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Mala tempora currunt…

 


Mala tempora currunt, sed peiora parantur (corrono brutti tempi, ma se ne preparano di peggiori). Considerate: questa è un’espressione che risale agli antichi romani. Noi pensiamo che in passato si vivesse meglio, ma ci dobbiamo spesso ricredere. I mala tempora infatti ci sono sempre stati. E del peggio mai si vede il fondo, perché sta sempre più in fondo. Molti hanno pensato che combattere i mala tempora e ottenere la pace, l’uguaglianza, la fratellanza, la libertà, bastasse una rivoluzione popolare, togliere le radici del passato, cambiare tutto il “vecchio”, modificare le leggi e le tradizioni, però così facendo, le cose sono oggettivamente peggiorate proprio come nel detto: “corrono brutti tempi, ma se ne preparano di peggiori”. Pur tuttavia quelle idee non si sono mai sradicate dalla testa degli uomini che continuano a pensare di cambiare il mondo da soli, in forza solo della loro Intelligenza (della Dea Ragione) e del Progresso. Cioè da soli senza Dio che ha fatto proprio questo mondo qua oltre che a noi singolarmente. Il mondo si potrà cambiare solo se restiamo attaccati a Lui unendo la nostra intelligenza, la nostra fede e la Sua Onnipotenza. Il male ci sarà sempre anche così; perché il peccato originale che è in tutti noi e il porco del demonio continueranno sempre a fare il loro mestiere fino alla fine del mondo. Ma almeno questa sarà una lotta a armi quasi pari. E un po’ più di bene ci sarà sulla terra.

Il Pio

Scrupoli e malinconia.

 


Scrupoli e malinconia, fuori di casa mia.

Fratelli, quando cominciamo a essere buoni?

Non è tempo di dormire perché il Paradiso non è fatto per i poltroni.

Te possi mori' ammazzato… ma pe' la fede.

Chi vuole altra cosa che non sia Cristo, non sa quello che vuole. Chi domanda altra cosa che non sia Cristo, non sa quello che domanda. Chi non opera per Cristo, non sa quello che fa.

E poi?...

Signore guardami oggi che ti tradirò, e farò tutto il male del mondo se tu non mi aiuti.

L'uomo che non prega è un animale senza parola.

(Tutte frasi che San Filippo Neri ha pronunciato in mezzo alla gente)

"Credo più alla Provvidenza che all'esistenza di Torino"


 "Io ho fede nella Scienza. Bisogna credere nella Scienza...". Questa frase non l'ho sentita in TV. L'ho sentita (purtroppo) nel periodo del covid durante un'omelia della messa domenicale, davanti a numerose persone, molte delle quali hanno certamente assorbito nelle proprio cuore quel concetto. In tutta sincerità avrei preferito sentire che bisognasse aver fede in Dio e nella Sua Divina Provvidenza, ma non è stato così. Eppure quella c'è ancora e non smette mai di operare per le persone che hanno fede in Lei. San Giuseppe Benedetto Cottolengo (il fondatore appunto del così detto "Cottolengo" di Torino) aveva una fiducia immensa nella Divina Provvidenza e la sua Opera (grandiosa) è potuta nascere solo e esclusivamente dalla fede che lui aveva in Essa. Tant'è che era solito dire "Io sono più sicuro e certo di questa Divina Provvidenza, che non se esista la città di Torino". Questo santo per tutta la vita, quando non funzionavano le cose, cercava di capire cosa  avesse fatto per impedire alla Divina Provvidenza di procedere e agire, e una volta, raccontano, ricordando che aveva trattenuto dei soldi su cui aveva contato troppo, li gettò via e le cose funzionarono. Ci si può credere o non credere a questi episodi (che comunque sono certi e scritti da testimoni), ma non possiamo più permetterci di non credere alla Divina Provvidenza. Penso allora che chi pone fiducia nella sola Scienza ha un dio molto limitato, astratto, che non vuole bene che a se stesso e che adora solo se stesso e in quanto tale, naturalmente non fa che generare terrore in chi gli crede ciecamente. È Dio che ha creato la scienza e a Lui dunque che ci si deve rivolgere. E alla Sua Divina Provvidenza. Vedrete che se faremo così prima a cambiare sarà la nostra vita, poi l'Italia e infine il mondo. 


Il Pio

Gesù è morto democraticamente

 


190 D. Il potere che hanno i membri della gerarchia ecclesiastica viene dal popolo?

R. Il potere che hanno i membri della gerarchia ecclesiastica non viene dal popolo, e sarebbe eresia il dirlo, ma viene unicamente da Dio.

