si rischia di guardare oltremodo il dettaglio e perdere di vista il centro di tutto. Si rischia l’eterogenesi dei fini, e cioè partire per una bella faccenda e arrivare invece a tutt’altra destinazione. Oggi è un gran parlare di ecologia e difesa del pianeta. Giustissimi e grandissimi ideali, ma innanzitutto l'ideale se non agganciato all’Ideale, rischia di prendere una rotta casuale. Le più alte cariche del mondo hanno organizzato anche congressi mondiali per questo argomento e hanno parlato tra loro (anche se sono arrivati là con mezzi inquinantissimi). Ma anche l’ecologia può divenire un eccesso, cioè un ecologismo estremo, cattivo se mi permettete. Si parte da un’ottima base di partenza: la salvaguardia del Creato, la nostra amata casa comune, ma si rischia di arrivare alla fine della strada al tremendo “muoia l’uomo e viva la natura” che è un male peggiore di quello. E, ultimamente, alle terribili teorie malthusiane. Thomas Robert Malthus (1766-1834) pensava: il Pianeta non riesce a sostenere tutti gli abitanti della terra, dobbiamo fare di tutto per contrarre le nascite e facilitare la riduzione della popolazione. E dette teorie vecchie di oltre due secoli, oggi albergano, ben radicate purtroppo, anche nei cervelli di tanti Potenti (ovviamente non sono loro che pensano di ridursi, loro devono restare tutti pur avendo un impatto ambientale ben oltre la media, ma a noi vogliono ridurre quelli, noi povero popolo abbandonato da tutti). E guarda caso molti sono sempre più convinti che il Covid-19 sia un virus creato appositamente in laboratorio proprio per questi fini (e non sfuggito per errore).  Se però pensassimo tutti come cristiani...La Bibbia dice che il mondo è stato creato da Dio per l’uomo ed è dell’uomo, e conseguentemente, in quanto Creato da Dio, cioè Suo dono gratuito, l’uomo lo deve amare, conservare, migliorare e rispettare al massimo grado e senza limiti. Oggi siamo arrivati al mondo post cristiano per cui la Terra è lei stessa una dea (Gaia) e l’ecologia la nuova Bibbia  e Greta la nuova sacerdotessa. Di tutta questa gente io non mi fido per niente,  hanno gli occhi cattivi. Forse è il caso di rivedere meglio le cose prima di fare un capitombolo eccessivo. 

Il Pio

Prima le convinzioni, poi i fatti.



Vi riporto uno stralcio di un articolo di Tempi del 10 dicembre scorso. "...Ma nonostante il quinquennio del socialista François Hollande, con i corsi di morale laica e la carta della laicità da imparare a memoria, e le attuali battaglie per la laïcité condotte con vigore dal ministro dell’Istruzione Jean-Michel Blanquer, i liceali francesi di confessione musulmana continuano ad avere più di qualche problema con il principio cardine della République. È quanto emerso da un'inchiesta dell'Istituto Ifop commissionata dall'Associazione Licra (Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo) per il suo magazine Droit de vivre, secondo cui il 65 per cento dei liceali musulmani considera le leggi di Allah superiori a quelle della République, e ritiene che l’islam sia «l’unica vera religione»". E immaginate tutti come si potrebbe comportare un gruppo numeroso con queste idee, soprattutto se riconosce nella violenza un buon ideale. In Italia la maggior parte di quelli che entrano clandestini e che poi qui diventano subito migranti, sono musulmani. Il loro ingresso da noi da anni è come un fiume in piena.  In Nigeria i cristiani sono la minoranza e sono massacrati, cacciati dalle proprie case e le loro chiese bruciate. Così anche in altre nazioni (ma ce lo dicono gli organi di informazione allineati?). Non dobbiamo fare nulla, tranquilli, ma quando succederà, sappiamo che dovremmo scappare perché loro ci ritengono cristiani, anche se non lo siamo più. Allora tanto vale tornare a essere tutti cristiani, non ingannaremo i nostri fratelli di un'altra religione, moriremo per un buon motivo e potremmo anche sperare di andare subito in Paradiso. 

Il Pio 


Da niger...

 




