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I sette vizi capitali


1) Superbia


Il superbo ostenta sicurezza e cultura e sminuisce i meriti altrui. Sproporzionata stima di sé, delle proprie abilità e dei meriti che ne conseguono, che siano essi reali o presunti. La superbia si manifesta esteriormente con un atteggiamento altezzoso, sprezzante e con un ostentato senso di superiorità nei confronti degli altri. Essa è autoesaltazione portata fino al disprezzo degli altri, delle leggi o di qualunque ordine.

2) Accidia

Indolenza, indifferenza: l'accidioso indugia voluttuosamente nell'ozio e nell'errore. Sa quali siano i suoi impegni, ma pur di non assolverli, ne ridimensiona la portata, autoconvincendosi che si tratti di piccolezze e che rimandarle non comporti conseguenze gravi. 
L'accidia è un male dell'anima che si manifesta come negligenza e indifferenza della persona che ne soffre, a cui si aggiunge un sentimento di tristezza e soprattutto di noia nel vivere la vita. Egli nutre disinteresse verso ogni forma di iniziativa o di azione, immerso com'è nel suo torpore malinconico. L'accidia può essere un sentimento solo interno come la mancanza di gusto verso la vita, oppure essere esterno con la pigrizia, e l'inattività.

3) Lussuria

La lussuria non è la semplice dedizione ai piaceri sensuali. Lussurioso è soprattutto chi si lascia rapire e cullare continuamente dalla fantasie sensuali.
La lussuria è il disordinato desiderio del piacere sessuale. Il proprio piacere sessuale viene collocato al primo posto, come fine a sé stesso, indipendentemente dall'amore per il prossimo, l'unione nell'amore e la procreazione, poiché nella lussuria l'unico fine è la sola soddisfazione personale.

4) Ira

L'ira non è l'occasionale esplosione di rabbia: diventa un vizio in presenza di un'estrema suscettibilità che fa sì che anche la più trascurabile delle inezie sia capace di scatenare una furia selvaggia. 
L'iracondo desidera una vendetta che mostrerà in modo attivo o passivo. Essa, nel primo caso, è ricercata con atti di rabbia e risentimento contro chi, volontariamente o involontariamente, lo ha provocato; mentre nel secondo caso, si caratterizza per una finta riservatezza, eccessiva elusività e distanza a danno del provocatore, oppure per autobiasimazione o sacrificio a danno di sé.

5) Gola 


L'ingordigia o la gola è il desiderio di ingurgitare cibi, bevande o sostanze più di quanto l'individuo necessiti. L'ingordo mostra comportamento di sfrenatezza e di lascivia al posto della modestia e del controllo di sé. Il peccato di gola non è la mera ingordigia o la smodata consumazione di cibo, ma il lusso alimentare, la predilezione per la cucina raffinata, la propensione a cibarsi esclusivamente di pietanze pregiate e costose.

6) Invidia


Per l'invidioso, la felicità altrui è fonte di personale frustrazione. Sminuisce i successi altrui e li attribuisce alla fortuna o al caso o sostiene che siano frutto di ingiustizia. 
Stato d'animo o sentimento spiacevole che nasce dal volere per sé un bene o una qualità altrui. L'invidia è spesso accompagnata da avversione e rancore verso chi possiede tale bene o qualità, che porta l'invidioso ad augurare il male all'altro, di modo che il dolore e la tristezza possano così oscurarne le qualità o diminuire la felicità che ne consegue. L'invidioso prova risentimento e astio per la felicità, la prosperità e il benessere altrui, sia che egli si consideri escluso ingiustamente da questi beni, sia che già possedendoli, ne pretenda l'esclusivo godimento

7) Avarizia


Desiderio di possedere e conservare denaro, beni o oggetti di valore per sé stessi in quantità di molto maggiori a quanto necessario per la sopravvivenza o per una vita comoda. L'avaro ha un eccessivo ritegno nello spendere e nel donare, il valore che attribuisce a ciò che possiede è smisurato e supera qualunque altro valore: conta quindi semplicemente l'avere piuttosto che il fruire di ciò che si ha, il tenere per sé piuttosto che il dare.

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