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Vai a giocare a pallamano!


Ora non solo gli atei, i pagani, i senzadio, contestano la Chiesa, ma anche i fedeli e i "pastori". Nel gioco del calcio, per esempio, nessuno critica il fatto che il pallone non si debba prendere con le mani: è così, ma se non piace quella regola, si può andare a giocare a pallamano. Se uno vuole entrare ad esempio nel  Partito Monarchico (che non so se esiste più) non può pretendere che tutti gli iscritti si aprano agli ideali repubblicani: se sei repubblicano, ti iscrivi in un altro partito. Il discorso non fa una piega, giusto? (Lo spero, perché oggi la logica naturale spesso viene messa in discussione). Per la Chiesa, caso dunque unico, non è così. Tutti hanno il diritto di rimproverarle qualcosa, tutti possono pretendere modifiche al suo millenario Credo. Tutti vogliono entrarvi e starci, però solo secondo le proprie regole. Ragioniamo un attimo: si pretende di entrare a tutti i costi, ma è il “padrone di casa” che deve cambiare le regole. Questo discorso invece, fa o no qualche piega? Molti pretendono che il catechismo debba essere modificato. E ora non più gli atei, i pagani, eccetera, ma anche cristiani, consacrati o meno, compreso alcuni vescovi, premono perché le “regole” da sempre valide, siano ora modificate per adeguarsi al mondo (che di Chiesa e religione peraltro, non ne vuole proprio sentire).

Il concetto dunque è che oggi bisogna aprirsi al mondo moderno per essere da esso accettati. (Gesù però non ci ha detto che saremmo accettati da tutti, anzi, il contrario esatto). Ci siamo chiesti perché mai dovremmo essere accettati e simpatici al mondo? Il mondo moderno ci propone ideali più grandi, belli, vivibili, alti, di quelli della Chiesa? Se la risposta è sì, apriamoci subito, ma se la risposta è no, conserviamo e difendiamo fino alla morte il “depositum fidei” della Chiesa. Che resta dunque l’unico appiglio per vivere bene... E per salvarci l’anima (lo dico così en passant perchè pare che oggi questo fatto non si debba  nemmeno prendere in considerazione: « sennò la gente si spaventa, scappa  e non viene più in chiesa » dicono infatti alcuni preti). Ma la storia ci ricorda che quando si cancellano vecchie regole e si aprono le porte, di tutti quelli che prima urlavano per entrare, entrano pochissimi, quelli che stavano dentro, conservatori e sempre fedeli, escono delusi. Il bilancio di previsione dunque non mi pare sia entusiasmante.

Le “regole” della Chiesa non sono mai imposizioni cattive, non sono inutili e ormai superate e dunque da abolire. Basta poi con il concetto che oggi è tutto cambiato e tutto deve cambiare: l’uomo è sempre quello di sempre, fatto di anima e corpo.

Le “regole” sono per me come “consigli”. « Vuoi vivere cristianamente? Vuoi sperare di salvarti l’anima? Segui Gesù Cristo, vivi nella Sua Chiesa, segui quanto Essa ti dice e il catechismo. Ma sappi sempre che sei libero, Dio ti ha fatto liberissimo e puoi fare come vuoi, anche il peggiore criminale, e sappi anche che le porte, se vuoi tornare, sono sempre aperte, se ti converti e cambi vita. Se non vuoi tornare rischi che ti perdi e non ti ritrovi più. Per sempre. Ma sei libero anche di perderti e non tornare indietro per coerenza ».

Ma si possono dire queste cose, oggi? No, non è corretto! E allora si può rispondere senza rispetto umano (come faceva sempre il beato Pier Giorgio), « andate a quel paese: a me non importa niente di voi, ma solo andare dietro Gesù e alla Sua Chiesa? ». 
Il Pio

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