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Ma è normale?


Ricordo un post di qualche mese fa. La memoria corta è il difetto di ogni popolo...1

Potrebbero essere fake. Ma le ho lette da fonti a mio avviso, attendibili. Pochi giorni fa un altissimo esponente dell'Europa avrebbe detto che se in Italia le elezioni andranno male (?) loro avrebbero rimedi sicuri. Qualche giorno prima un francese famoso, ospite in una trasmissione politica televisiva,  probabilmente pagato e chiamato apposta, avrebbe detto che le elezioni popolari potrebbero giustamente essere disattese. A questo aggiungiamo lo spaventoso aumento prima dei carburanti e poi delle bollette che al netto della carità dello Stato, rimane sempre spaventoso. In tutto ciò, nessuno ha detto niente contro quegli attacchi verbali alla nostra Nazione. Nessuno ha preso per il collo quei furfanti speculatori come uno Stato avrebbe potuto legittimamente fare. Nessuno ci ha difesi. E se tanto mi dà tanto, nessuno ci difenderà da tutti i prossimi attacchi perché, tanto lo si è capito, l'Italia deve soccombere, deve impoverirsi e morire,  in modo che la ricchezza dal basso passi a chi sta in alto. E il popolo sia modificato umanamente,  moralmente e religiosamente. Ma è normale questo? Fino a quando potremo tollerare tutte queste angherie? Forse ci dovremmo far venire in mente qualcosa. Nel frattempo preghiamo la Madonna. Preghiamo. Preghiamo. Preghiamo. 

Il Pio

Sono dell'avviso...


 

Sì, sono dell'avviso che lo Stato italiano non si deve limitare a dirci come usare l'energia elettrica come fossimo gente stupida e spendacciona. Non deve neanche regalare contributi. Che poi da qualche parte li deve pur prendere considerando che, sotto un profilo economico, lo Stato è improduttivo. Esso deve risolvere e non tamponare i problemi temporaneamente. Sono dell'avviso che il nostro Stato, se vuole essere considerato tale, deve prendere per la giacchetta tutti quelli che hanno tramato questa maledetta speculazione, sbatacchiarli contro il muro e fargli cambiare idea. (In senso figurato si capisce,  anche se questo trattamento non farebbe male ai lorsignori). Uno Stato avrà la capacità e la forza di imporsi ai nemici dei suoi cittadini? O forse non può toccarli?  O è forte solo con i deboli? Quando ha voluto ha fatto tutto quello che gli sembrava opportuno fare. Se vi ricordate in una notte ci ha tolto i soldi dai conti correnti. Legalmente, si capisce. Vorrei uno Stato forte, ma con i cattivi, con i mercenari, con i nemici. Ma in sessant'anni di età non sono ancora riuscito a vederlo. Temo anche che non lo vedrò mai

Il Pio 

Manco le jene!

 


La notizia è certa, garantisco io, ho visto. Molti negozi si sono trovati bollette passate,  all'improvviso e inspiegabilmente da 7.000 a € 28.000, per un mese e non per un anno. Ho visto la disperazione di chi è consapevole che in una situazione così, andare avanti, è impossibile; e sto parlando di imprenditori  seri quelli che si spaccano la testa contro il muro per far andare avanti la baracca e non di politici poco seri per i quali i soldi ci stanno sempre, piovono su di loro dallo Stato, anche se non fanno nulla. Pure le famiglie avranno gli stessi problemi: bollette stellari e prezzi delle merci da capogiro. E per esempio chi in casa aveva messo il pellet per risparmiare sul gas, si troverà a breve pure lui una batosta, perché alzeranno i prezzi a dismisura. A dire la verità ho visto anche molta rabbia in giro e senso di insicurezza, unitamente alla disperazione di cui sopra  e questo non lo trascurerei se fossi in alto. Rabbia e insicurezza, oltre la disperazione, solitamente bloccano tutto il buono che ci può essere in un popolo, ma potrebbero anche generare idee fino ad oggi imprevedibili per il popolo italiano, solitamente disposto a subire tutte le angherie che gli vengono fatte. Tra oggi e fine anno, salvo miracoli laici e/o divini, chiuderanno tantissime aziende e tantissimi andranno a spasso e forse sotto i ponti insieme ai figli. E pare che si voglia risolvere un problema del genere, ordinandoci di non accendere contemporaneamente phon e lavatrice e con una mancetta ridicola. Ma si può risolvere il problema di una bolletta che da € 7.000 arriva all’improvviso a € 28.000 in questo modo? Chi produce surgelati come fa a ridurre la corrente elettrica? Un ospedale può  abbassare la temperatura delle camere? E quanto mai si può risparmiare così? E poi i VIP limiteranno le temperature e la luce nelle loro regge faraoniche? Qualcuno sta speculando a livelli spropositati sulle spalle nostre, loro lo sanno chi e potrebbero sapere come risolvere il problema, perché è nato a tavolino e a tavolino, se si vuole, si può risolvere. È stato voluto di proposito dai malvagi. Esso mette a rischio la stabilità dell’Italia e può provocare il suo fallimento, come già è avvenuto in altri Stati. Ci devono pensare il Parlamento e il Governo, e il Presidente della Repubblica li deve spronare fino allo sfinimento (dell’Europa non mi fido tanto), essi devono lavorare per noi, stanno lì per noi e non solo per avere vantaggi: loro hanno questo compito istituzionale e costituzionale, se non lo ottemperano entro breve tempo, sono da considerare venduti e traditori, hanno attentato alla Costituzione e devono andarsene. E allora a quel punto il popolo italiano avrebbe titolo per agire perché a fronte di governanti eletti, ma infingardi, è giusta e  sacrosanta la legittima difesa  contro chi vuole toglierti i diritti legittimi e venderti come schiavo ai nemici dell'Italia; il brutto è che ho paura che c’è un piano, un progetto, fatto da quelli che vivono in un mondo irraggiungibile, con tutti i poteri e che possono dominare tutto e tutti, proprio per affossare l’Italia, per farla fallire e così sul cadavere ancora caldo di una Nazione straordinaria, potranno rubare come le jene sulle carcasse degli animali morti, tutto quello che esso aveva realizzato da secoli. 

