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Intellettualoidi da strapazzo


 Oggi me la prendo con i miei correligionari. Infatti girando spesso per i social, leggo interventi e/o risposte molto spesso dal tono intellettuale. Anzi, intellettualoide e pure da strapazzo. Si parla al prossimo, sia esso fratello, sia esso pagano, come fossimo sapienti contro sapienti, da quelli cioè che ben conoscono la storia o il magistero della Chiesa e lo devono far sapere per piegare l'avversario. Le risposte o gli interventi che leggo, non hanno invece il cuore e il calore cristiano, ma la freddezza della sapienza e della scienza o della statistica. I santi però, non erano mica così, erano semplici (che non significa stupidi), avevano quella semplice saggezza cristiana popolare e una vita altrettanto semplice e cristiana. Non rispondevano a un nemico, non dibattevano con chi li accusava e li voleva morti. Volevano conquistare a Gesù quante più persone possibile, in tutte le occasioni opportune e inopportune. Non dovevano piegare con la sapienza,  ma convertire col cuore e con la vita cambiata da Gesù. Così dobbiamo fare pure noi. Dobbiamo convertire le persone, preoccuparci della salvezza eterna della loro anima e non del loro cervello che dopo la morte, va pure lui in polvere al contrario dell'anima che può andare in Paradiso come anche all'inferno. Per l'eternità. E se non bastano le parole con queste buone intenzioni, quando c'è durezza di cuore o riottosità, un bell'Angelo di Dio, lo possiamo recitare in silenzio perché quella persona si possa convertire. E questo lo possiamo fare anche a prescindere. Talvolta anziché intellettualoidi, gli interventi e le risposte sono di un buonismo mieloso, senza nè cuore nè carne. Ma in questo caso non è possibile intervenire. 

Il Pio 



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