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Cattolicamente corretto

Ultimamente ho letto di presepi con due mamme, di canzoni che al posto di Gesù si diceva cucù, di recite di Natale senza Gesù, di feste di Natale senza il Natale e chissà quant’altro ancora che non ho letto. Io ci rimango male, tutto ciò mi fa intristire tanto. Mi sembra come nei racconti di Guareschi quando Peppone volle abolire il Natale per demolire il potere clericale, ma la cosa durò per poco tempo, perché il ricordo dei Natali scorsi pieni di “caldo”, di luci, la famiglia a tavola, il pranzo ben apparecchiato, le luci, l’attesa, l’odore particolare dell’aria, l’albero con le lucine, il bambinello che si metteva nel Presepe, i regali, i bambini in piedi sulla seggiola che recitano la poesia… avevano messo in malinconica tristezza lui e tutti i suoi seguaci. Con la conclusione che alla fine il Natale è solo questo folklore e null’altro e quindi si può lasciare al clero. Ma al clero cioè a Don Camillo, conscio della “rivoluzione” che stava attuando il "popolo lavoratore", non venne assolutamente in mente di non parlare del Natale e di nascondere il presepe, per far piacere a Peppone e ai suoi seguaci, per farli rientrare in Chiesa. Anzi, al termine della messa di Natale di mezzanotte, andò di corsa alla Casa del popolo dove stavano tutti questi pazzi scatenati, con il suo altarino da campo e celebrò una messa come quando era in montagna durante la Guerra. Nessuno dei rivoluzionari disse nulla. Tutti parteciparono al rito. Nessuno se ne andò. Invece oggi accade l’esatto contrario: preti e cattolici importanti ritengono cattolicamente corretto nascondere la propria fede e la propria tradizione per aprirsi ai lontani e per non infastidire quelli di un’altra religione; ma poi a quelli di un’altra religione non gliene importa nulla delle nostre follie suicide e quelli lontani non hanno comunque nessuna intenzione di entrare in Chiesa; ma tutti e due ritengono le nostre aperture liberal-sociali, quali gravi segni di decadenza, di resa, di debolezza, di cedevolezza. E la domanda mi rimbomba nel cervello: ma perché fanno così? Soprattutto alla luce del fatto che da sempre i lontani non entrano, mentre i vicini se ne vanno. Non si accorgono che sono ridicoli? Non si accorgono che un mondo senza Gesù e dunque anche senza Natale è grigio, triste e freddo? Peppone campione del più sfrenato socialismo e ateismo se ne accorse,... Lui però è solo un personaggio di un racconto. E il Natale non è solo le luci, la famiglia a tavola, il pranzo ben apparecchiato, le luci, l’attesa, l’odore particolare dell’aria, l’albero con le lucine, il bambinello che si mette nel Presepe, i regali, i bambini in piedi sulla seggiola che recitano la poesia. Questo non è puro folklore, ma è il risultato, la conseguenza che promana da chi ha "partecipato" ad un evento straordinario, la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo che ha cambiato il mondo e soprattutto la vita di milioni di persone che lo hanno accolto nel proprio cuore, dall’anno zero ad oggi. Tanto dunque i cattolici hanno a cuore questo evento, quanto essi vogliono abbellire in quei giorni il proprio paese con luci sulle terrazze e festoni sui cancelli e poi le case, le tavole, i regali, le recite e le poesie... Una trentina d’anni dopo la Sua nascita (Natale), Gesù disse chiaramente che occorreva portare a tutto il mondo il Suo nome e la Sua Buona novella ed disse anche che chi Lo avrebbe rinnegato davanti agli uomini, sarebbe stato da Lui rinnegato. Potrebbe essere un argomento di riflessione per i miei tre lettori.

Il Pio


Statalismo

 

Lavorando per una catena di supermercati posso garantire che accade spesso che nei loro parcheggi, due macchine vadano a sbattere: una ad esempio perché correva, l’altra perché usciva senza guardare. E ogni volta succede che i due automobilisti lasciano lì le proprie autovetture e si precipitino dal direttore per esigere, arrabbiati, il risarcimento immediato ed integrale di tutti i danni e non si schiodano da lì. Cioè una pretesa giuridicamente e legittimamente corretta per entrambi i personaggi, spesso borghesi e benestanti. Però dall’antico diritto romano ad oggi, la regola fondamentale è che chi fa un danno per colpa lo deve ripagare. E ogni volta mi chiedo, ma che senso di giustizia hanno nel cuore molte persone? E penso pure che questo scarso senso di giustizia, percepibile in molte situazioni, potrebbe derivare dal concetto che nasce dallo statalismo sfrenato e senza limiti che si sintetizza nella frase "lo Stato deve pensare a tutto e lo Stato deve pagare tutto". E io penso sempre che tutto il male o gran parte di esso che vediamo ogni giorno, derivi dal fatto che abbiamo abbandonato Dio dalla nostra vita personale e da quella comunitaria. E di conseguenza il senso di giustizia, di bello, di politica, di amore, di buono, di uguaglianza, di famiglia,... di Stato: tutto è diventato brutto e disumano.

