Etichette

Pier Giorgio Frassati 12



La sua carità non gli faceva vedere altro che anime da salvare e perciò accarezzava tanto i bambini puliti come quelli disordinati, aveva la vera intelligenza che tutto a Dio riferisce e in Dio tutto vede.

Pier Giorgio era famoso per essere sempre al verde e tutti sapevamo che l’essere sempre senza soldi era una conseguenza della sua ardente carità. E’ un particolare che ricordo benissimo, perché noi amici lo aiutavamo quando capivamo che rinunciava a qualche gita per ragioni finanziarie. Allora insistevamo che venisse ugualmente e sono fiero di poter dire di averlo spesso aiutato.

(Luciana Frassati, Mio fratello Pier Giorgio, la carità, pag.24 e 32, Effatà editrice)

Scandalo



Quando si deve parlare di “scandalo” in ambienti clericali, spesso si dice che questa parola deriva dal verbo greco x, che poi viene traslitterato in latino e in italiano più o meno nella stesso modo, la cui etimologia significa “ostacolo”, “inciampo”: come il sasso che ti impedisce di passare. Giustissimo, ma così la questione si capisce poco, è infatti una visione molto formale e la gente non vive nella forma. Essa ha bisogno di cose concrete, di esempi semplici, di spiegazioni chiare, come Gesù era chiaro e semplice quando spiegava le cose importantissime alla gente. Infatti messo solo così il problema non ci riguarda: sì, abbiamo imparato una nuova etimologia e un nuovo verbo greco, e questo pure è importante, ma usciti dalla porta siamo tali e quali. Invece il significato che la Chiesa cattolica ha sempre dato al termine “scandalo”—ferma comunque la sua etimologia—è molto più drammatico e molto più vicino a noi e alla nostra vita quotidiana, sicuramente comprensibile e una volta appreso resta per sempre nel nostro cuore. «Che cos'è scandalo? Scandalo è dare al prossimo, con qualunque atto cattivo, occasione di peccare» e poi «Lo scandalo è peccato grave? Lo scandalo è peccato gravissimo, e Dio domanderà conto del male che si fa commettere ad altri con perfidi eccitamenti e con cattivi esempi: «guai, all'uomo per colpa del quale viene lo scandalo (Catechismo San Pio X, punti 198 e 199, per il 5^ comandamento)». Non a caso Gesù ha detto senza mezzi termini che cosa comporta scandalizzare: «Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! (Matteo 18, 6-7)». Sono inevitabili dunque, ma guai a chi li commette perchè fa peccare altre persone: si merita solo una macina d’asino al collo e di essere buttato nel più profondo del mare (senza appello!). C’è tanto da imparare da queste frasi. Ormai sono anni che quasi ogni giorno veniamo a sapere di un numero impressionante di scandali. Le conseguenze sulle persone che essi hanno prodotto, non le so. Però sarebbe opportuno che, prima possibile, dai pulpiti delle chiese si tornasse a parlare in modo chiaro e inequivocabile della gravità del peccato, delle conseguenze degli scandali e poi che c’è la morte e eventualmente anche l’Inferno per chi muore fuori dalla grazia di Dio e che questo non è vuoto per niente (Dio e misericordioso ma anche giusto) e qui dentro ci sta per l’eternità (e non ci si sta bene). Lo dico perché tutto questo, oggi, non lo sa più nessuno. E ciò, se non è proprio uno scandalo, è una grave omissione per chi deve guidare il gregge.

Il Pio

Preghiera per l’Italia.


O Dio, nostro Padre,
ti lodiamo e ringraziamo.
Tu che ami ogni uomo e guidi tutti i popoli
accompagna i passi della nostra nazione,
spesso difficili ma colmi di speranza.
Fa’ che vediamo i segni della tua presenza
e sperimentiamo la forza del tuo amore, che non viene mai meno.
Signore Gesù, Figlio di Dio e Salvatore del mondo,
fatto uomo nel seno della Vergine Maria,
ti confessiamo la nostra fede.
Il tuo Vangelo sia luce e vigore
per le nostre scelte personali e sociali.
La tua legge d’amore conduca la nostra comunità civile
a giustizia e solidarietà, a riconciliazione e pace.
Spirito Santo, amore del Padre e del figlio
con fiducia ti invochiamo.
Tu che sei maestro interiore svela a noi i pensieri e le vie di Dio.
Donaci di guardare le vicende umane con occhi puri e penetranti,
di conservare l’eredità di santità e civiltà
propria del nostro popolo,
di convertirci nella mente e nel cuore per rinnovare la nostra società.
Gloria a te, o Padre, che operi tutto in tutti.
Gloria a te, o Figlio, che per amore ti sei fatto nostro servo.
Gloria a te, o Spirito Santo, che semini i tuoi doni nei nostri cuori.
Gloria a te, o Santa Trinità, che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.