Nel 1963 Edoardo Vianello cantava "i Watussi" nel cui testo più volte diceva "gli altissimi negri". La canzone fece un successo immenso, tant’è che si sente piacevolmente ancora oggi dopo 60 anni. Nel 1968 è la volta di Fausto Leali che cantava “Angeli negri”. Anche questa canzone divenne famosissima e, se ricordo bene, noti attori ci fecero sopra un simpaticissimo e spassosissimo sketch comico. Arriviamo nel 1975 e Marcella Bella canta “Negro” e dice di un ballo negro. Anche questa fu un grande successo. A voler tacere del Negro Spiritual. Queste canzoni me le ricordo bene e posso garantire che sono esistite  davvero avendole io sentire più di una volta
. Nessuno però per anni, aveva mai fatto obiezioni sull’argomento, né bianchi, né neri, né rossi, né gialli... come dire, cosa normale per tutti (e siamo passati anche in mezzo al '68 in cui si buttava e contestava tutto e tutto era fonte di rimproveri da parte dei giovani, ma nessuno ha mai pensato soltanto di contestare quelle canzoni). Prima ancora non si scherzava,  nel 1959 esce un film di Marcel Camus intitolato "Orfeo negro" e nessuno, nemmeno allora, si è scandalizzato. Oggi invece se pronunci in pubblico quella parola anche bonariamente, nel massimo della buona fede e senza l'intenzione di voler offendere nessuno, anzi solo se la pensi quella parola sei nei guai, subisci un linciaggio mediatico incredibile e non solo mediatico. Giusto, il razzismo è una pessima faccenda e guai a chi lo pratica con fatti e parole, costoro devono essere tutti stigmatizzati. Ma non credo che Marcel  Camus, Edoardo Vianello, Fausto Leali e Marcella Bella volevano esprimere concetti razzisti. E non penso che chi ha comprato i loro dischi, visto i loro film, decretandone il successo, fosse un razzista da KKK. E non mi risulta che dal 1959 il razzismo sia aumentato esponenzialmente in Italia fino all'epoca del politicamente corretto in cui il esso è scomparso. Nessuno allora ha fatto caso alla sfumatura linguistica. Oggi sì, se ne fa caso tantissimo, in maniera iperbolica e tutti siamo sull’argomento estremamente suscettibili, e questo non è proprio normale, almeno nei casi che vi ho raccontato. Se fate caso il popolo italiano, pur non essendo tutto razzista, qualche decennio fa non pensava che quella parola fosse segno inequivocabile di razzismo e di scandalo. Oggi sì. Cos'è cambiato in così poco tempo? Tutto. In particolare la cacciata di Dio dalle città e dai nostri cuori. E questo è l’ulteriore segno che ci vogliono portare a un pensiero unico a cominciare dai vocaboli che non si “devono” pronunciare (“la rivoluzione si fa anche con le parole”, diceva Peppone ai suoi). Io mi guarderò bene dal pronunciare quella parola, ci sono infatti migliori battaglie da combattere (anche se questa parola potrebbe passare ai Guardiani della Rivoluzione come un termine da guerrafondaio, ma non lo è perché quando dico “battaglia” io intendo esclusivamente la stessa che intendeva san Paolo, cioè la buona battaglia per conservare la fede, come è il titolo di questo Blog). E anche se Wikipedia non è proprio una fonte per specialisti, tuttavia la cito su questo argomento: “l termine italiano negro è etimologicamente equivalente all' aggettivo nero (dal latino niger / nigru(m)) e, in origine, aveva tale significato; esempi di quest'uso del termine si trovano tra l'altro in Petrarca, Ariosto e Carducci. L'uso del termine per riferirsi alle etnie di pelle scura è anch'esso attestato già nella letteratura del basso medioevo (per esempio nello stesso Petrarca, ma è diventato più comune in epoca coloniale, sia in italiano che in altre lingue (alcune delle quali lo hanno mutuato dall'equivalente spagnolo)”. Ma, lo capite? La questione non è lessicale, semmai propriamente ideologica. E questo dovrebbe essere per tutti noi, se siamo rimasti ancora normali, un problema grande. 

Il Pio

Un pezzettino alla volta

 

La strategia oggi non è quella di un attacco frontale: un enorme esercito super armato che abbatte le mura che per secoli avevano custodito la città, entra e distrugge tutto, anche la memoria storica. Non ci diranno "da oggi il cristianesimo è vietato e cambierà tutto", come in una precedente rivoluzione. Oggi i Potenti adottano la strategia del "un pezzettino per volta", cura incolore, inodore e insapore, se così possiamo dire. Il risultato è lo stesso della strategia precedente, solo nella seconda il popolo non si accorgerà di nulla e si troverà pagano senza saperlo. I Potenti questa volta, non si troveranno più davanti l'ostacolo dei ribelli, dei Vandeani, dei Cristeros, dei Briganti, dei Lazzari...e non dovranno fare la fatica di sterminarli tutti senza pietà, mettendo poi ovviamente a tacere la Storia. La strategia moderna potrebbe contemplare i seguenti passaggi: vietato parlare del Natale nei discorsi ufficiali, vietato parlare del Natale nei discorsi non ufficiali. Togliere le croci dalle cime di tutte le montagne. Togliere le croci dalle aule scolastiche. Togliere le croci dalle chiese. Vietate le messe e le processioni. Vietato mettere il nome dei santi sui calendari. Vietato mettere nomi cristiani alle vie. Vietato mettere nomi cristiani ai cristiani. Cancellare i riferimenti religiosi nelle opere d'arte... E via discorrendo. Certo il motivo di tutto questo è il rispetto di tutte le religioni e l'inclusività degli stranieri che oggi sono un valore assoluto. Basteranno forse venti anni e alla fine l'Italia sarà contenta e pagana, dipendeno e pendendo dalle labbra dei Potenti. Sarà una battaglia silenziosa sicuramente, ma come in tutte le battaglie gli schieramenti devono essere due. Se chi si difende si arrende subito, perderà tutto subito. Abbiamo visto di recente che hanno provato a smantellare il Natale (il primo pezzettino). Ritorneranno all'attacco più agguerriti che mai, perché per loro il cristianesimo va distrutto, ma solo lui. La nostra salvezza potrà esserci solo se noi cristiani ci ricordiamo chi siamo e non ci caleremo le braghe.

