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Sale e missili nucleari

 



Uno dei problemi della nostra fede contemporanea è il “buonismo politicamente (o cattolicamente) corretto”, tre parole che, messe insieme, sono più devastanti di un missile nucleare in termini di distruzione delle città, di vite e soprattutto di anime. O essere "cristiani adulti" che è uguale. Purtroppo noi cattolici riteniamo che la fede debba essere sempre  “aggiornata" sulla base del mutevole senso comune, non avere nessun legame o contatto con la vita quotidiana, un vivere come tutti gli altri e dove ciò che “puzza” solamente di sacrificio, impegno, passione, sofferenza, vita, 100%, tradizione, antico, offerta,  purezza, fermezza,… debba essere assolutamente bandito per rispetto degli altri (che però ci odiano). Un rispetto e una tolleranza assoluti verso tutto e tutti, tranne che verso noi stessi e fino ad oscurare noi stessi. Siamo così divenuti mosci come fichi, senza nerbo e soprattutto non portiamo i frutti che il vangelo ci dice di portare e senza i quali dovremmo essere tagliati e bruciati. Non trasmettiamo più a nessuno la fede in Gesù. Siamo divenuti sale insipido che deve essere per questo lanciato in strada per essere calpestato. E a proposito di sale vi propongo una frase che a me è piaciuta tanto e che potrebbe essere ricordata e sopattutto raccontata (anche ai sacerdoti e cattolici impegnati). «Una cristianità non si nutre di marmellata più di quanto se ne nutra un uomo. Il buon Dio non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ragazzo mio, ma il sale. Ora, il nostro povero mondo rassomiglia al vecchio padre Giobbe, pieno di piaghe e di ulcere, sul suo letame. Il sale, su una pelle a vivo, è una cosa che brucia. Ma le impedisce anche di marcire. (Georges Bernanos (1888-1948), da Diario di un curato di campagna)». Smettiamola di essere pagani, diventiamo sale della terra. Diventiamo santi coraggiosi. 

Il Pio

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