Il Pio

La tattica


Si parla delle benedizioni da parte di sacerdoti a coppie dello stesso sesso. Il fatto della benedizione in sè non sarebbe un problema: si benedicono le statuette del Presepe, il pane di San Giuseppe, gli anelli, i rosari,... a maggior ragione perchè non si dovrebbe dare a due cristiani una benedizione? Certo uno potrebbe chiedersi perché gente che normalmente non crede alla Chiesa e ha sempre vomitato peste e corna contro di Essa, voglia ricevere la benedizione proprio da parte della Chiesa. Il fatto però che quelle benedizioni particolari sono concesse a coppie dello stesso sesso in quanto tali che convivono more uxorio, su questo qualcosa si potrebbe dire, se uno leggesse anche in modo cursorio la dottrina, il catechismo e la Bibbia. Nel mondo Occidentale poi, questo è un argomento delicatissimo, più esattamente esplosivo e si deve stare attenti a quello che si fa perchè i danni della deflagrazione non sono mai prevedibili e quantificabili. Ma pure fino a qui nessun problema, si potrebbe dire anche se un po' a bocca storta, si benedicono gli uomini che la richiedono e non il peccato o quello che fanno e che pensano, alla luce del fatto che la coscienza ce l'hanno tutti. Se non si potessero benedire i peccatori staremo messi tutti male. Ma qui resta qualcosa nella testa che non riporta. Ripeto il sacerdote impartisce la benedizione a chi vuole, assumendosene la responsabilità di fronte a Dio e alla Chiesa. Il Pio però non è tranquillo su un'altra faccenda. Il brutto per lui è se è o meno in corso la tattica famosa. La tattica che è sempre quella: non si apre subito una grossa breccia sul muro che ha retto per millenni, perchè scatenerebbe immediatamente scandalo e riprovazione nel popolo, ma un foro per volta, silenziosamente, costantemente, convincendo, accompagnando, sussurrando, dimostrando,... e così il foro viene allargato sempre più, ma un po' alla volta,  nel tempo, senza correre. Poi, alla fine la breccia sul muro è ugualmente aperta,  ma questa volta senza che nessuno protesti, senza che nessuno se ne sia accorto e da lì, dopo, può entrare di tutto. Per esempio il divorzio, l'aborto e tant'altro non si sono imposti subito e all'improvviso in un'Italia ancora mezza cristiana. Ma prima una frase in una canzone di successo, poi un dialogo in un telefilm con attori famosi, poi la presentazione di fatti di cronaca che colpiscono la commozione, l'emotività della gente, poi monologhi di persone che fanno audience, poi un'intervista casuale sull'argomento a un personaggio importante, poi una notizia sui TG, poi la voce di uno scienziato, poi un film cult sull'argomento e il gioco è fatto: il settanta, l'ottanta percento del popolo in pochi anni sarà del tutto a favore di quello che i potenti da lassù vogliono con quella tattica. Come il gioco delle tre carte, carta vince e carta perde, la mano è più veloce dell'occhio e i soldi passano in un'altra tasca: basta che il soggetto venga distratto e il suo pensiero abilmente confuso. Questa tattica però è stata usata fino ad ora solo dai potenti del mondo laico e laicissimo, peraltro numerose volte durante la Storia. La Chiesa non ha mai usato questa tattica, perchè l'obiettivo primario è la salvezza delle anime e non promuovere un concetto laico che non è proprio della Chiesa. Siccome quello delle benedizioni non è un dogma, potrei anche nutrire qualche dubbio che fosse proprio necessario questo, oggi, per la salvezza delle anime. Ma sicuramente non è in corso nella Chiesa quella tattica.

Il Pio

Speranza laica e speranza cattolica.