Il Pio

La cosa strana…


 La cosa strana, ma al tempo stesso positiva, è che la notizia è stata data da numerosissimi organi di informazioni compresi quelli che si possono definire “allineati”. Lo strano appunto, sta nel fatto che questo genere di notizie vengono solidalmente e tranquillamente censurate, il positivo sta nel fatto che questo genere di notizia, normalmente censurata, è stata data con ampio risalto sui giornaloni, giornalini, TV locali e nazionali,… Ancora però non so se per questo dobbiamo temere o stare lieti, rimaniamo allora in allerta. La notizia a cui faccio riferimento è quella delle “Linee guida per la comunicazione interna” dell’Unione Europea per cui per favorire l’inclusività, non si sarebbe dovuto più parlare, nelle comunicazioni ufficiali, del Natale, delle feste religiose, usare nomi e pronomi legati al genere (maschile e femminile), e tante altre situazioni (ma non ho capito bene se quelli che devono essere inclusi—anche quelli che però non vogliono essere inclusi—poi possono parlare di maschio e femmina, celebrare le loro feste religiose e parlarne pubblicamente). Pare che solo noi europei (che qualcosa di buono lo abbiamo pur fatto in questi secoli) dobbiamo calare sempre le braghe, laddove la regola è che le braghe devono stare sempre su. Sempre su. Il perché poi le dobbiamo calare non è ancora chiaro, né nessuno ce lo ha spiegato in termini ragionevoli. Secondo me quello di bello che abbiamo fatto, lo dobbiamo mantenere difendere. E tutto questo in un Europa che ha storicamente radici cristiane. Sottolineo che ho scritto storicamente, come è storia l’esistenza dell’Impero romano, ma mentre questo non c’è più se non nei sogni restauratori di certuni, il primo c’è ancora, massacrato, ridotto, vessato, ma c’è ancora. (E qualcosa di buono, noi cristiani, lo abbiamo pur fatto in questi due millenni). Sembra però che a seguito delle numerose e vivaci proteste e polemiche, le Linee guida siano state ritirate, ma non perché erano una spaventosa balordaggine, ma con la motivazione: “Non è un documento maturo, ci lavoreremo ancora (dal sito internet de Il Fatto Quotidiano)” che nel linguaggio burocratese, un po’ esoterico, dovrebbe significare “la gente non lo ha ancora capito, è immatura: glielo ripropineremo più tardi, alla fine dell’educazione”. Ho detto dovrebbe significare, a mio avviso, aggiungo. Al di là dell’episodio, dovremmo pensare assai a chi sta governando “per noi” in Europa, che ideali abbia, a chi risponda, che pensieri abbia e soprattutto dove mette il popolo in tutto questo. Dovremmo pensare anche alla nostra cara Chiesa dalla quale non ho sentito nulla contro questo documento che era di una gravità eccezionale, probabilmente il primo fra tanti altri. Forse una sua frase avrebbe fatto rassicurare i cattolici, li avrebbe fatto piacere, dato un po' di conforto, visto che stanno da soli in questa battaglia con potentissimi nemici davanti e doppiogiochisti dietro le spalle: loro davvero non ce la fanno più a vedere questo disastro sempre peggiore e sentirsi da soli.

Il Pio



Trova le differenze.

 

Vi ricordate il gioco “Trova le differenze”? Bene. Trovate allora le differenze tra queste due situazioni che vi propongo. Alla fine vi darò la (mia) soluzione.

Germania: "Per favore vaccinatevi! Restiamo uniti, se pensiamo a proteggerci e prenderci cura degli altri, possiamo salvare il nostro Paese quest'inverno. Ci sono settimane molto difficili davanti a noi (A. Merkel)”.

Italia: “chi non si vaccina non potrà andare al lavoro, nei bus, nei ristoranti,… resterà dentro casa, si pagherà le spese mediche, è lui la causa unica della pandemia, infatti questa è la pandemia dei non vaccinati, allora subito misure ancora più rigide e restrittive per i non vaccinati”. (E’ questa solo una serie di citazioni pronunciate da gente importante).

Soluzione al quiz:

La Germania dice “stiamo uniti”, l’Italia ha fatto di tutto per dividere il popolo in due fazioni che ora si odiano a morte e una scintilla farebbe scatenare tra loro una guerra fratricida. La Germania parla a un popolo, l’Italia parla a dei sudditi che peraltro devono restare muti. La Germania parla come un essere umano, col cuore, l'Italia parla come un tiranno col cuore distaccato dalla gente. La Germania chiede “per favore”, non vuole imporsi, l’Italia obbliga con sanzioni e restrizioni, col dito puntato a screditare chi ha idee diverse. 

“Ma peccati abbiamo fatto per avere uno Stato così?”. “Ma lo Stato siamo noi, non lo sai”?. “Sì, sì… certo. Allora leggi e comprendi tutto quello che avviene qui da noi, alla luce di questo tuo assioma e spiegamelo anche a me”. Scusate il battibecco con me stesso… Ma la vera soluzione a ogni gioco della vita è quella  di voler bene a Gesù e alla Madonna e seguirLi ogni giorno lungo le strade desolate del nostro bellissimo e amatissimo Paese, un tempo patria di santi ed eroi. 

Il Pio

Meglio obbedire al portinaio.

 



Oggi vi racconto un po’ di frasi che era solito dire il grande san Filippo Neri. Che tutto sia per la nostra santità e per la nostra salvezza. 
Il Pio

(Dal sito internet Framor.com)

– Figliuoli, state allegri, state allegri.

– Voglio che non facciate peccati, ma che siate allegri.

– Non voglio scrupoli, non voglio malinconie. Scrupoli e malinconie, lontani da casa mia.

– Paradiso! Paradiso! Attendete a vincervi nelle piccole cose, se volete vincervi nelle grandi.

– Non è tempo di dormire, perché il Paradiso non è fatto pei poltroni.

– La santità sta tutta in tre dita di spazio, e si toccava la fronte, cioè nel mortificare la razionale, contrastando cioè a se stesso, all’amore proprio, al proprio giudizio.

– Chi vuole altra cosa che non sia Cristo, non sa quello che si voglia. Chi dimanda altra cosa che non sia Cristo, non sa quello che dimanda. Chi opera e non per Cristo, non sa quello che si faccia.

– L’anima che si dà tutta a Dio, è tutta di Dio.

– I veri servi di Dio hanno la vita in pazienza e la morte in desiderio.

– Chi non sale spesso in vita col pensiero in Cielo, pericola grandemente di non salirvi dopo morte.

– L’uomo che non fa orazione è un animale senza ragione.

– Bisogna avere grande fiducia in Dio, il quale è quello che è stato sempre: e non bisogna sgomentarsi per cosa accada in contrario.

– Non vi caricate di troppe devozioni, ma intraprendetene poche, e perseverate in esse. Non tante devozioni, ma tanta devozione.