IOANNES PAULUS

(Preghiera del Santo Padre Giovanni Paolo II per l'italia Martedì, 15 marzo 1994)

Disobbedienza cieca


Quando esci dal casello autostradale di G.—se prima non sono crollati i ponti, non ci sono state gallerie incendiate, se un camion non ti è esploso vicino… e dunque se sei ancora vivo—ci si trova davanti a un minuscolo frustolo di terreno in cui recentemente sono stati piazzati 6 o 7 grossi cartelli con su scritto “terreno privato“, “divieto di sosta”, “rimozione coatta”. E’ chiaro che si trovano, ogni giorno 6, 7 o anche più, autovetture parcheggiate praticamente sotto i cartelli. Noi italiani siamo così; è una nostra caratteristica. Tendiamo a una disobbedienza cieca. In altri Stati (soprattutto al Nord Europa) i cittadini applicano sempre l’obbedienza cieca a tutte le regole, in Italia invece la disobbedienza cieca regna sovrana. Parlo ovviamente di piccole disobbedienze, marachelle se vogliamo, quando poi queste diventano crimini è un’altra cosa e comunque tutte e due vanno punite, questo va detto. Io ho sempre pensato che la nostra disobbedienza cieca derivi dal fatto che vediamo lo Stato come un nemico (d’altra parte anche lui vede i cittadini come nemici, soggetti da spremere senza dar loro nulla o quasi) e ogni divieto appare a tutti come un comando di questo Stato che non viene riconosciuto come il proprio, quasi fosse un invasore. Forse ora cambierà, qualcosa forse no… però è vera una cosa. In tutti i campi e settori—da che mondo e mondo—è chi comanda che deve conquistarsi l’amore e la fiducia dei sottoposti, se non lo fa, tutto va avanti lo stesso, ma male e alla prima occasione… Lo Stato deve guadagnarsi la fiducia del popolo se vuole che tutto funzioni bene, deve recuperare quasi due secoli di mal governo e di angherie, di grigio e tristezza. E forse per ottenere questo ne occorreranno altri due di secoli. Ma prima inizia e prima finisce. E per noi, povero popolo cristiano possiamo riprendere e recitare sempre la grande preghiera di Giovanni Paolo II (15 marzo 1994) proprio per la nostra cara Italia: «Tu che ami ogni uomo e guidi tutti i popoli accompagna i passi della nostra nazione, spesso difficili ma colmi di speranza. Fa’ che vediamo i segni della tua presenza e sperimentiamo la forza del tuo amore, che non viene mai meno». E già che ci stiamo, diciamo anche tante preghiere per la Chiesa cattolica che in questo periodo non va tanto bene. Probabilmente non sappiamo che cosa pregare, quali sono priorità da chiedere o le persone da sostenere con esse, ma Nostro Signore lo sa, sa tutto, e salvo che non abbia altre intenzioni per noi, salvo che non ci abbia destinato a qualche persecuzione (che forse meriteremmo anche) prenderà atto delle nostre richieste e della fede con cui gliele abbiamo rivolte. E quello che successe ai tempi di Giona, potrebbe succedere anche oggi.

Il Pio

L’ultima e la penultima goccia.



