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Purtroppo


Già solo il dramma del Covid-19 ci ha fatto capire che tutti veneriamo la Scienza o l’Uomo scienziato, con tutti i suoi Apostoli, speriamo solo in loro, ma non diamo la benchè minima importanza a Dio e alla sua Provvidenza, neanche gli addetti ai lavori (purtroppo). Eppure tutta questa fiducia in loro da dove viene? Questo succede perché in pochi decenni siamo stati scristianizzati (purtroppo), anzi, forse il termine più esatto (visto che essere scristianizzato, significa esserlo cristiano prima e poi non più) è che siamo divenuti uomini provenienti dal niente che vanno verso il niente, prendendo a caso le strade per arrivarci. Oggi nessuno ci parla più di Gesù (purtroppo) e noi non abbiamo la minima idea che Lui è vicino a noi e che ci vuole bene. 
Ma per noi invece Dio, Gesù, i Santi… sono entità lontane anni luce dalla nostra vita quotidiana, come ugualmente lo sono Garibaldi, Mazzini, Vittorio Emanuele III, Caio Giulio Cesare, Luigi Tenco o l’Homo Erectus: sì, ci sono stati, va bene, ma che c’entrano con la mia vita? Nulla”. Questa visione della vita mi pare che gran parte di noi l’abbia uguale. Ma questo significa solo una cosa: noi siamo dio di noi stessi. E così Dio non esiste, la nostra vita viene e dipende da noi stessi o al massimo, dal caso o dalla Scienza. E di qui sono iniziati i guai moderni. Non a caso anche all’inizio della storia avvenne allo stesso modo. «Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «E' vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture» (Genesi, 3 1-7). Il desiderio di essere come Dio già occupava il cuore di Adamo e Eva. Il peccato originale ha procurato guai da quel giorno fino al XXI secolo e li continuerà a procurare fino alla Parusia. Da allora la storia è andata avanti, piano piano il popolo è divenuto sempre più cristiano per almeno duemila anni. Dentro al suo cuore restava sempre quel desiderio maledetto, ma la fede era più forte e lo dominava. Oggi invece, scomparsa questa, quello è divenuto fondamentale nella vita di ogni uomo. Che dunque è tornato a desiderare di essere come Dio, se non addirittura Dio di sè stesso. Fino a quando Dio resterà calmo verso i Suoi figli, traditori e cattivi? Dobbiamo tornare cristiani. Il modo è sempre lo stesso che è stato usato per duemila anni. L'errore grave è ritenere che esistano "nuovi metodi" che vanno ancora trovati.

Il Pio

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