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Il deserto.

 

Nel deserto, se cammini senza bussola o senza punti di riferimento, giri in tondo e dopo un po’ ti ritrovi al punto di partenza e continui in tal modo, fino alla morte per inedia. Certo, ci sono le dune che possono essere riferimenti nel cammino, bene, ma le dune si spostano costantemente per il vento, pertanto non possono essere tali, anzi potrebbero peggiorare la situazione. Nella vita avviene lo stesso, se uno non si pone punti fermi, gira intorno a se stesso o comunque in tondo. Pure nella vita ci sono le "dune", ma anche qui sono variabili e mutevoli, proprio come il vento. Non è una robaccia religiosa questa, ma una questione squisitamente umana, tecnica, addirittura scientifica, valeva anche prima di Gesù e della Chiesa. E' una vera disgrazia. Non è una bella cosa cioè: perché così facendo non si va mai avanti nella vita o si resta sempre nella stessa “area”. Se uno non si dà riferimenti importanti fuori da se stesso resta sul medesimo punto, rimane come un bambino per sempre. Non migliora mai cioè, non cresce umanamente, rimane fino a cento anni sempre come un ragazzino, anche se in un corpo anziano di un famosissimo scienziato sei volte premio Nobel. Se infatti, sentite gran parte dei saggi, dei sapienti, dei Capi, dei vip, dei ricchi, dei calciatori… quando parlano al naturale, cioè spontaneamente, seguendo un loro pensiero personale, staccato dall’argomento di cui sono ottimi leader mondiali, vi accorgerete quanto essi (o gran parte di loro) siano piccini, gretti, chiusi, con una profondità, appunto, di un ragazzino di dodici anni (di oggi). Sembra che non siano mai cresciuti. Ho detto dei saggi e compagnia cantante, solo perché l’esempio calzava meglio, ma lo stesso capita anche ai poveri, operai e piccoli borghesi (appunto, è una cosa umana). La faccenda, per quanto naturale e scientifica, però fa male averla compagna di viaggio e non va assecondata. Ce ne dobbiamo liberare. Non possiamo vivere solo intorno a noi stessi, come fossimo—noi—misura di tutte le cose del mondo. Anche qui non è questione di religione, ma una questione squisitamente umana… Un uomo per vivere bene deve crescere e migliorare per tutta la vita. I punti di riferimento ne abbiamo tanti, la Patria, il Partito, la squadra di calcio, Dio. A seguire i primi tre, ogni tanto, qualche problema serio lo hanno portato, talvolta anche qualche disastro. A me è successo invece che avendo scelto Dio come punto di riferimento, centro della mia vita, ho avuto costantemente piccoli obiettivi da raggiungere e una vita quasi sempre in salita, con non pochi problemi sicuramente, ma anche meno attaccata alle cose, più lieta e meno preoccupata delle cose frivole e caduche, più umana. Posso dire in tutta sincerità che, per quello che ho vissuto finora, il punto di riferimento migliore è proprio Dio che tra l’altro non inganna, non delude, né termina mai. E mi viene da suggerire ai miei tre lettori con tutto il cuore “non staccatevi da Dio nemmeno un minuto della vostra vita e abbiate sempre fede in Lui”.


Il Pio

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