Sicuramente il fatto recente che ha destato più clamore è il crollo del ponte Morandi di Genova. Su questo argomento è stato detto tutto e dunque non dico altro. La sensazione però è quella della goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’acqua dentro il vaso, sono gli italiani. I quali non ce la fanno più, dopo decenni e decenni di angherie, vitalizi, promesse mai mantenute, soldi pubblici spariti, massacrati dalle tasse e imprese fallite per colpa delle tasse e dello Stato che non paga il suo debito e invece banche arricchite, gente imbecille a coprire inspiegabilmente incarichi importanti, infine, troppo spesso, responsabili della Cosa Pubblica a cui interessa solo la cosa privata. Abbiamo mantenuto come fossero tutti Imperatori un’ intera classe politica idiota e egoista, che non ha fatto nulla o quasi, con tutto l’indotto, probabilmente dall’Unità d’Italia a oggi. La goccia del ponte ha fatto—giustamente—uscire di senno il popolo italiano. Ma questo si è verificato perché c’è stata la penultima goccia che ha portato l’acqua a livello del vaso. La goccia precedente al crollo del ponte è stata la nomina di un Governo che “sembra” (e sottolineo “sembra”, perlomeno fino a ora), a favore del popolo che in precedenza mai è stato tenuto nella minima considerazione (ma questo Governo nasce il primo giugno e siamo a fine agosto: 3 mesi, è un po’ poco per essere sicuri della svolta storica e popolare). Questa penultima goccia ha dato a tantissimi italiani quella speranza che da decenni era spenta, quella cioè che anche qui da noi le cose possono finalmente cambiare e si possono fare pure bene e che qualcuno può anche interessarsi—pur solo marginalmente—al popolo italiano. Ma ripeto è troppo presto ancora, per dire che sia avvenuto qualcosa di buono. Speriamo e aspettiamo. Un altro fatto clamoroso è stato quella della nave U. Diciotti con diversi migranti a bordo (oggi è il 25 agosto 2018 è sta ancora ferma fuori dal porto). In questo caso non riesco a parlare di ultima e penultima goccia, ma solo del modo in cui in Italia affrontiamo da anni il problema dei migranti (termine davvero un po’ equivoco, date le circostanze). Il problema è affrontato solo in chiave politica e in chiave clericale-clericale. Una parte dei politici vuole tutta l’Africa in Italia anche se nessuno ha ancora capito bene il motivo, invece l’altra parte non vuole nessuno e gli altri che già ci stanno “tutti fuori” a prescindere. I clericali-clericali (che sono i più pericolosi perché sono ascoltati dalla gente molto più che i primi) sono quelli che darebbero immediatamente la Basilica di San Pietro ai musulmani per pregare, facendo ritirare il popolo cristiano (non certo loro personalmente), in spirito di umiltà e povertà sotto a una povera tettoia (ma questo non è cristianesimo, tantomeno cattolicesimo!) anche loro sarebbero non solo per tutta, l’Africa ma anche per tutta l’Asia in Italia, a spese dei contribuenti si capisce, ovviamente togliendo prima tutte le croci e le immagini della Madonna e i santi dalla loro vista, forse nemmeno dicendo più le messe altrimenti si sentono a disagio (!) e non pensando minimamente a un’opera di testimonianza della fede cattolica. Ma oltre alla modalità politica, oltre alla modalità clericale-clericale (che mi sembrano poco utili entrambe, se non addirittura, pericolose) per affrontare il problema che stiamo argomentando c’è una terza che inspiegabilmente pochi prendono in considerazione. Anzi spesso è anatema perché puzza di razzismo. Innanzitutto vi siete mai chiesti perché mai gli altri Stati Europei non vogliono nemmeno sentire la parola redistribuzione dei migranti e sono mesi che ci stanno prendendo in giro sull’argomento? Ci sarà un motivo? Ci saranno conseguenze all’accoglienza selvaggia come la nostra? Ma la cosa più preoccupante è che nella spina dorsale dell’islamismo c’è anche la conquista violenta delle terre dei miscredenti (i cani infedeli, cioè noi) e la conseguente uccisione o sottomissione di uomini che non si vogliono convertire e la schiavizzazione delle donne. Questo dovrebbe essere preso in seria considerazione anche dai buonisti, anche dai clericali-clericali, anche...

Il Pio

Pier Giorgio Frassati. Forse il secondo “miracolo”.