Noi siamo soliti dire “la speranza è l’ultima a morire” per dire una cosa confortante, nel senso che quando uno sta messo proprio male, dentro una tremenda situazione senza uscita, c’è sempre la possibilità che avvenga un fatto che può risolvere la situazione. Ma se esaminiamo con occhio da leguleio la frase, si può anche capire che nessuno di noi parteciperà mai ai funerali della speranza. Perché quella è una speranza laica e se volessimo approfondire la faccenda, essa è una speranza che si fonda sul “caso” o peggio sul “fato”. E che soprattutto non cambia e non influenza la nostra vita quotidiana. Essa infatti è cieca, bacia chi capita senza criterio, ne beneficia dunque solo chi è più fortunat. In effetti quella che vediamo noi nel mondo sembra proprio questa. Ma c’è un’altra speranza quella che ci dice la Chiesa Cattolica. «La Speranza é una virtù soprannaturale, infusa da Dio nell'anima nostra, per la quale desideriamo ed aspettiamo la vita eterna che Dio ha promesso ai suoi servi, e gli aiuti necessari per ottenerla (articolo 892, Catechismo Maggiore di San Pio X)». Certo che se ci troviamo di notte bloccati sopra i binari in curva e sta arrivando a forte velocità il treno Frecciarossa, possiamo sempre sperare laicamente che il treno vada sull’altro binario che si fermi prima che deragli che il motore si spenga o esploda per un attentato. In questi casi particolari però, più che sperare che la fortuna, il caso o il fato siano a nostro favore, è consigliabile invece invocare con fede l’ausilio della Madonna (la nostra Mamma celeste) o dei santi (San Giuseppe, Pier Giorgio, padre Pio, Santa Rita, San Francesco, San Giuda, S. Espedito, ...) perchè qualche volta i miracoli accadono a vantaggio di chi ha una fede grande come un granello di senape. E qui non si salvano solo i più fortunati, come con la speranza laica, in tal caso invece sopravvivono le persone che secondo l’intelletto di Dio è bene che escano "dai binari” se questo è più conveniente per la salvezza della loro anima, ugualmente è bene che quelle non escano per lo stesso identico motivo. Restiamo allora in materia di fede; la nostra speranza fondamentale e più importante per noi deve essere quella di salvarci l’anima e andare in Paradiso e illuminare con essa tutta la strada della nostra vita; a che serve vivere ricchi e in salute cento anni se poi si va all’inferno? La speranza cattolica può essere corroborata con l’aiuto della Madonna e dei santi, perché, dice il Catechismo, ci verranno inviati “gli aiuti necessari” per ottenere la salvezza finale.

Il Pio

Giovani e giovanilisti


Anni fa stavo alla macchina del caffè con altri colleghi. In genere qui si parla di vari argomenti di altissimo livello ad esempio il calcio, la politica, gli affari propri di colleghi assenti. Quel giorno stavamo collegati con la terza opzione. Il fatto, fonte della discussione: una giovane collega andava a convivere con il fidanzato conosciuto un mese prima. Ovviamente la cosa era per tutti normalissima e i commenti cadevano solo su aspetti marginali, magari un po' piccanti. Anche per un collega sui sessant’anni era tutto a norma. Io, vetero cattolico tradizionalista, pensando che questi fosse “all’antica”, figlio del Catechismo di San Pio X, gli chiesi «ma tu che hai una nipote della stessa sua età, saresti davvero contento se lei andasse a convivere senza essere sposata?». «Certo! Si fa un’esperienza!». Più che il concetto che esprimevano quelle parole e pur nella poca chiarezza di cosa significasse “esperienza”, mi fece male la sua ferma sicurezza, come quella di uno che dice che il sole a mezzogiorno è giallo e che l’erba d’estate è verde. Ma è così. Nel famoso periodo del sessantotto, i giovani smisero di seguire gli anziani (e un motivo buono lo avranno sicuramente avuto) e gli anziani (per prima volta nella storia dell'Universo) iniziarono a seguire i giovani, a fare, a vestirsi, a pensare e a parlare come loro. Così il mondo, all'improvviso, si trovò corredato da giovani giovani e vecchi giovanilisti, tutti ragionavano allo stesso identico modo. Poi sono invecchiati tutti e due. E l'indefinibile miscuglio di umanità, una poltiglia omogenea, è arrivata ai nostri giorni. 
La nostra è un’epoca in cui manca totalmente l’anziano e mancano giovani che guardano gli anziani, persone che da millenni sono state sempre fonte di ispirazione, educazione, di saggezza per i più piccoli. In quegli anni è saltata un’intera generazione e si è ripartiti praticamente da zero, laddove l'anno zero ora è diventato il 1968 e non resta più nulla dei millenni precedenti. Per tornare all'argomento della macchina del caffè, va considerato che ognuno fa quello che vuole nel bene o nel male. Se rispetta le leggi sarà un buon cittadino. Ma se vuole essere anche un buon cristiano deve rispettare le leggi che ci ha dato la Chiesa e fra queste anche quella che un rapporto tra un uomo e una donna si concepisce solo all'interno di un matrimonio consacrato, sapendo anche che padre Pio e suor Lucia, la veggente di Fatima, dicevano che i peccati peggiori sono quelli della carne. Uno è liberissimo di rimanere un buon cittadino, e non accettare queste regole. Anzi può criticarle apertamente o disprezzarle pubblicamente e non succede niente. Ma si deve capire che la Chiesa consiglia per poter andare in paradiso, non per la storia e non impone nulla, nè irroga sanzioni e soprattutto perdona chi si pente. Ognuno fa quello che vuole. Ma un occhio alla vita dopo la morte, ogni tanto, andrebbe dato.