– Figliuoli, siate umili, state bassi: siate umili, state bassi.

– Per acquistare il dono dell’umiltà sono necessarie quattro cose: spernere mundum, spernere nullum, spernere seipsum, spernere se sperni: cioè disprezzare il mondo, non disprezzare alcuno, disprezzare se stesso, non far conto d’essere disprezzato. E soggiungeva, rispetto all’ultimo grado: A questo non sono arrivato: a questo vorrei arrivare.

– Tutta l’importanza della vita cristiana consiste nel mortificare la razionale.

– E’ meglio obbedire al sagrestano e al portinaio quando chiamano, che starsene in camera a fare orazione.

– Figliuoli miei, siate devoti della Madonna: siate devoti a Maria.

– La confessione frequente de’ peccati è cagione di gran bene all’anima nostra, perché la purifica, la risana e la ferma nel servizio di Dio.

– Ai giovani dava questi consigli: fuggire le cattive compagnie, non nutrire delicatamente il corpo, aborrire l’ozio, fare orazione, frequentare i Sacramenti spesso, e particolarmente la Confessione.

– Contro le tentazioni di fede invitava a dire: credo, credo, oppure che si recitasse il Credo.

E la più simpatica di tutte:

– te possi morì mmazzato…ppe la fede! (possa morire ammazzato... per la fede).

Nel 1800 invece, preferirono fare un voto.

 


Oggi vi racconto quello che accadde nella mia città a metà del XIX secolo, quando fu colpita da una terribile epidemia di colera. In quell'occasione l'intero paese, autorità governative comprese, si rivolse alla Madonna, facendo un voto popolare...  Questo per dire che oltre alla Scienza, potremmo fidarci anche (o magari soprattutto) della Madonna. E magari affidare a Lei le nostre vite e questa drammatica situazione che, come ai nostri antichi concittadini, sta mietendo tanti lutti e dolori. Magari il popolo potrebbe ritornare cristiano. 

Il Pio

"Un voto che fece una città intera alla Madonna. C’è questo dietro le cerimonie che, ogni anno, vengono rinnovate da San Benedetto durante il giorno dell’8 dicembre e nel corso dei nove giorni che la precedono. «Nella memoria collettiva del borgo marinaro un tempo – spiega il responsabile dell’archivio storico comunale Giuseppe Merlini – e della cittadina rivierasca oggi, da una generazione all’altra, attraverso informazioni, testimonianze orali e scritte, permane il ricordo del voto fatto dalle autorità sambenedettesi, in nome del popolo, nel lontano 10 luglio 1855». Il voto fu fatto nel momento in cui San Benedetto era attraversata da un’epidemia colerica, che stava producendo tanti lutti e disperazione. «Ai piedi della Statua della Madonna dell’Addolorata nella Chiesa di San Benedetto Martire – continua il dottor Merlini – il Governatore del tempo (Giovanni Battista Paci, ndr)
 lesse una preghiera carica di devozione e di speranza nell’intercessione miracolosa della Vergine. In quell’estate del 1855 il colera tornato a diffondersi prepotentemente in Paese, dopo averlo visitato appena un anno prima, attraverso un marinaio di ritorno da Ancona, uccise quattrocento persone circa (a quei tempi la popolazione era di circa 6.000 persone, ndr). Dal centro marinaro, a poco a poco, si diffuse in tanti centri del Piceno e dello Stato Pontificio. I sambenedettesi, pertanto, con quella preghiera fecero solenne voto all’Immacolata Concezione, che ancor oggi viene rispettato come segno di gratitudine a Maria, poiché a Lei fu attribuito il miglioramento della situazione nonché la completa scomparsa dell’epidemia». L’anno seguente, quando ormai il colera era divenuto solo un triste ricordo, si fece costruire una statua dell’Immacolata in cartapesta. Trent’anni più tardi, però, un analogo dramma tornò a ripetersi, con la ricomparsa del colera ai primi di agosto del 1886. I sambenedettesi tornarono a rivolgersi alla Madonna. «Seppur di proporzioni più contenute rispetto all’epidemia precedentemente diffusasi – continua Merlini – che vide un’estensione territoriale dalla costa picena fino all’entroterra umbro e sconfitto con maggiore celerità, il colera del 1886 andava ad infierire prepotentemente su quelle stesse famiglie che erano già state decimate nel 1855. E furono colpiti e uccisi in gran numero, nel 1886, proprio i figli di quelle madri che erano morte di colera trent’anni prima».

Ecco il testo della preghiera:
“Vergine Immacolata, Rifugio dei peccatori, Consolazione degli afflitti, noi qui prostrati innanzi al vostro glorioso Trono colle lagrime agli occhi imploriamo da Dio il perdono dei nostri reati e di quelli della intera Popolazione, di cui siamo stati indegnamente chiamati a Padri e Rettori. Rivolgete uno sguardo al terribile malore che qual novella Piaga d’Egitto ci affligge. Deh impiegate l’immensa vostra potenza a nostro prò, e ci liberate da un sì terribile flagello. E’ onnipotente Iddio, ma onnipotente Voi siete al pari di Lui: ciò che egli può col Comando, Voi lo potete colla preghiera. Non ci negate, Nostra Regina Suprema, questa grazia, vi rammenta del Sangue Immacolato sparso dal Divin Vostro Figlio, deh! di questo segnateci, e quali novelli figli d’Israello speriamo d’esserne immuni. Sarà mai questa la prima volta che ci vorrete negare una Grazia, Grazia che con le lagrime vi chiediamo a nome di un Popolo, che tutto che carico d’ogni fatta di colpe, pure si mantenne constantemente saldo nella vostra credenza, e devozione, e che fidente nel Patrocinio vostro spera, venga rattenuto, e frenato il braccio punitore della giustizia d’Iddio? Se ci rimanemmo indifferenti nella universale esultanza, mentre le altre popolazioni con immenso giubilo, con segni d’entusiasmo devoto accoglievano, e festeggiavano il Solenne Decreto emesso dal Supremo Gerarca dichiarante il Vostro Immacolato Concepimento qual Dogma di Fede, ve ne domandiamo umilmente perdono, e facciamo voto in questo tempio dinanzi alla Vostra Sacra Immagine di festeggiare il giorno che ricorda il Vostro Immacolato Concepimento coll’assistere ad un Sacrificio Solenne, ed intervenire ad una Processione, che vogliamo si eseguisca in perpetuo anche dai Nostri Successori. E’ perché resti ad eterna memoria la Grazia, che ci confidiamo di ottenere dalla Divina Misericordia per Vostra intercessione, promettiamo di esporre alla pubblica venerazione un dipinto, in cui i posteri più lontani ravvisino, che, Vostra mercè, cesso’ il terribile castigo. Questa è l’umile, e cordiale offerta nostra, o Vergine Immacolata, e si grande è la fede risposta in Voi, che al Sorgere dell’Alba ventura siam sicuri di registrare in questo foglio, che non appena invocammo il Vostro aiuto, liberaste questo Paese dal Morbo pestilenziale”