Come molti sanno Pier Giorgio è divenuto beato il 20 maggio 1990, perché gli è stato attribuito un miracolo. (Un fatto non viene dichiarato dalla Chiesa “miracolo” solo per sentito dire o “a occhio e croce”: c’è uno studio serio, una ricerca complessa. Dottori, specialisti…). Il miracolo è comunque sempre opera di Dio anche se può avvenire tramite l'intercessione dei Santi. La Chiesa Cattolica Romana richiede due distinti eventi miracolosi, avvenuti dopo la morte e riferibili alla sua intercessione, come presupposto per la causa di canonizzazione dei Santi, uno per la Beatificazione, più un secondo per la Canonizzazione. Secondo la procedura attuale, definita nel 1983 l'inchiesta compiuta dalla Chiesa per accertare la verità del miracolo si basa, nei casi di guarigione inspiegabile, su un'attenta analisi dei fatti da parte di una consulta medica nominata dalla Congregazione per le cause dei santi composta da specialisti sia credenti sia non credenti, la quale verifica se il caso in esame soddisfi alcuni criteri. Fondamentale: la guarigione deve dimostrarsi permanente, e ciò richiede un periodo d'osservazione (follow up) notevole, convenzionalmente sui 20-25 anni. Il miracolo, riconosciuto dalla Chiesa al fine della beatificazione di Pier Giorgio, è la guarigione di Domenico Sellan, un friulano che aveva contratto, verso la fine degli anni trenta, il morbo di Pott. Questi, quasi in fin di vita, guarì repentinamente e senza un'evidente spiegazione medica, dopo che un suo amico sacerdote gli aveva donato un'immagine con una piccola reliquia di Pier Giorgio Frassati, al quale Sellan si rivolse con fiducia, supplicandolo d'intercedere per lui presso il Signore, secondo i principi della religione cattolica, per ottenere la guarigione. Per questo—a ben donde—è bene pregare intensamente Pier Giorgio (come tutti gli altri santi) perché chieda per noi a Gesù tutte le grazie di cui abbisogniamo, protezione per i nostri figli, per l’Italia, per la Chiesa... Ora sembra che Pier Giorgio abbia prodotto un altro miracolo. Un miracolo apparentemente insolito, perchè avvenuto senza l'intercessione di nessuno. Dobbiamo andare negli Stati Uniti dove Frassati è conosciuto e amato in più parti. Nel 2011 il giovane Kevin Becker era caduto dal secondo piano di un’abitazione che condivideva con un paio di compagni di college, fratturandosi il cranio in più punti e danneggiando ogni lobo del cervello che era quasi spappolato. Dopo un intervento d’emergenza è rimasto in coma, stabile, ma senza reagire per nove giorni. I medici pensavano che non sarebbe sopravvissuto o, se lo avesse fatto, che avrebbe riportato gravi deficit cognitivi. Kevin, però, ha aperto gli occhi, ha iniziato a parlare e a muoversi normalmente. Meno di tre settimane dopo è tornato a casa. Ora sta bene.  «Più volte il ragazzo è stato ospite di incontri e conferenze durante le quali ha raccontato cosa gli sarebbe accaduto durante il coma. Kevin ha detto che durante il suo coma, ricorda di essersi svegliato nella casa che condivideva con i suoi amici (e da dove era caduto) e di aver sentito qualcuno al piano di sopra. Era strano, non ci doveva essere  nessuno lassù. È andato a vedere e nel soggiorno ha trovato un ragazzo che non conosceva. Era un certo George, presentatosi come suo nuovo “compagno di stanza” che lo ha rassicurato. I due avrebbero trascorso assieme parecchio tempo. Una volta guarito lo studente avrebbe riconosciuto in una foto del Beato Pier Giorgio Frassati il volto di chi gli era apparso durante il coma. Il resoconto del caso di Kevin è stato inviato in Vaticano: la storia potrebbe essere il miracolo che porterà alla canonizzazione di Pier Giorgio Frassati: «Il fatto che prima dell'incidente, il ragazzo non avesse mai sentito nominare Pier Giorgio ha fatto subito pensare ad un evento miracoloso». Noi nel frattempo possiamo continuare a pregarlo con tanta fede e a farlo conoscere a quanta più gente possibile. 

