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Perché non va a messa?


«Avevo un piccolo negozio di tabacchi in corso Vercelli e un giorno vidi fermarsi, proprio davanti alla vetrina, una carrozza scoperta con due giovani a cassetta. Uno di loro scese [il beato Pier Giorgio Frassati, ndr], si riempì le braccia di pacchi e pacchetti e sparì dentro un portone. Ritornò, prese altri pacchi e sparì nuovamente. Poi venne da me con un sacco di roba che non era riuscito a consegnare perché aveva trovato la porta chiusa e mi pregò di portarlo io stessa. Da quella volta, quando non gli riusciva di consegnare qualche pacco lo lasciava da me. Era un giovane che ispirava confidenza, così un giorno attaccai discorso: «Lei è vestito bene che pare un signore, eppure va in giro con questi sacchi... Cosa dirà la gente? Perché non li lascia a me che sono solo una tabaccaia? A me la gente non fa caso». «Vede – rispose lui – io sono contento se li trovo in casa. Preferisco consegnarli personalmente a loro, perché posso parlare con loro e infondere un po’ di coraggio, farli sperare che la vita cambierà, e soprattutto convincerli ad offrire a Dio le loro sofferenze e ad andare a Messa». Gli risposi dicendo che io non avrei certo potuto insistere che andassero a Messa, dal momento che non ci andavo neppure io. Sarebbe stato come se il diavolo avesse invitato a farsi eremiti. Invece di sgridarmi si limitò a chiedermi: «Perché non va a Messa?». Risposi senza scompormi che se il duro lavoro quotidiano nel negozio non bastava a meritarmi il paradiso, il Signore per me poteva anche chiudere bottega. Ma lui continuò: «Se non vuole andare a Messa per se stessa, vada almeno per il suo bambino, lei che è una buona mamma». Rimasi colpita e gli risposi che probabilmente aveva ragione. E la domenica dopo ero in chiesa. Io che non avevo mai sentito una parola bella e che ero rimasta orfana a tre anni, fui colpita dalla spiegazione del Vangelo. E così da sposata per la prima volta andai a Messa. Glielo dissi poi a quel giovane quando lo vidi e gli ripetei anche la spiegazione del Vangelo. Ebbi la sensazione che lui capisse benissimo come io non avessi bisogno del sacchetto, ma di un po’ di parole di fede. E così continuò: «Perché il Signore protegga il suo bambino bisogna che lei vada sempre in chiesa». E infatti, quando durante l’ultima guerra, mio figlio corse gravissimi pericoli lo affidai alla protezione del Signore che stese su di lui la mano e lo salvò. Per lungo tempo non seppi chi fosse il mio benefattore e forse non lo avrei mai saputo se un giorno, dopo che egli aveva lasciato il mio negozio, non fosse entrato un uomo di Pollone che mi disse: «Sa chi è uscito in questo momento dalla sua bottega?». «No, non lo conosco; so soltanto che è un giovane che porta sempre roba ai poveri». «Non sa chi è? È il figlio del Senatore Frassati». Tutti allora conoscevano a Torino i Frassati... Quel signore mi disse che anche a Pollone tutti i poveri lo aspettavano nelle loro case».

L. Frassati, La carità di Pier Giorgio Frassati, SEI Torino 1957, p. 17.

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