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Diritto e peccato


Il male c’è sempre stato: ieri come oggi. Il male è frutto del peccato originale per cui da Adamo in su la nostra natura contaminata tende a fare il male più che il bene e se non fosse sostenuta da Sacramenti, farebbe pure di peggio. Anche prima c’erano gli omicidi, i furti, le stragi, gli stupri, e poi anche le convivenze, gli adultèri, gli aborti, l’abbandono dei figli, le angherie e le tirannie… per certi aspetti di più, per certi aspetti di meno. Ma c’erano lo stesso. Però c’è un aspetto che fa la differenza tra oggi e ieri. Se una donna abortiva ad esempio, prima sapeva che stava facendo un peccato, lo faceva lo stesso si capisce e lo rifaceva se capitava e voleva, ma era sempre un peccato per lei e nella consapevolezza di ciò decideva cosa voleva fare; oggi lo fa ugualmente, ma è un diritto inalienabile. Prima se rubavi (povero o ricco) sapevi che era un peccato. Oggi se sei povero, invece è giusto. (Vi ricordate il Cardinale della Chiesa Cattolica che—con una bella testimonianza per il mondo—andò arbitrariamente a rimettere la luce in una casa occupata, senza però pagare la corrente al gestore? Negli anni settanta si facevano gli espropri proletari perché un proletario ha il diritto di riprendersi ciò che è suo. Il concetto moderno che sottostà spesso ai nostri giudizi, è che il povero è sempre buono e il ricco sempre cattivo). Anche chi andava a convivere sapeva di fare peccato, lo faceva lo stesso, consapevole del peccato, si capisce, e lo faceva e rifaceva lo stesso. E così chi commetteva adulterio, eccetera. Oggi provare a dire che quei comportamenti sarebbero un peccato, secondo la Chiesa Cattolica, si capisce, (non secondo il mondo, ma uno deve sapere sempre chi sta seguendo) è molto pericoloso (ma noi siamo democratici!), bene che va il tuo interlocutore schiumerà di rabbia, vomitando le peggiori frasi contro la Chiesa e contro di te (potrei dare nomi e cognomi). Liberi tutti di decidere se si vuole andare all’Inferno o in Paradiso, ma almeno ci sia la coscienza del peccato. Ci sia un chiamare chiaramente e per nome le cose del mondo e poi fare come si vuole. Ma se per secoli la Chiesa è stata calunniata profondamente dal di fuori e tanti per questo hanno abbandonato la barca di Pietro, ora il problema è che il popolo di Dio non è viene più istruito alla dottrina della Chiesa dal di dentro. Non gli viene spiegato il catechismo nella sua interezza, anche nei particolari cruciali e scomodi a un mondo che si fonda solo sul politicamente corretto. Spesso chi va a catechismo, lo finisce senza sapere che esistono i Dieci Comandamenti (potrei dare nomi e cognomi). Spesso con esso si insegna un buonismo smielato che non è il cattolicesimo, che non rimane dentro al cuore e che non illumina ogni singolo particolare della vita quotidiana.
Il Pio

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