Il Pio

Il giusto stipendio


... E questi sono i doveri dei capitalisti e dei padroni: non tenere gli operai schiavi; rispettare in essi la dignità della persona umana, nobilitata dal carattere cristiano. Agli occhi della ragione e della fede il lavoro non degrada l'uomo, ma anzi lo nobilita col metterlo in grado di vivere onestamente con l'opera propria. Quello che veramente è indegno dell'uomo è di abusarne come di cosa a scopo di guadagno, né stimarlo più di quello che valgono i suoi nervi e le sue forze. Viene similmente comandato che nei proletari si deve aver riguardo alla religione e ai beni dell'anima. È obbligo perciò dei padroni lasciare all'operaio comodità e tempo che bastino a compiere i doveri religiosi; non esporlo a seduzioni corrompitrici e a pericoli di scandalo; non alienarlo dallo spirito di famiglia e dall'amore del risparmio; non imporgli lavori sproporzionati alle forze, o mal confacenti con l'età e con il sesso.
Principalissimo poi tra i loro doveri è dare a ciascuno la giusta mercede. Il determinarla secondo giustizia dipende da molte considerazioni: ma in generale si ricordino i capitalisti e i padroni che le umane leggi non permettono di opprimere per utile proprio i bisognosi e gli infelici, e di trafficare sulla miseria del prossimo. Defraudare poi la dovuta mercede è colpa così enorme che grida vendetta al cospetto di Dio. Ecco, la mercede degli operai... che fu defraudata da voi, grida; e questo grido ha ferito le orecchie del Signore degli eserciti. Da ultimo è dovere dei ricchi non danneggiare i piccoli risparmi dell'operaio né con violenza né con frodi né con usure manifeste o nascoste; questo dovere è tanto più rigoroso, quanto più debole e mal difeso è l'operaio e più sacrosanta la sua piccola sostanza. L'osservanza di questi precetti non basterà essa sola a mitigare l'asprezza e a far cessare le cagioni del dissidio ?

Rerum Novarum Lettera Enciclica di S.S. Leone XIII, Parte II, Capitolo 3, paragrafi 16, 17).

Guardare le cose per come sono realmente



Necessità delle ineguaglianze sociali e del lavoro faticoso

Si stabilisca dunque in primo luogo questo principio, che si deve sopportare la condizione propria dell'umanità: togliere dal mondo le disparità sociali, è cosa impossibile. Lo tentano, è vero, i socialisti, ma ogni tentativo contro la natura delle cose riesce inutile. Poiché la più grande varietà esiste per natura tra gli uomini: non tutti posseggono lo stesso ingegno, la stessa solerzia, non la sanità, non le forze in pari grado: e da queste inevitabili differenze nasce di necessità la differenza delle condizioni sociali. E ciò torna a vantaggio sia dei privati che del civile consorzio, perché la vita sociale abbisogna di attitudini varie e di uffici diversi, e l'impulso principale, che muove gli uomini ad esercitare tali uffici, è la disparità dello stato. Quanto al lavoro, l'uomo nello stato medesimo d'innocenza non sarebbe rimasto inoperoso: se non che, quello che allora avrebbe liberamente fatto la volontà a ricreazione dell'animo, lo impose poi, ad espiazione del peccato, non senza fatica e molestia, la necessità, secondo quell'oracolo divino: Sia maledetta la terra nel tuo lavoro; mangerai di essa in fatica tutti i giorni della tua vita. Similmente il dolore non mancherà mai sulla terra; perché aspre, dure, difficili a sopportarsi sono le ree conseguenze del peccato, le quali, si voglia o no, accompagnano l'uomo fino alla tomba. Patire e sopportare è dunque il retaggio dell'uomo; e qualunque cosa si faccia e si tenti, non v'è forza né arte che possa togliere del tutto le sofferenze del mondo. Coloro che dicono di poterlo fare e promettono alle misere genti una vita scevra di dolore e di pene, tutta pace e diletto, illudono il popolo e lo trascinano per una via che conduce a dolori più grandi di quelli attuali. La cosa migliore è guardare le cose umane quali sono e nel medesimo tempo cercare altrove, come dicemmo, il rimedio ai mali.

(Dalla Rerum Novarum, Lettera enciclica di S.S. Leone XIII, Parte Seconda “Il vero rimedio l'unione delle Associazioni” cap.14)

Razzismo /2 e la moderna contorsione dell’intelletto.


