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Dio sa contare fino a uno


«Gli uomini sono il trastullo degli dei. Sono come mosche nelle mani dei fanciulli crudeli, che le uccidono per divertirsi». Sofocle nel suo Edipo Re, riassume in questa immagine terribile tutta la tragedia assoluta dell’esperienza umana. Si nasce, si vive, si soffre, si gode qualche momento di gioia e di piacere. Ed è subito sera. E’ l’ora di andarsene, di uscire dalla scena del mondo così come siamo entrati: senza averlo chiesto, senza sapere perché, senza conoscere da dove veniamo e dove andiamo. Bene: Gesù Cristo è venuto a testimoniare all’uomo che tutto questo non è vero. Il cattolicesimo è la risposta piena, veramente umana, alle domande fondamentali che l’uomo porta dentro di sé. Domande che invano può cercare di soffocare dentro una vita piena di attività, di esperienze, di cose. Le domande esistenziali restano sempre lì, nel punto più profondo dell’anima, al crocevia di ogni avvenimento importante della nostra vita… Perchè sono nato? Perché ogni giorno mi alzo, mi rado, vado al lavoro, oppure mi riposo… vado a letto, per poi ricominciare, almeno finchè posso? Perché il dolore innocente? Che avverrà con la mia morte? Ci sono molti che quando sentono parlare di queste cose e si fanno una bella risata… La Chiesa una risposta ce l’ha… il cattolico sa, innanzitutto, che ogni uomo è stato chiamato all’esistenza da un atto d’amore di Dio… Dio ha voluto creare esattamente ognuno di noi. Questa rivelazione è sconvolgente perché riposiziona la persona al centro della Creazione, non solo come specie umana, ma come me stesso particolare… Il nostro è un Dio che sa contare soltanto fino a uno. Perché ama in modo personale ognuno dei suoi figli.

(Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, Catholic Pride, La fede e l’orgoglio, ed. Piemme, pagg. 29-32)

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