(Da sito internet de La Nuova Riviera).

“Mio Dio, percuotete il pastore, ma risparmiate il tenero gregge”

 



“Da agosto a novembre 1854 Torino venne colta dal colera. I casi iniziarono subito a salire, fino a toccare i 2500 contagiati e 1400 vittime. Tra le zone più colpite quella di Borgo Dora, proprio a due passi dall’Oratorio di Valdocco (dove operava il santo, ndr). Don Bosco sin da subito adottò misure precauzionali, tra cui la pulizia di tutta la casa e la riduzione del numero di letti in ogni stanza. La sera di sabato 5 agosto, festa della Madonna della Neve, il sacerdote di Torino parlò ai suoi ragazzi: «Voi state tranquilli: se farete quanto vi dico, sarete salvi da quel flagello. Prima di tutto vivere in grazia di Dio; portare al collo una medaglia di Maria Santissima che io benedirò e darò a ciascuno e a questo fine recitare ogni giorno un Pater, Ave, Gloria coll’Oremus di San Luigi e la giaculatoria: “Ab omni malo libera nos, Domine” (da ogni male liberaci Signore, ndr) ». Ma don Bosco aveva in mente anche altro. Come si legge nel libro “Memorie biografiche di don Giovanni Bosco” di don G.B. Lemoyne: «In tutte le epidemie e pestilenze vi furono sempre cristiani generosi i quali sfidarono la morte a fianco degli appestati. Espresse il vivo desiderio che anche alcuni gli divenissero compagni in quell’opera di misericordia». I suoi giovani accettarono questa coraggiosa idea. Così, «quando si seppe che i giovani dell’Oratorio si erano consacrati a questa nobile impresa, le domande per averli si moltiplicarono talmente che loro non fu più possibile attenersi a nessun orario. Giorno e notte, come don Bosco, furono in moto». Il gruppo di lavoro era diviso in diverse squadre: chi a servire nel lazzaretto e nelle case, chi a raccogliere i moribondi nelle strade e i malati abbandonati nelle case, chi era pronto alle chiamate d’urgenza. Ognuno di loro aveva sempre con sé ha una bottiglietta di aceto per lavarsi le mani. Sempre nel libro di don G.B. Lemoyne, si legge di don Bosco prostrato all’altare che pregava così: «“Mio Dio, percuotete il pastore, ma risparmiate il tenero gregge”. Soggiungeva: “Maria, siete madre amorosa e potente: preservatemi questi amati figli, e qualora il Signore volesse una vittima, eccomi pronto a morire». Al termine dell’epidemia quella promessa («se farete quanto vi dico, sarete salvi da quel flagello») fatta da don Bosco venne rispettata: nonostante i ragazzi dell’Oratorio furono esposti a numerosi rischi, nessuno s’ammalò.

 

(Tratto dal sito internet del La Voce Alessandrina)

 


A sei anni…

 


All’età di sei anni circa, sentivo che dovevo fare il sacerdote. Mi sembrava qualcosa di grande. Straordinario. Era per la vita mia. Questo desiderio è andato avanti un po’ di tempo. Poi una sera dentro la scassatissima Fiat 500 di mia mamma, mi è venuta come un’illuminazione improvvisa: “ma se faccio il sacerdote, poi non posso lavarmi i denti!”. Una bambinata, ridicola, frutto appunto, della tenera mente di un bambino. Fatto sta che quel desiderio è scomparso definitivamente. Col tempo ho capito che il mio era solo un sentimento, ma non una vocazione. Se fosse stata tale infatti, il Signore mi avrebbe continuato a tirare violentemente la giacchetta perché Lo seguissi con la talare allacciata e il colletto bianco. Probabilmente non Gli servivo da sacerdote (spero vivamente però di servirGli così da laico). Quando avevo sei anni era appena iniziata la contestazione giovanile, dei giovani seminaristi, sacerdoti, vescovi e anche degli adulti,… che non si è fermata più, con un’evoluzione incredibile, coinvolgendo un numero sempre più ampio di persone e di concetti di fede, nel corso degli anni. A sei anni avevo una stima e una fiducia elevatissima dei preti: tutti. Ero certissimo che ciascuno di loro mi avrebbe indicato sempre e solo la strada giusta per arrivare a Gesù. Oggi invece a messa devo sentire: “Gesù non poteva fare miracoli, non poteva eludere infatti, le leggi della fisica, ma era un ottimo pranoterapeuta”, “non possiamo essere sicuri che quello scritto nel Vangelo è quello che veramente ha detto Gesù: non c’erano i registratori allora”, “bisogna credere solo nella Scienza”, “guardiamo tutti a Greta (Thumberg)”, “la chiesa in passato effettuava il controllo delle coscienze”, “nel Vangelo ci sono tante antinomie”, “i re magi sono solo una figura letteraria inseriti nel Vangelo solo per...”, “il battesimo non serve a nulla se non c’è…”, e non dico altro perché il mio cuore si è già riempito di tristezza. Forse è stato un bene che il Signore non mi abbia chiamato al sacerdozio, se poi mi dovevo trovare, con il mio carattere debole, in una situazione simile, con il rischio dunque di seguire i cattivi maestri e perdermi per sempre. Io ogni tanto dico, faccio, scrivo… spesso prego per la Chiesa e per i sacerdoti. Ma questa è una situazione terribile che non so se è mai capitata nei precedenti duemila anni di cristianesimo. Forse nei primissimi secoli. Bruttissimo segno. La Chiesa non morirà mai, questo è certo, è fondata su una roccia durissima e fortissima, ma proseguendo così su questa strada storta e nebbiosa, seguendo mercenari orgogliosi e non pastori buoni, tanta gente potrebbe finire all’Inferno; perché nessuno gli ha detto la strada da percorrere. O perché gliene ha detta una sbagliata non frutto del Vangelo, ma di sofismi teologici spericolati e personalissimi. O perché è andata con un'altra religione in quanto questa più ferma e radicale sui principi religiosi. O perché scoraggiata e delusa si è data all'ideale politico. O...
Il Pio