Oggi le informazioni che si sentono potrebbero essere false. O vere. E chi lo sa più? Chi te lo può garantire? Fatta questa premessa. Ho letto tempo fa una notizia riportata allora,. da diversi giornali quotidiani nazionali come Il Giornale, Il Fatto Quotidiano o il Corriere.it oppure on line come La Nuova Bussola Quotidiana, e dunque dovrei supporre che il fatto che ora vi racconto, sia vero o quanto meno verosimilmente vero. A Rotherham, in Olanda fra il 1997 e il 2013 si sono registrati quei 1.400 casi di abusi sessuali su minori che ora un rapporto, pubblicato dal Comune, ha portato alla ribalta. Un’indagine assolutamente pubblica, che ha mostrato alla società britannica tutti gli orrori di una comunità che si credeva essere tranquilla e pacifica: bambini cosparsi di benzina e costretti, dietro la minaccia di un fiammifero, a rapporti sessuali; percosse, rapimenti di una notte, minori costretti a situazioni degradanti. Quello che sta emergendo, è che le autorità di Rotherham sapevano, almeno dal 2010, ma non hanno denunciato—sembra—per paura di scatenare un putiferio a sfondo razziale. Gran parte degli stupratori, identificati nella maggior parte dei casi con nome e cognome, provengono dalla comunità pachistana, di fede islamica. E il timore di passare per “razzisti” ha prevalso sulla necessità di una chiara denuncia dei fatti (Il Fatto Quotidiano). "La cosa che dovete capire su questo stupro di bambine che non si tratta semplicemente di un abuso sessuale. Qui stiamo parlando di livelli indicibili di violenza. Le vittime sono state stuprate con coltelli e bottiglie. Le loro lingue sono state inchiodate ai tavoli. Si è trattato di bambine e ragazzine prelevate il venerdì da orfanotrofi o comunità, violentate lungo tutto il fine settimana da centinaia di uomini, e rimandate a casa il lunedì con l'inguine sanguinante", ha raccontato George Igler, analista inglese, ripreso da l'Occidentale (Il Giornale). Secondo l'express.co, gli stupratori erano liberi di girare in città. Sentendosi impuniti. E diciamola tutta allora: l'Olanda è solo qualche decennio avanti a noi, gli ingredienti della torta maledetta ci sono tutti anche qui.Sicuramente qualcosa di verosimile potrebbe avvenire anche in Italia, silenzio delle autorità compreso. Lo cominciamo  a intravedere nei fatti della cronaca italiana. E quel ragionamento olandese può a breve funzionare bene anche qui da noi, proprio come intitola un articolo “La nuova Bussola quotidiana “ «Se lo stupratore è islamico la Polizia lascia fare». E se fosse stato un bianco, o peggio un sacerdote in mezzo a tutta questa cattiveria? Le Autorità e i giornali avrebbero avuto la stessa cortesia usata per quelle belve? E noi ci troviamo proprio in mezzo a questo mondo. 


Il Pio

Andremmo subito in Paradiso!



Da mezzogiorno del primo agosto alla mezzanotte del giorno seguente (il 2 agosto) di ogni anno, si può lucrare, per una volta sola, l’indulgenza plenaria. L’indulgenza si può beneficiare, o per sè o per un defunto. Con l’indulgenza viene cancellata la pena che rimane in seguito ai peccati commessi e che serve a riparare il disordine causato dal peccato stesso (con la confessione infatti, ci viene rimessa la colpa del peccato, ma non la pena che dobbiamo prima o poi scontare o in terra—con sacrifici, mortificazioni, offerte, malattie…—o in Purgatorio). L’ indulgenza non cancella dunque i peccati. Perché sia efficace infatti, occorre prima di tutto, il perdono della Chiesa. La quale può concedere le indulgenze attingendo ai meriti infiniti di Cristo e a quelli dei santi. In virtù di questa comunione dei santi la Chiesa concede, a chi abbia le giuste disposizioni che vedremo, e compia alcuni atti prescritti, il beneficio dell'indulgenza. Secondo quanto stabilito nel Manuale delle indulgenze della Chiesa cattolica, per ottenere l'indulgenza plenaria un fedele, a patto che sia completamente distaccato dal peccato anche quello veniale (è questo è fondamentale), deve seguire fiduciosamente un certo iter (questo e non altri). Innanzitutto deve confessarsi per ottenere il perdono dei peccati, poi deve fare la comunione eucaristica per unirsi spiritualmente a Cristo. Inoltre, è chiamato a pregare secondo le intenzioni del Papa per rafforzare il suo legame con la Chiesa (solitamente Pater, Ave e Gloria), quindi deve recitare almeno il Padre nostro (per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo), oltre al Credo (con cui si rinnova la propria professione di fede). Deve poi obbligatoriamente visitare una chiesa o un oratorio francescano, o in alternativa qualsiasi chiesa parrocchiale o una cattedrale. Il fedele può confessarsi e fare la comunione anche otto giorni prima o otto giorni dopo le date previste. La visita alla chiesa e le preghiere però vanno fatte lo stesso giorno. Il fedele può richiedere l'indulgenza plenaria o per sé o per i defunti (ma non per entrambi). Che dire? Se dunque dovessimo morire subito dopo aver lucrato l’indulgenza andremo subito (!) in Paradiso, non avendo la colpa perché confessati, né la pena perché soggetti all’indulgenza. Pensate un po’... E pensate invece a con quanta noia e disaffezione molti sacerdoti avvisano i fedeli di questa straordinaria occasione (quando poi lo dicono).

