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Non la trovi per due soldi alla Fiera dell'Est


Mi capita ogni tanto di ripescare vecchi articoli. Sul Tempo del 1 gennaio 2022 si leggeva un commento al discorso di fine anno che la sera del 31 dicembre 2021 pronunciò il Presidente della Repubblica on. Sergio Mattarella
. Il commento era quello dell'on. Vittorio Sgarbi. Questi ha sottolineato tra l'altro: "Nel suo discorso Mattarella non ha detto alcuna parola di speranza". Come vedete una frase piccolissima mi ha colpito, una, in un discorso ben più ampio e articolato. Però, è anche vero che la speranza non si compra per due soldi alla Fiera dell'Est, come  al mercato non si può comprare nemmeno la salute del montanaro, il fisico del fotomodello, l'intelligenza degli scienziati,  la ricchezza di Paperone... La speranza fondata solo sulle parole o sulle frasi fatte è solo un fuoco di paglia: illumina un momento, ma poi torna buio. La speranza sicuramente non dipende dai soldi, dal prestigio, dal fisico, dal potere che uno ha... queste cose,  infatti, non possono sorreggere e dare senso e motivo a tutta la nostra vita.  La speranza è una Virtù cristiana. E' quella che, incatenato da una malattia terribile, ti fa stare saldo e lieto ed anche rincuorare i vicini pur sapendo che i giorni che restano sono ormai pochi. È quella che nella fase più truce della vita, ti fa infondere coraggio a tutti quelli intorno, esortandoli a vivere onorevolmente..Ecco. E' vero. Uno la speranza non se la può dare da solo, nè può comprarla alla Fiera dell'Est, l'ho già detto mi pare. E se uno non ce l'ha, non la può creare da sè, ma nemmeno riceverla dagli altri e, purtroppo per noi, questo è poco, ma sicuro. L'uomo è limitato, ne dobbiamo prendere atto, ha il peccato originale,  è storto, pieno di difetti e desideri spesso malsani. Non ce la fa a camminare sempre dritto sulla strada. La Speranza è una Virtù cristiana, la seconda tra quelle teologali (Fede,  Carità). È un dono di Dio dunque e come tutti i doni di Dio, non è riservato a pochi, ma  ognuno glieLo può richiedere, a parole sue, anche poche, povere e semplici, coi congiuntivi sbagliati, perché Dio non guarda la maestosità, la bellezza, la cultura della persona e nemmeno il suo eloquio, per nostra fortuna, ma il suo cuore. Dobbiamo valutare sempre dove appoggiare la nostra vita. Perché la vita, la nostra, quella che ce n'è  una  sola, è proprio per questo opportuno appoggiarla su un punto stabile. Non credo che punti più stabili di Dio non ce ne siano. 

Il Pio 

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