(Catechismo Maggiore di San Pio X)


Infatti. Oggi è un gran parlare di chiesa democratica e si aspetta un nuovo Concilio Vaticano terzo, quarto, quinto... per ottenerlo finalmente. Per molti, soprattutto per quelli che non ci stanno proprio nella Chiesa e non la amano affatto, questo sarebbe un grande passo avanti, da compiersi assolutamente. Ma voi diffidate di chi pensa così. Gesù la Chiesa l’ha pensata diversamente. Il Catechismo di San Pio X—che mi risulta non essere stato ancora abrogato—dice infatti qualcos’altro: il potere della Gerarchia ecclesiastica non viene per votazione. Uno Stato deve essere democratico, ma la Chiesa no. I Sacerdoti non sono chiamati al sacerdozio sulla base di campagne elettorali e libere elezioni, i preti hanno sentito la vocazione di Dio stesso in persona che non li ha mollati fino a quando non hanno indossato la tunica. Poi le carte si possono sempre mischiare diversamente, io pensavo, non ho capito, secondo me, ora sono più portato a…, può anche prevalere sulla vocazione l’ideologia modernista buonista, possono anche intervenire forze esterne e, perché no?, anche il  porco del demonio in persona (così porta via a Dio un importante veicolo di salvezza per il popolo), può avvenire tutto questo… ma il principio fondamentale resta sempre quello dell’articolo 190. 
Sarebbe eresia negarlo, tuona il Catechismo.Ce ne siamo dimenticati quasi tutti, ma nella Chiesa non è ancora stata licenziata la Divina Provvidenza e da quello che so resterà con noi fino alla fine dei tempi, anche se le nostre speranze sono morte tutte, basta chiedere. E poi noi cristiani ci dobbiamo ricordare sempre che Gesù è morto solo e esclusivamente sulla base del risultato di un referendum democratico e popolare. Significherà questo, qualcosa?

Il Pio

Diversamente colorato.


Mi sono ritrovato questo post che avevo scritto diversi mesi fa, appena conosciuta la notizia che ha suscitato clamore. Il fatto, dunque non è attuale,  ma le conseguenze che da questo sono derivate, sono addirittura attualissime, se non proprio del futuro. Ed io queste voglio segnalare più che il fatto di cronaca in sè. Per dire che gli uomini stanno prendendo una direzione strana, ignota, non umana e coraggiosamente direi anche poco normale ed è consigliabile tenere la strada la cui metà ed il cui destino sono a noi noti. Allora rilancio questo vecchio post.

