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Se fossimo pagani, diremmo sì.



La storia si sta facendo un po’ strana. C’è un senso di nebbia e di vuoto accanto a noi. Una sensazione che a breve capiterà qualcosa di spiacevole, per come si stanno sviluppando i fatti. Intorno a noi inoltre c’è tantissima confusione. Lo Stato, suddiviso nei suoi tre Poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) da decenni non ci dà più nessuna fiducia e garanzia. Sembra piuttosto nostro acerrimo nemico. E il futuro, messi così, non ci permette di poter sperare. Una cosa è chiara: la politica e nessun politico, non ci salverà mai.


E quelli che sono rimasti ancora cattolici, fedeli come antichi guerrieri, devono spesso vedere inermi anche gli scempi alla liturgia (io una volta ho ricevuto la santa comunione da uno che era vestito da elfo, con tanto di cappello coi sonaglini, in chiesa), scempi al catechismo (il digiuno liturgico inapplicato, comunione a chi convive senza essere sposato), scempi alla Tradizione (il rosario, preghiera delle vecchie, non si deve dire più). Eccetera, eccetera. E anche qui il futuro, messi così, non ci permette di poter sperare. Una cosa è chiara: quelli “moderni” e di “manica larga” non ci salveranno.

Sono pochi esempi, ma la situazione che stiamo vivendo come cittadini e come cattolici è (passatemi il termine) drammatica. Allora tutto è finito, non abbiamo più speranza? Sì, risponderebbero i pagani.Cioè quelli che contano solo su sé stessi ed esclusivamente sulla ragione umana, sul Fato ineluttabile, sui gesti e sui portafortuna apotropaici: loro non hanno un Dio come il Nostro, fattosi carne, morto e risorto per noi e per salvarci. Un Dio che ci vuole bene. Un Dio che può modificare significativamente anche gli eventi più certi, cambiare la realtà; un Dio che è presente nella realtà.

Noi lo abbiamo un Dio così e infatti non siamo pagani, ma cattolici, dunque possiamo tranquillamente sperare l’impossibile, se questo dovesse giovare alla nostra anima e alla nostra vita.

Il Vangelo di ieri riportava il fatto della moltiplicazione dei pani. Gesù vuole che i suoi amici gli consegnino tutti i pani che hanno. Non poteva—Lui che aveva risuscitato i morti, dato la vista ai ciechi, tirato su i paralitici—provvedere da sé a creare dalla sabbia del deserto, del pane per tutti? No, per fare il bene Lui vuole la collaborazione attiva e la fede degli uomini. Vuole che gli si dia tutto. Senza la fede, pare di capire, e senza dare tutto sino all'ultima "monetina", è difficile che intervenga o forse… è inutile. La Madonna, apparsa a Fatima, ha detto poi che bisogna recitare sempre il rosario. Allora se vogliamo sperare che il mondo cambi, o almeno l’Italia, diciamo il rosario, sempre. Se poi è possibile cerchiamo di fare opere buone da offrire a Nostro Signore, per la Sua maggior gloria.

E se invece questa nebbia e questo buio dovessero servire alla nostra conversione e alla nostra salvezza, accettiamo questo periodo con cristiana rassegnazione, non smettendo mai di recitare il rosario e di fare del bene, non restando mai un solo giorno lontani da Gesù, non seguendo mai i falsi maestri e sapendo sempre che dal buio più tetro, Dio, quando è ora genera una luce bellissima.

il Pio

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