Mangino brioche!




Di rivoluzioni nella storia ne abbiamo fatte tante. Quella russa, quella americana, quella cinese... e quella francese che è fra tutte, La Rivoluzione. Tuttavia è successo che quelli che erano i rivoluzionari non si sono poi manifestati migliori di quelli ghigliottinati, fucilati, impiccati... e quelli che da allora sono stati e sono al potere poco distano da quella Maria Antonietta d'Asburgo Lorena, Regina di Francia, che durante una sommossa del popolo affamato dovuta per la mancanza di pane, avrebbe detto la famosa frase «Se non hanno più pane, che mangino brioche». Certo oggi nessuno parla di brioche al popolo, ma ci dicono "voi andate in pensione a 100 anni, se abbiamo i soldi e se non ci sono cose più importanti da fare. Noi ci andiamo subito e con tanti soldi che ci aumenteremo quando vogliamo". "Voi dovete mantenere bene noi, tutti i nostri amici e i nostri partiti e associazioni. Noi non risponderemo certo a voi". La Rivoluzione voleva portare nel mondo l'Egalitè, la Fraternitè, la Libertè. Ma quegli ideali da secoli non sono in atto per tutti. Anche perché ogni ideale umano se non poggia la base su Dio, crolla miseramente facendo danni spaventosi. Forse da questo capiamo anche perché il mondo va male. E andrà male per sempre. Non ci libereremo mai di tutti i Re che ci guardano dall'alto in basso perché non siamo nulla per loro. Però nel nostro piccolo se siamo di Gesù, qualcosa di buono potremmo anche realizzare.


Il Pio




E’ un brutto segno


Ho sentito al TG nazionale che al prossimo G20 si temono infiltrazioni dei no green pass. Non mi sono sbagliato, hanno detto proprio così! Seriamente, dico. Eppure da anni quando si organizzano manifestazioni così importanti a livello planetario, si temono le infiltrazione dei Centri sociali più esagitati, dei Black Block, degli anarco-insurrezionalisti, dei no-global, dei no-tav, delle tute bianche, dei gruppi di estrema destra guerrafondaia e feroce, come pure dei terroristi islamici e tanti altri gruppi di questa ottima e utile genìa. Ce li ricordiamo bene tutti, i disordini nelle città creati da questi gruppi. Oggi invece si temono i no green pass. Eppure la loro manifestazione a Trieste come anche negli altri comuni (se le TV ce ne avessero fatte vedere almeno una!) è stata pacifica anche se li hanno pestati a sangue e affogati, mentre erano seduti e alcuni a dire il rosario. A Roma i “guerriglieri” non erano loro, così almeno ci è parso di vedere. E’ un brutto segno, questo. Segno che insieme a tanti altri, ci mettono nel cuore soprattutto tanta tristezza, ma anche la consapevolezza—sempre più forte purtroppo—che incombe qualcosa di cattivo su di noi, povero popolo reietto e che c’è sopra di noi un Potere forte e cattivo, anche se non ancora ben individuato. Non ce la faremo mai a sconfiggerlo soli e abbandonati come siamo. Però è certo che tutto questo è ingiusto, sommamente ingiusto e possano allora essere maledetti tutti questi operatori di iniquità e di queste cattiverie, e sprofondare all'inferno se non cambiano subito strada e si convertono.

Il Pio

Famiglia e Stato

 



Lo Stato e il suo intervento nella famiglia


11. È dunque un errore grande e dannoso volere che lo Stato possa intervenire a suo talento nel santuario della famiglia. Certo, se qualche famiglia si trova per avventura in si gravi strettezze che da sé stessa non le è affatto possibile uscirne, è giusto in tali frangenti l'intervento dei pubblici poteri, giacché ciascuna famiglia è parte del corpo sociale. Similmente in caso di gravi discordie nelle relazioni scambievoli tra i membri di una famiglia intervenga lo Stato e renda a ciascuno il suo, poiché questo non è usurpare i diritti dei cittadini, ma assicurarli e tutelarli secondo la retta giustizia. Qui però deve arrestarsi lo Stato; la natura non gli consente di andare oltre. La patria potestà non può lo Stato né annientarla né assorbirla, poiché nasce dalla sorgente stessa della vita umana. I figli sono qualche cosa del padre, una espansione, per così dire, della sua personalità e, a parlare propriamente, essi entrano a far parte del civile consorzio non da sé medesimi, bensì mediante la famiglia in cui sono nati. È appunto per questa ragione che, essendo i figli naturalmente qualcosa del padre... prima dell'uso della ragione stanno sotto la cura dei genitori. (S. Th. II-II, q. 10, a. 12) Ora, i socialisti, sostituendo alla provvidenza dei genitori quella dello Stato, vanno contro la giustizia naturale e disciolgono la compagine delle famiglie.

