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Privacy

 

Nei primi anni '80 ero all'università e mi preparavo all'esame di diritto costituzionale. Scritto in piccolo nel manuale si leggeva del diritto alla riservatezza, come una cosa nuova che era ancora in studio dal legislatore. Allora ancora si parlava in italiano. Ora tutti conosciamo la privacy. Per i sempliciotti come noi, privacy significa dover compilare e firmare una montagna di  moduli per vincere un piatto al supermercato, ma se qualcuno dice che sei pedofilo il giorno dopo finisci sulla prima pagina dei giornali e se dici il papa ha l'influenza ti viene irrogata una sanzione spaventosa perché hai diffuso dati sensibili personali ("papa" rivela la scelta religiosa e "influenza" diffonde dati relativi alla salute). Resto a bocca aperta quando vedo i telefilm polizieschi americani. Gli agenti, spesso espertissimi in tutto lo scibile umano, riescono in pochi secondi a scoprire coi computer che la moglie dell'indiziato si trova a 60.000 km di distanza ed è appena entrata nel bar dello sport e ha comprato un caffè macchiato e un pacchetto di caramelle spendendo un dollaro. (Il ridicolo è che si fanno loro i 60.000 km per andarla a prendere senza chiamare i colleghi del posto), ma alla fine il bene trionfa sempre sul male. Mi dico sempre che non è possibile che quello possa verificarsi, ma poi penso che la realtà sarà tra un po' proprio così. Saremo tutti controllati e saremo tutti schiavi perché ci avranno impoverito o con le tasse o per il green o per qualche guerra o per le banche che chiudono i nostri conti... e quelli di noi che non moriranno per epidemie o per vaccini, saranno schiavi dei potenti della terra.  Non credo che potremmo sfuggire a questo. Però ricordiamoci che la Verità, cioè Gesù, ci farà liberi. C'è lo ha garantito Lui stesso.

Il Pio 

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