Il Pio

Allegorie schiaccianti.




Oggi parliamo della pallavolo e facciamo un esempio. Mettiamo che la squadra di casa sia un po’ fiacca, mentre quella ospite è molto preparata, con schiacciatori, alzatori, battitori straordinari. Inizia la partita. La squadra di casa riceve addosso a ripetizione, battute e schiacciate tremende come siluri, da tutte le parti tanto che n
essuno riesce né a vedere né a ricevere, nemmeno capisce chi l'ha spedita e perché; qualcuno resta anche infortunato e non può più giocare. Alla fine della partita la squadra di casa non ha fatto un solo punto, manco per sbaglio. A momenti si può dire che non ha toccato palla. La partita è finita con una disfatta per quelli di casa; ma c’è sempre quella di ritorno e il campionato non è ancora finito. Ora tutti i giocatori perdenti, da quel brutto giorno, prendono coraggio, non vogliono più essere schiacciati e sconfitti in quel modo da tutti quei boriosi figli di papà. Cominciano “a fare e a sentirsi squadra” , per la prima volta seriamente, intenzionalmente, appassionatamente, come uniti contro quello squadrone presuntuoso, super medagliato, plurifotografato, che tutti lodano come i migliori in assoluto. Intensificano gli allenamenti, chiamano un allenatore bravo che li allena insieme a quello precedente, sempre stimato da tutta la squadra. Questi trova anche bravi schiacciatori… e un libero eccezionale. Tutti insieme poi diventano amici e anche più bravi di prima perché oltre alla tecnica e agli allenamenti diversi da prima, tutti ci mettono il cuore e iniziano ad amare quello che fanno. Così avvenne che nella giornata di ritorno, qualche muro quella squadra lo comincia a alzare, qualche battuta imprendibile la manda nel campo avversario, e anche qualche schiacciata micidiale e, con una difesa forte ed impavida, qualche punto lo fa. Questa volta la sconfitta c'è lo stesso, ma di misura. Non è detto allora che l'anno prossimo non vinca. 

Ecco. 

La squadra di casa è l’allegoria dell'Italia in questo momento, quella ospite è l'allegoria dei potenti del mondo, in particolare quelli che ci governano dall’Italia e dall’Europa (quelli cioè ci dovrebbero difendere e far crescere). Ma c’è sempre la partita di ritorno. E il prossimo campionato. 

Il Pio


A livello embrionale.


