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Povera Italia e le domande aperte



I continui sbarchi di africani in Italia. Molti non sanno cosa sia giusto pensare: accoglienza o respingimenti? Il punto è anche che su questo argomento ci ostiniamo a non ragionare alla luce del buon senso (che non è mai il senso comune), ma secondo lo schieramento di appartenenza. Per cui se siamo cristiani e/o di sinistra, dobbiamo essere per l’accoglienza a oltranza. Se non siamo cristiani e/o se siamo di destra, dobbiamo essere per i respingimenti a oltranza. A priori. (Resta però aperta una domanda: chi ha stabilito questi dogmi e perché il buonismo di sinistra deve essere identificato col cristianesimo?). Ma in questo modo le porte sono tutte chiuse e non si arriva da nessuna parte. E poi se è questo il modo di ragionare non ci resta che dire: povera Italia!

All’indomani della ennesima tragedia in mare, il Presidente della Repubblica ha detto (il 21 aprile) che bisogna fare di più. Giustissimo. Mi è rimasta però aperta un’altra domanda, quella su chi sia che deve fare di più e che cosa deve fare, anche considerando il fatto che l’invito proveniva dalla più alta carica dello Stato. D’altra parte il Governo ha sempre detto che è l’Europa che deve pensare a risolvere questo problema. Giustissimo anche questo. E l’Europa, finalmente, dall’alto della sua superiorità morale probabilmente qualcosa concederà a noi Europeini di serie C, italiani “pizza e mandolino”. Ma non mi pare che questa Europa voglia pensare a risolvere questo problema, né prendersi “dentro casa” questa complicazione, tantomeno correre in aiuto di questa Italia (data anche l’alta stima che hanno di noi). E poi, perdincibacco!, non siamo mica un Europa cristiana, dove tutti si aiutano vicendevolmente, siamo un’Europa laica e laicista, tendenzialmente atea e agnostica, comunque anticristiana (tanto da rifiutare rabbiosamente la semplice menzione delle storiche radici cristiane), dunque che volete, che vi aspettate? Se parliamo del burro va bene, altrimenti ognuno a casa sua. Magari, in un sussulto di dignità personale (qualora ancora la ritrovassimo), potrebbe essere opportuno anche dire congrue parole ai nostri spocchiosi colleghi del Nord Europa, per i quali noi siamo una ridicola nazione lazzarona.

Ma anche qui mi rimane aperta una ennesima domanda. Se infatti ci pensiamo un attimo, il problema, in effetti, ce lo ha l’Italia, non l’Europa. Chi dunque deve pensare a risolverlo prima di tutti gli altri? Se a uno gli sta crollando il tetto in testa, che fa? Si siede sotto e aspetta che arrivi il Comune che gli risolva il problema? Uno Stato deve essere capace di risolvere tutti i problemi che vengono dall’interno e dall’esterno. E non lasciarli decantare finchè non si risolvano da soli, per poi dire di averli risolti. E nemmeno buttarli in braccio a qualcun altro. Ognuno ha a la sua responsabilità. E lo Stato ha anche questa. Se non la vuole avere, o la vuole scaricare a altri, dovremmo seriamente fare delle considerazioni quanto meno di natura costituzionale.

D’altra parte gli Stati europei a noi confinanti, gli immigrati clandestini, li rispediscono tutti in Italia. Quasi tutti gli altri Paesi del mondo hanno risolto lo stesso problema impedendo ai clandestini di entrare, senza porsi tanti problemi o scrupoli e anche con maniere, diciamo, brusche (gli stessi poi fanno la morale all’Italia perché non accoglie bene i clandestini). D’altra parte è impensabile che possiamo accogliere qui e mantenere a vita tutta l’Africa, anche a voler essere proprio buoni buoni, ma come si fa? E poi è giusto fare così? E quando sapranno di essere un numero considerevole, cosa potrà venire in mente a quelli più spregiudicati? E’ anche successo che durante una traversata alcuni musulmani hanno gettato in mare i cristiani, uccidendoli tutti. Pensate: quelli lì non sono riusciti a convivere con i cristiani, loro compaesani, nemmeno qualche ora, peraltro in una situazione drammatica. Che cosa fa pensare questo? Almeno una cosa. In Italia non arrivano solo buoni “in fuga dalla miseria e dalla guerra” come dicono i TG e le trasmissioni intelligenti (che, come sapete, ci devono educare a pensare giusto). Arrivano questi, arrivano i terroristi, arrivano quelli che si legano subito alla malavita nostrana ove non la soppiantano proprio, arrivano i malati, arrivano i buoni, arrivano i bravi, arrivano i santi. A migliaia e migliaia.

Forse non è il caso che ora le coste italiane vengano difese come applicazione del diritto nazionale e internazionale? Come vorrebbe il diritto naturale di uno Stato?

Non ci aspettiamo nulla. Lo Stato pensa a mettere le tasse (per mantenersi) e alla legge elettorale (il modo per spartirsi il potere). I Partiti che peraltro compongono lo Stato, pensano agli affari propri. I Politici che peraltro compongono i Partiti, pensano a parlare parlare e a farsi notare in TV. Dunque non speriamo nulla di buono. Anzi.

Noi che siamo rimasti ancora cattolici, che pensiamo che dire il rosario sia una cosa essenziale, come andare a messa e confessarsi, che pensiamo che sia necessario pensare alla santità e alla salvezza finale, che, come gli speroni da cavaliere, santità e salvezza, ce li dobbiamo conquistare, che sappiamo che la vita è nelle mani di Dio, che consideriamo anche che ci potrebbe essere chiesto il martirio, chiediamo a Nostro Signore di avere pietà e misericordia di noi, di perdonare i nostri peccati e di aiutarci. E di aiutare l’Italia. La nostra patria. La nostra povera Italia.
Il Pio

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