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Scandalo



Quando si deve parlare di “scandalo” in ambienti clericali, spesso si dice che questa parola deriva dal verbo greco x, che poi viene traslitterato in latino e in italiano più o meno nella stesso modo, la cui etimologia significa “ostacolo”, “inciampo”: come il sasso che ti impedisce di passare. Giustissimo, ma così la questione si capisce poco, è infatti una visione molto formale e la gente non vive nella forma. Essa ha bisogno di cose concrete, di esempi semplici, di spiegazioni chiare, come Gesù era chiaro e semplice quando spiegava le cose importantissime alla gente. Infatti messo solo così il problema non ci riguarda: sì, abbiamo imparato una nuova etimologia e un nuovo verbo greco, e questo pure è importante, ma usciti dalla porta siamo tali e quali. Invece il significato che la Chiesa cattolica ha sempre dato al termine “scandalo”—ferma comunque la sua etimologia—è molto più drammatico e molto più vicino a noi e alla nostra vita quotidiana, sicuramente comprensibile e una volta appreso resta per sempre nel nostro cuore. «Che cos'è scandalo? Scandalo è dare al prossimo, con qualunque atto cattivo, occasione di peccare» e poi «Lo scandalo è peccato grave? Lo scandalo è peccato gravissimo, e Dio domanderà conto del male che si fa commettere ad altri con perfidi eccitamenti e con cattivi esempi: «guai, all'uomo per colpa del quale viene lo scandalo (Catechismo San Pio X, punti 198 e 199, per il 5^ comandamento)». Non a caso Gesù ha detto senza mezzi termini che cosa comporta scandalizzare: «Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! (Matteo 18, 6-7)». Sono inevitabili dunque, ma guai a chi li commette perchè fa peccare altre persone: si merita solo una macina d’asino al collo e di essere buttato nel più profondo del mare (senza appello!). C’è tanto da imparare da queste frasi. Ormai sono anni che quasi ogni giorno veniamo a sapere di un numero impressionante di scandali. Le conseguenze sulle persone che essi hanno prodotto, non le so. Però sarebbe opportuno che, prima possibile, dai pulpiti delle chiese si tornasse a parlare in modo chiaro e inequivocabile della gravità del peccato, delle conseguenze degli scandali e poi che c’è la morte e eventualmente anche l’Inferno per chi muore fuori dalla grazia di Dio e che questo non è vuoto per niente (Dio e misericordioso ma anche giusto) e qui dentro ci sta per l’eternità (e non ci si sta bene). Lo dico perché tutto questo, oggi, non lo sa più nessuno. E ciò, se non è proprio uno scandalo, è una grave omissione per chi deve guidare il gregge.

Il Pio

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