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Non facciamoci cadere le braccia



Mi sono rattristato. Mi sono rattristato dopo aver sentito dal Governo, quello che aveva ricevuto da tantissimi italiani una fiducia smisurata, quasi fosse il liberatore della Patria, la frase “dobbiamo difendere i confini dell’Europa”. Prima delle elezioni parlava di difendere i confini nazionali, laddove infatti gli altri Stati, i propri, li difendono,  non bene, benissimo e senza starci tanto a pensare. La differenza si capisce facilmente, difendere l'Europa è qualcosa di grande, ma anche di vago e poi ci devono pensare tutti, e tutti devono essere d'accordo sul modo,  sui costi,  sulle responsabilità: non è per adesso, cioè. Com
e si capisce che, contestualmente, continua ininterrotta e senza perdere tempo, l’invasione afro-islamica in Italia che non promette nulla di buono. Invasione voluta da quelli che comandano il mondo e non hanno remore a muovere popoli interi come le pedine del gioco dell'oca o di risiko. Così i clandestini, sono diventati prima immigrati, poi migranti (che fuggono dalla guerra e dalla fame) e ora naufraghi. E poi l’aumento spericolato dei prezzi; dice che dobbiamo trovare i fondi per fronteggiare agli aumenti. Ma come? I pessimi devono ridurre l’infame speculazione, mica noi. E poi, può essere che uno Stato non riesca a imporsi ai “tagliagole” della finanza che “sgozzano” i poveri e innocenti cittadini italiani, peraltro già massacrati dalle tasse italiane più esose che altrove? Devo sconsolatamente considerare che non è cambiato nulla ed è tutto come prima. Tra quelli di ieri e quelli di oggi c’è solo la differenza che gli ultimi sanno parlare un po’ meglio, i risultati però ci sembrano simili. E la differenza tra una democrazia sporca come si è ridotta qui da noi e una dittatura è che il tiranno quando fa le cose (nel bene o nel male) ci mette lui solo la faccia, ma spesso, per questo, ci mette anche il collo, anzi ci rimette proprio il collo, tutto intero, nella democrazia sporca invece nessuno ci mette la faccia e nessuno ci rimette del proprio e tutti sono comunque sistemati in posti ben remunerati insieme a famiglia, parenti ed amici. Mentre il popolo quello che in democrazia dovrebbe decidere, langue. E noi continuiamo a farci avvelenare dalla politica, a litigare tra di noi ferocemente su chi dice le cose più belle, "dice", mica "fa". Scemi noi: questa politica allora ci meritiamo.Però non facciamoci cadere le braccia: il nostro capo non è un leader politico; il nostro capo è Gesù, che non ha nulla a che fare con speculatori, politici, lobby, faccendieri, invasorie invadenti, e quant'altro del genere. Lui vuole bene a noi, vuole la nostra felicità e la nostra salvezza, a patto che Gli vogliamo bene e Lo seguiamo.

Il Pio

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