Quando ero bambino, e io non sono proprio un giovincello, i miei amici avevano tutti una famiglia con un padre e una madre uniti dal sacro vincolo di un matrimonio cattolico (che è sempre un sacramento e in quanto tale, non si può  dissolvere. Farlo é un peccato mortale e si rischia di finire all'inferno). Poi venne la legge sulla separazione e poi quella sul divorzio e iniziarono a vedersi anche  figli di separati o divorziati con i loro problemi personali e famigliari. Non tutti dotati di una stabilità psicologica. Oggi la situazione si è molto evoluta perché i possibili intrecci, i possibili legami tra adulti e adulti e tra figli e figli sono una marea, in senso orizzontale e in quello verticale, a sinistra e a destra. Ora oltre al matrimonio religioso e civile infatti c'è anche la convivenza, oggi praticata moltissimo e si dovrebbe studiare il perché oggi si preferisca subito un rapporto per definizione temporaneo a uno  almeno in partenza, definitivo. Il "per sempre" oggi spaventa tanto molte persone e lo vogliono evitare senza nemmeno pensarci. Io mi sono comunque fatto un'idea personale, a tutto si pensa e si è pensato fuorché all'interesse dei figli che hanno tutti bisogno di sicurezza e stabilità per crescere dritti e bene.  Ed è sembrata una conquista sociale il fatto che il cognome ai figli non lo desse più solo il padre che era forse l'ultimo baluardo della famiglia tradizionale che però ha sempre funzionato bene per secoli. Come saranno questi figli da adulti se mai riusciranno a divenire adulti? L'ultima considerazione. Quando ero piccolo tutti comunque si sposavano, anche se poi si tradiva,  si faceva concubinato, si scappava,...,  ma c'era, anche solo a livello di idea, in nuce come si dice in latino, cioè a livello embrionale, la decisione, la volontà di avere un rapporto definitivo e permanente. Poi magari l'anno dopo ci si lasciava. Oggi sento tantissimi miei coetanei che parlano fieramente del propro fidanzato o della propria compagna. E un po' mi rattrista, ma è solo una cosa personale. 

Il Pio 

 

Sappiamo quello che "dobbiamo" sapere.




Facciamo spesso discorsi su ogni argomento. Salute, medicina, edilizia, leggi, politica, scuola, guerra, virus, moda, lavoro... e capita che talvolta ci infervoriamo e litighiamo 
 perché uno la pensa in un modo e l'altro in un altro. Spesso si perdono anche le amicizie con questi discorsi, tanto ci avveleniamo. Sarebbe  forse meglio fare come dice il bravo cabarettista di Zelig Giovanni Cacioppo. "Ci si trova al bar con gli amici-racconta spesso nei suoi spettacoli-e siccome siamo tutti ignoranti a 360 gradi su ogni cosa, possiamo discutere per ore e ore di qualunque argomento, a 360 gradi", senza problemi e senza dunque litigi e contrasti. Noi facciamo invece al contrario perché pensiamo di conoscere bene un fatto (e talvolta è anche vero), ma nella maggior parte delle volte noi sappiamo solo quello che sentiamo dalla TV o leggiamo sui giornali o su internet, fake news comprese. Non è facile districarsi, orientarsi bene in questo ginepraio di informazioni. Infatti non potendo spesso attingere presso la fonte diretta, i nostri punti di riferimento sono TV e giornali. A tal fine però dobbiamo prendere atto che ogni TV e ogni giornale ha una precisa linea politica o editoriale da portare avanti oppure dietro c'è qualcuno importante come proprietario che vuole certe cose mentre altre no, poi molti organi di informazione prendono anche i finanziamenti dallo Stato, senza i quali non camperebbero a lungo a quei livelli. Quindi noi sappiamo in buona parte, solo quello che altri vogliono che sappiamo. Sappiamo cioè quello che "dobbiamo" sapere. In particolare molte frivolezze e politica. Le notizie dunque spesso le sentiamo dalla voce di chi è pagato  per informare tutti in un certo modo. Episodi talora verosimilmente filtrati o  forse adattati e così succede che la notizia di un prete pedofilo finisce per giorni in prima pagina in tutto il mondo dell'informazione con grande (giustamente) sdegno, ma la notizia di un giovanissimo prete bruciato vivo dagli islamici per odio alla nostra fede, o di centinaia di civili cattolici trucidati o cacciati di casa, oppure di chiese rase al suolo, non la dice nessuno. Ecco un esempio. Tutto questo ovviamente facendo le dovute tare e riserve. Forse è meglio allora restare amici tra di noi senza dividerci e non fidarci totalmente invece di quello che ci dicono i nostri potenti nemici. Temo però, per come siamo fatti, che non saremo mai in grado di farlo. 

Il Pio


«Ci condannano per il nostro attaccamento alla fede».

  Di seguito vi metto un po’ di brevi stralci dagli scritti di Georges Bernanos (Parigi, 20 febbraio 1888 – Neuilly-sur-Seine, 5 luglio 1948...