(Leone XIII -2 marzo 1810, 20 luglio 1903- Rerum Novarum)

Normale.


C'era un ragazzo che quando lo incontravi e gli chiedevi "come stai?" ti rispondeva sempre "normale". Mi stupiva quella risposta; o "bene" o "male" si dovrebbe rispondere, in teoria. Pensavo: "non è normale rispondere così ". Questo per dire che per me il concetto della normalità è un'evidenza importante nella mia vita. Infatti oggi non mi raccapezzo tanto. Quando vedo nelle sfilate di moda, uomini aitanti vestiti non solo con abiti da donna ma anche ridicoli, dico "non è normale". Ma poi mi fanno capire in quale imperdonabile errore sono caduto, frutto di una mentalità vecchia, cattiva, che ha fatto danni per tanti secoli, "ognuno è libero di ecc. ecc.". E chiedo scusa. (Non tanto convintamente però,  ma non lo dico a nessuno). E poi leggo le ultime notizie. L'Africa è il Paese con più contagi di covid (non credo che lo sia solo di questa malattia). Nonostante ciò, gli Africani entrano liberamente nel nostro Paese e ne devono entrare ancora di più come se ciò fosse una legge. Gli Italiani invece devono avere un lasciapassare pure per lavorare o per mangiare. A Trieste si minaccia di sgomberare con la forza i manifestanti pacifici. Però nessuno si è mosso durante il famoso rave party con un morto, feriti, stupri, disturbi alla quiete, per giorni ecc. ecc. Gli autotrasportatori italiani per lavorare devono avere il green pass; quelli stranieri sono esentati. Io sono straconvinto che tutto questo non è normale. Oggettivamente anormale. Convincetemi del contrario per favore. E quando le cose anormali sono tante e sempre di più, ci dobbiamo preoccupare. Perché sta per arrivare qualcosa di brutto sopra le nostre teste. Aiutaci Gesù. Abbi pietà di noi.

Il Pio 

Tirannia democratica

 


Un' immagine che rappresenta bene i nostri tempi è quella di una ragazzina petulante che dà ordini all'ONU, con unanime applauso finale. Non credo sia facile andare a parlare all'ONU, soprattutto per un giovane che abbia pochi titoli e motivi. Ma non è questo il punto. Come non è il punto sapere dove li  trovi quella minorenne tutti i soldi che servono per andare a destra e a sinistra. Però  sulla vicenda c'è fotografata tutta la nostra epoca. Educazione. I giovanssimi comandano ai vecchi e i vecchi devono ascoltare i giovani perché non sanno cosa fare. Democrazia. Esisti solo se ti allinei alla vulgata del clima maledetto per colpa nostra (anche se qualche scienziato la vede diversamente). Politicamente corretto. La verità è solo quella che viene detta dall'alto e dai mass media importanti cioè ciò che viene definito politicamente corretto e che dunque deve essere l'unica religione anche per i religiosi. Religione. Nelle omelie e nelle comunità si parla della ragazzina petulante come di un'eroina, dimenticando miliardi di santi straordinari, tali solo perché mossi solo dalla Fede in Gesù e da nient'altro. Cose incredibili e mai successe. Una bambina che comanda all'ONU (e non solo lì) non è proprio normale come non sono normali molte situazioni che avvengono in Italia anche se ormai ci siamo assuefatti. Dunque se ci deve illuminare la strada e le menti una ragazzina petulante che non si sa da dove viene e come nasce, significa che stiamo messi malissimo. Teniamoci pronti a essere spazzati via dal vento della tirannia democratica. L'unica cosa che ci potrà salvare anche dalle ragazzine petulanti è avere fede in Gesù. 

Il Pio 

Paga i danni e senza stipendio!


Dalle notizie che si leggono oggi, c’è quella della Confindustria che attraverso alcuni suoi esponenti, ha dichiarato che al lavoratore senza green pass, l’azienda può chiedere il risarcimento danni (pure!). Come sapete infatti dal 15 ottobre chi non ha il Green pass non potrà accedere nei luoghi di lavoro e resta a casa senza stipendio; e questo obbligo è per legge, non per volontà del datore di lavoro (come dovrebbe essere nel lavoro privato). Non mi sembra una roba normale. Si potrebbe anche venire a creare questa paradossale situazione: uno sta benissimo, ma non ha il Green pass, non può andare a lavoro, resta senza stipendio e anche debitore dei danni all’azienda (come li paga?). Quello che ha il Green pass, potrebbe avere il covid (il vaccinato, come è noto, può essere infettato e infettante) entra tranquillamente, fa ammalare i suoi colleghi e non paga i danni, prende lo stipendio e resta un "giusto" e un "eroe". Al di là del paradosso, quantomeno verosimile, è proprio brutta la situazione che si è creata. L’industria e il Governo la vedono nella stessa maniera e si sono uniti contro i lavoratori: uno gli toglie lo stipendio e l’altro gli chiede i danni; i sindacati che dovrebbero pensare ai problemi reali dei lavoratori, non hanno detto una parola su quello che potrebbe definirsi una vera e propria vessazione contro di loro. Però in compenso urlano contro il fascismo. Ma dove siamo capitati? Dove siamo arrivati? Ma aspettiamoci il peggio. Ci sono i segni. E noi non possiamo fare niente per fermarlo.