Il Pio

Razzismo!


E’ un dogma: l’italiano è razzista e non c’è alcuna possibilità di prova contraria. Però non è vero. Infatti a parte una minoranza di fissati, gli italiani non sono razzisti. L’Italia è sempre stata una terra cattolica in cui “bene e male” e "buoni e cattivi" non sono nettamente separati nel senso di “o l’uno, o l’altro”: per noi il santo è anche peccatore ed è normale che sia così e deve chiedere sempre perdono dei peccati che fa, se vuole sperare di andare in Paradiso. Per cui il cattivo per noi non è lo straniero in quanto tale. Non abbiamo mai avuto problemi di colore della pelle o di nazionalità, (tranne quando c’erano le invasioni e dovevamo reagire oppure quando ci era stato imposto da Leggi...). Oggi però—per questioni solo politiche (e chi dice politica, dice danno)—dobbiamo necessariamente essere razzisti, è ineluttabile, è così!, lo dicono anche i giornaloni. E un minimo fatto di cronaca diventa un problema nazionale in cui intervengono talvolta anche le alte cariche dello Stato (oltre che agli stessi giornaloni), se riguarda un immigrato di colore (se invece riguarda un italiano, no). E questo sta facendo irritare gli italiani che guardano la realtà non con gli occhi del politico, ma con gli occhi della persona normale. Non ce la fanno più di tutte queste stupidaggini che da tempo hanno bloccato un Paese. Tutti lo sanno di non essere razzisti. E tutti sanno anche che una buona parte degli stranieri che sono in Italia si comportano come se stessero in una terra di conquista. Come se ci avessero invasi e sottomessi. Pestaggi, violenze, furti, rapine, gente fatta a brani, picconate, angherie, spaccio, stupri persino di signore di 80 anni (mai accaduto!), e poi le pretese di avere tutto senza fare nulla e si fanno pure beffe del nostro Stato. Oltre a spadroneggiare senza sottostare a regole. E, se ciò non bastasse, alcuni hanno fatto anche minacce di islamizzarci tutti… Si potrebbe dire allora che sono gli Italiani a essere oggetto di razzismo da parte degli stranieri, con l’avallo irresponsabile di una parte della politica che non vede (la realtà) e non crede (in Dio), e non il contrario. Però non si può dire per evitare accuse importanti. Ma chi ci difende? La situazione non è bella: da un lato sta una parte degli stranieri che si comportano in quel modo, dall’altro gli Italiani che non ce la fanno più (anche per altre cose) e sentono la storia sempre più pesante o opprimente e si sentono discriminati. Vedremo cosa il futuro ci preparerà. Speriamo bene. L’importante è non perdere la fede in Nostro Signore Gesù Cristo e restare sempre a Lui attaccati. A ogni costo. E qualunque cosa dovessimo fare andrà fatta solo per Cristo Re. 


Il Pio

Idiozia.

  C’è un Potere immondo che mette tutti noi sotto una cappa tenebrosa, triste e cattiva. Ci dice come dobbiamo parlare, cosa dobbiamo deside...