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Erano forse degli illusi? Gente fuori dal tempo?


Dal 28 luglio all'11 agosto 1480 i Turchi del Pascià Acmet assediarono la città di Otranto. Entrati con forza nella città, raccolsero gli 813 uomini superstiti. Per dodici terribili giorni Otranto venne bombardata sia da terra che da mare, fino a quando i mori riuscirono a penetrare all’interno abbattendo una porta secondaria delle mura. Massacrarono tutti coloro che trovarono per le strade e anche nelle case, facendo poi irruzione nella cattedrale. L’Arcivescovo, Stefano Pendinelli, stava celebrando il Sacrificio Eucaristico: sacerdoti, frati e molti del popolo furono massacrati mentre pregavano. L’anziano presule, con gli abiti pontificali e la croce in mano, fu ucciso con un colpo di scimitarra che gli staccò di netto il capo. Era l’11 di agosto. Le donne furono ridotte in schiavitù, alcune anche violentate, mentre i circa ottocento uomini superstiti, dai quindici anni in su, furono imprigionati. Tre giorni dopo, incatenati e seminudi, a gruppi di cinquanta furono condotti sul Colle della Minerva. Per aver salva la vita, fu chiesto loro, ripetutamente, di abiurare la fede cristiana; venti di loro riscattarono la libertà pagando trecento ducati a testa. Un anziano cimatore di panni, Antonio Pezzulla, esortò i compagni a difendere il proprio credo. «Noi crediamo in Gesù Cristo, Figlio di Dio; e per Gesù Cristo, siamo pronti a morire!», disse. E subito dopo, tutti gli altri, esortandosi a vicenda, confermarono: «Moriamo per Gesù Cristo, tutti; moriamo volentieri, per non rinnegare la sua santa fede!». Antonio fu il primo ad essere decapitato: venne quindi detto “Primaldo”. Il suo corpo, senza testa, rimase in piedi fino all’esecuzione dell’ultimo concittadino. Profondamente scosso, il carnefice Bernabei si convertì e fu impalato poco distante. Gli ottocento cittadini di Otranto dopo aver difeso con tutti i mezzi la sopravvivenza, la dignità e la libertà della loro città e delle loro case, seppero anche difendere, in maniera sublime, il tesoro della fede che avevano ricevuto dal battesimo. «Erano forse degli illusi, degli uomini fuori del loro tempo? No, carissimi giovani! Quelli erano uomini, uomini autentici, forti, decisi, coerenti, ben radicati nella loro storia; erano uomini, che amavano intensamente la loro città; erano fortemente legati alle loro famiglie; tra di loro c’erano dei giovani, come voi, e desideravano, come voi, la gioia, la felicità, l’amore; sognavano un onesto e sicuro lavoro, un santo focolare, una vita serena e tranquilla nella comunità civile e religiosa! fecero, con lucidità e con fermezza, la loro scelta per Cristo! (stralcio del Discorso in occasione della visita pastorale ad Otranto di Giovanni Paolo II ai Giovani di Otranto (Lecce), 5 ottobre 1980)». Le reliquie dei Martiri dal 1711 sono custodite nella Cappella dei Martiri nella Cattedrale di Otranto.

Il Pio


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