Il Pio

Valore e coraggio.


917 D. Quanti e quali sono i doni dello Spirito Santo?

R. I doni dello Spirito Santo sono sette:

   1. il dono della Sapienza;

   2. dell'Intelletto;

   3. del Consiglio;

   4. della Fortezza;

   5. della Scienza;

   6. della Pietà;

   7. del Timor di Dio.

(…)

 922 D. Che cosa è la Fortezza?

 R. La Fortezza è un dono che c'inspira valore e coraggio per osservare fedelmente la santa legge di Dio e della Chiesa, superando tutti gli ostacoli e gli assalti dei nostri nemici.

(…)

925 D. Che cosa è il Timor di Dio?

R. Il Timor di Dio è un dono che ci fa riverire Dio e temere di offendere la sua divina Maestà, e ci distoglie dal male incitandoci al bene.

(dal Catechismo Maggiore di San Pio X).

Dobbiamo collaborare.



Pensateci un attimo. Crediamo veramente che Dio nel Paradiso terrestre che aveva creato tutto dal nulla, compresi sole, stelle, oceani e montagne, non sapesse creare anche Eva con un semplice schiocco delle dita, senza necessità di prendere un pezzo del fianco (la famosa costola) di Adamo che Gli aveva chiesto una compagnia a lui simile? E poi scusate, Dio prima di incarnarsi in Maria non Le ha voluto chiedere umilmente il permesso cioè se voleva accoglierLo. Se lei "voleva" fare la volontà di Dio, voleva il suo sì spontaneo. Poi. Gesù che faceva risorgere i morti anche quelli sepolti da giorni, cacciava i demoni da dentro le persone e ridava la vista ai ciechi, ... per dare da mangiare a tutti quelli che lo ascoltavano, doveva per forza prendere in  prestito il cibo di un giovanotto che stava lì vicino
che Gli diede tutto spontaneamente, anche se lo aveva portato per sè e la sua famiglia? Ma solo esclusivamente in questo modo, Gesù volle fare la famosa moltiplicazione dei pani e dei pesci e nutrire tanta gente. Dio, da buon Padre, con noi usa un un preciso metodo educativo. Come diceva Peguy, Lui vuole che li guadagniamo da noi gli speroni da cavaliere. Per farci crescere, per ottenere delle grazie... vuole la nostra totale collaborazione. Sulla base di questo metodo occorre che prima Gli chiediamo la grazia, poi che collaboriamo con Lui per ottenerla e che Gli diamo tutto. Dio vuole che facciamo anche qualche sacrificio per Lui; e che siamo consapevoli che le grazie e i miracoli Lui li fa, spesso però a queste condizioni. Dunque se Dio ragiona così conviene adeguarci a questo metodo. Perché è il metodo educativo valido per tutti noi. Se siamo figli seguiamo il nostro Babbo. Appunto. "Metodo" deriva dal greco antico e letteralmente significa «strada per, l'andar dietro; via per giungere a un determinato luogo o scopo». Consideriamo infine che nell'affresco di Michelangelo raffigurante la creazione di Adamo (foto di questo post) si  vede chiaramente Dio che allunga tutto il suo dito per toccare quello di Adamo e così dargli la vita, invece questi non ha tutto il dito dritto,  proteso verso quello di Dio, ma ha la falangetta, l'ultimo pezzo, ancora piegata verso il basso, cioè: se vuole ricevere da Dio la vita, deve spontaneamente alzare quella piccola falangetta e toccare il dito dell'Autore della vita. Altrimenti non se ne fa niente. 

Il Pio

Allora stiamo messi male



Il Santo Padre ha detto recentemente “ogni battezzato è chiamato all'evangelizzazione”. Però, ho subito pensato, che, se il Papa ha avuto la necessità di dire questo e la cosa ha avuto anche rilievo, allora stiamo messi proprio male, noi cristiani. Bravissimo Papa Francesco che lo ha evidenziato oggi e ha fatto ricircolare la Verità nel sangue raggrumato dei fedeli scristianizzati e secolarizzati; ma davvero miseri, noi del popolo di Dio, se non sappiamo quella faccenda là. Di questa evidenza un tempo, nemmeno troppo lontano, se ne parlava tanto, a casa, in famiglia, poi lo si sentiva spesso nelle omelie o durante il catechismo,… Era per tutti un tempo una convinzione e la normalità, una base del ragionare quotidiano. Poi ovviamente, anche allora, ognuno faceva come gli consigliava la coscienza, che—lo sappiamo—talvolta è solerte, talvolta è premurosa, talvolta ha i suoi orari, ma talvolta è anche afona (soprattutto se la rendiamo tale, seppellendola sotto strati di cemento e anni di indifferenza a tutto), però ognuno sapeva che annunciare il vangelo non è cosa solo per i preti e le monache, ma per tutti i battezzati, consacrati e laici, ricchi e poveri, intelligenti e stupidi. Le missioni, infatti, grandi o piccole, lontane o vicine, come nascono? Il santo come nasce se non da questo desiderio di ottemperare ardentemente e pienamente a quella frase che ha ricordato il Papa? Poi è vero, uno uccideva, violentava, rubava,… lo stesso come oggi, ma forse aveva in un lontanissimo e sperduto angolo di quella coscienza afona, avvolta in una capsula di plastica, quella frase e magari nel momento giusto ritornava nel pensiero centrale. Certo che se nemmeno più quella frase resta nei nostri cuori, allo stiamo messi proprio male. E allora ringraziamo Papa Francesco per averci ricordato, o forse annunciato, questo.

Il Pio

Vita e teoria

In Francia è stato messo recentemente nella costituzione. L'aborto. In Italia oggi è un tema esplosivo; deve essere  un diritto inaliena...