 
Secondo me il fatto doveva essere catalogato tra quelli di scarsissima importanza e se proprio doveva essere pubblicato per una eccezionale carenza di notizie, andava bene un trafiletto nell’ultimissima pagina, in fondo, capovolto, sotto la pubblicità del lucido per scarpe. Invece non è stato così. A Valeria Fabrizi, notissima e bravissima attrice di 84 anni (la vediamo di recente nel telefilm “Che Dio ci aiuti”), invitata in una trasmissione TV, le hanno fatto vedere una sua foto di quando era giovane. E qui è successa la tragedia: forse commossa dal ricordare quel momento,  ha allentato i 
freni del cervello; l’ottuagenaria ha avuto dunque l’ardire di dire “qui sembravo un negra”. Era per scherzo, una battuta che doveva essere spiritosa. Non mi pare che la sua voleva essere un’offesa agli  uomini di colore, non mi pare ci fosse intenzione di oltraggiare (ma secondo me in questi casi quelli che si offendono sono solo i bianchi a causa del lavaggio del cervello che per decenni hanno ricevuto). Nella foto lei era scura di carnagione, occhi neri, capelli neri, tutta nera, vestita di nero e la foto se non erro era pure in bianco e nero, di sera... invece per accontentare i Guardiani della Rivoluzione e i loro sgherri, avrebbe dovuto dire nel lessico del XXI secolo “sembravo simile a una povera donna di colore, migrante, sfruttata dal capitalismo moderno, costretta...” e non sarebbe successo niente,  anzi! Ma si era probabilmente dimenticata dell’esistenza del terrificante politicamente corretto che tutto divora e appiattisce. (E se cercate questa notizia su internet vedrete che molti siti scrivono la parola incriminata con “ne*ra”, capite in che mondo siamo capitati?). E’ dunque successo un pandemonio: gliel’hanno dette di tutti i colori. L’hanno massacrata. Oltraggiata. Infamata in TV, per radio, per email, in giro per la strada. È stata profondamente umiliata. (A 84 anni). Si è dovuta scusare e riscusare, ha dovuto spiegare e rispiegare e quei pochi che l’hanno voluta giustificare, sono stati costretti a dire che negli anni ’60 e ’70 "usava dire così", come se gli anni ’60 e ’70 fossero la preistoria della civiltà umana, abitati da uomini delle caverne rozzi, ignoranti, soprattutto bianchi, razzisti e (perché no?) contro le donne. Qui però non c’entra niente il razzismo e chi scrive non è razzista per niente. Forse non lo è nemmeno la Fabrizi. Non si può però condannare al patibolo del disprezzo civile una persona solo perchè ha detto una parola ritenuta oggi "indicibile", ma senza nessuna cattiveria, odio o secondi fini. Ho assistito anni fa in un centro commerciale a una scena in cui un gigante di colore, con certe mani da un metro quadro l'una che faceva la sicurezza, aveva fermato un ragazzino che rubava; costui lo ha riempito di insulti e il gigante rimaneva fermo in attesa dei Carabinieri. Ad un certo punto il ragazzino con rabbia gli ha gridato "sei uno sporco negro!". Lo schiocco dello schiaffo partito come un fulmine, si è sentito per tutto il centro commerciale. Sul viso del teppistello era rimasta la stampa della mano. Secondo voi allora, "sembravo una negra" detto da un'84-enne  guardando una foto giovanile in cui era molto bella e tutta nera e lo "sporco negro" detto da un teppistello tossico viziato di provincia hanno lo stesso valore? Per i politicamente corretti probabilmente sì. Ma c'è un lavaggio del cervello a livello mondiale, un politicamente corretto che è stato cacciato a forza dentro i cervelli di molti uomini ed è divenuto criterio massimo. Tra un po’ si potrà fare e dire solo quello che il Potere vuole e chi fa o dice altro, sarà “lapidato” o “esiliato”; e i primi a saltare addosso ai reprobi, non saranno i Guardiani della Rivoluzione che certamente staranno dappertutto con mille occhi, ma i nostri amici, parenti e i nostri vicini di casa. Siamo a buon punto della strada e già si leggono i cartelli “Nuovo Ordine Mondiale Km. 6”. Forse avrebbe dovuto dire che in quella foto sembrava una persona “diversamente colorata”. E' vero però che il termine “negro” potrebbe anche derivare direttamente dal latino “niger-nigra-nigrum” che significa scuro, nero... E’ pur vero che il latino rientrerà tra le lingue politicamente scorrette odiate dal Potere (già forse lo è da diversi anni) ma è pur sempre, particolarmente per noi italiani, la radice della lingua attuale.

Il Pio

Fuori dalla Chiesa non c'è salvezza.





157 D. Non vi potrebbero essere più Chiese? 
R. No, non vi possono essere più Chiese. Perché siccome vi è un solo Dio, una sola Fede e un solo Battesimo, così non vi è, e non vi può essere che una sola vera Chiesa. 

169 D. Può alcuno salvarsi fuori della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana?
R. No, fuori della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana nessuno può salvarsi, come niuno poté salvarsi dal diluvio fuori dell'Arca di Noè, che era figura di questa Chiesa.

(Dal Catechismo Maggiore della Chiesa Cattolica).


In questi due semplicissimi (e sconosciutissimi) articoli del Catechismo di San Pio X si chiarisce il livello delle assurdità che tanti oggi dicono come fosse il massimo dell'intelligenza e della profondità. Assurdità che purtroppo si sentono dire anche da diversi "preti traditori" sia dal pulpito come nelle stanze del catechismo. Cioè: "tutte le religioni sono uguali, l'importante è credere in un dio, per cui tutte le religioni vanno bene". Invece il vecchio catechismo con una elementarità disarmante ci suggerisce, se vi un solo Dio, vi è anche una sola fede e una sola chiesa. Se non si crede in questo, se pensiamo davvero che esistono più dei (tutti validi per la salvezza) siamo di fatto tornati al politeismo (e forse al paganesimo). Poi ognuno fa quello che meglio crede. La conclusione è che—comunque sia, politeisti o non politeisti—al di fuori della Chiesa, che è senz'altro Una, Santa, Cattolica, Apostolica e Romana, non c'è possibilità di salvezza, cioè di salvarsi l'anima e andare in Paradiso; già questo è difficile da battezzati nati dentro la Chiesa, ma da fuori è addirittura impossibile.E questo, che un tempo si diceva in ogni parrocchia, è qualcosa che ci deve far pensare alla faccia delle teorie della chiesa moderna che deve aprirsi al mondo. Mi verrebbe da dire: tenetevelo questo mondo, ma non lo dico.

Il Pio





Vita e teoria

In Francia è stato messo recentemente nella costituzione. L'aborto. In Italia oggi è un tema esplosivo; deve essere  un diritto inaliena...