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A sei anni…

 


All’età di sei anni circa, sentivo che dovevo fare il sacerdote. Mi sembrava qualcosa di grande. Straordinario. Era per la vita mia. Questo desiderio è andato avanti un po’ di tempo. Poi una sera dentro la scassatissima Fiat 500 di mia mamma, mi è venuta come un’illuminazione improvvisa: “ma se faccio il sacerdote, poi non posso lavarmi i denti!”. Una bambinata, ridicola, frutto appunto, della tenera mente di un bambino. Fatto sta che quel desiderio è scomparso definitivamente. Col tempo ho capito che il mio era solo un sentimento, ma non una vocazione. Se fosse stata tale infatti, il Signore mi avrebbe continuato a tirare violentemente la giacchetta perché Lo seguissi con la talare allacciata e il colletto bianco. Probabilmente non Gli servivo da sacerdote (spero vivamente però di servirGli così da laico). Quando avevo sei anni era appena iniziata la contestazione giovanile, dei giovani seminaristi, sacerdoti, vescovi e anche degli adulti,… che non si è fermata più, con un’evoluzione incredibile, coinvolgendo un numero sempre più ampio di persone e di concetti di fede, nel corso degli anni. A sei anni avevo una stima e una fiducia elevatissima dei preti: tutti. Ero certissimo che ciascuno di loro mi avrebbe indicato sempre e solo la strada giusta per arrivare a Gesù. Oggi invece a messa devo sentire: “Gesù non poteva fare miracoli, non poteva eludere infatti, le leggi della fisica, ma era un ottimo pranoterapeuta”, “non possiamo essere sicuri che quello scritto nel Vangelo è quello che veramente ha detto Gesù: non c’erano i registratori allora”, “bisogna credere solo nella Scienza”, “guardiamo tutti a Greta (Thumberg)”, “la chiesa in passato effettuava il controllo delle coscienze”, “nel Vangelo ci sono tante antinomie”, “i re magi sono solo una figura letteraria inseriti nel Vangelo solo per...”, “il battesimo non serve a nulla se non c’è…”, e non dico altro perché il mio cuore si è già riempito di tristezza. Forse è stato un bene che il Signore non mi abbia chiamato al sacerdozio, se poi mi dovevo trovare, con il mio carattere debole, in una situazione simile, con il rischio dunque di seguire i cattivi maestri e perdermi per sempre. Io ogni tanto dico, faccio, scrivo… spesso prego per la Chiesa e per i sacerdoti. Ma questa è una situazione terribile che non so se è mai capitata nei precedenti duemila anni di cristianesimo. Forse nei primissimi secoli. Bruttissimo segno. La Chiesa non morirà mai, questo è certo, è fondata su una roccia durissima e fortissima, ma proseguendo così su questa strada storta e nebbiosa, seguendo mercenari orgogliosi e non pastori buoni, tanta gente potrebbe finire all’Inferno; perché nessuno gli ha detto la strada da percorrere. O perché gliene ha detta una sbagliata non frutto del Vangelo, ma di sofismi teologici spericolati e personalissimi. O perché è andata con un'altra religione in quanto questa più ferma e radicale sui principi religiosi. O perché scoraggiata e delusa si è data all'ideale politico. O...
Il Pio

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