Il Pio

Nonni e padri.


I nostri nonni ci hanno lasciato Roma, Venezia, Firenze, Napoli, Siracusa… Ma anche i piccoli borghi medievali ancora oggi incantevoli, come Castel Trosino, Grottammare alto, Offida, Ripatransone… in cui, magari, non si trova nessuna bellezza od opera artistica particolare, ma sono comunque affascinanti per i loro straordinari scorci, le strade e i vicoli disegnati come fossero quadri di Caravaggio, la cura del particolare e poi la bellezza delle case tutte diverse e tutte “civettuole”. I nostri padri invece ci hanno lasciato i quartieri Monticelli di Ascoli Piceno, Quarto Oggiaro di Milano, Forcella e Scampia di Napoli, Zen di Palermo, Librino di Catania e compagnia bella. La domanda che ci possiamo allora porre è: “che idea di uomo avevano i nostri nonni e che idea di uomo avevano i nostri padri?” e soprattutto “cosa è cambiato fra quella e questa generazione?”. I primi vedevano (anche forse solo in maniera larvata) l’uomo come figlio di Dio e parte di un popolo in cui tutti hanno la stessa identità, la stessa fede e lo stesso identico Ideale, in cui la presenza di Dio colora i rapporti tra le persone, loro amavano la propria città perché era il paese dei propri padri (patria), era la terra dove camminavano ogni giorno, il campanile che segnava le ore e la chiesa dove si erano sposati i genitori e prima ancora nonni e infine loro; gli altri, i padri, vedono l’uomo come un problema da tamponare senza tanti riguardi e pensieri, senza alcuna preoccupazione al suo destino, come un numero e non più come parte del popolo di cui loro stessi fanno parte e l’ideale non è più Dio, ma il bieco “minima spesa e massimo profitto”, loro poi non amano la loro città da cui vogliono solo ottenere benefici e  la colpa della sua tristezza è solo degli altri. I nonni erano cristiani vedevano cristiano e pensavano cristiano, così come lo erano i committenti, gli architetti, i manovali, gli scultori, gli artigiani, gli artisti, i musicisti, i poeti, le famiglie,… e i bambini vedevano un mondo così fatto grazie ai loro avi. Poi alla fine, l’ultima generazione di nonni ha sviato all’improvviso la strada da millenni seguita e ha preso la strada del mondo, conforme al mondo e al volere di gente cattiva, per piacere al mondo e hanno abbandonato Dio per costruire un dio artificiale, di plastica, freddo, a proprio uso e consumo, ma che non c’entra affatto con la vita quotidiana e soprattutto hanno detto di fare così ai loro figli. I nonni quelli che costruivano orgogliosamente le Cattedrali nella propria città la cui edificazione durava anche secoli e senza avere i mezzi di oggi, non ci sono più e purtroppo (forse) non torneranno più. Di ciò possiamo ringraziare l’ultima generazione di nonni. Se vogliamo sperare di riavere un mondo un po’ più umano dobbiamo riacquistare le fede perduta in Nostro Signore Gesù Cristo.

Il Pio

Naturalmente



Naturalmente quando uno va allo Stadio, si mette la sciarpetta e prende la bandiera con i colori della propria squadra e urla forsennato per tutta la partita; naturalmente uno si vede bene solo in un certo partito e vorrà seguirne i leader, le idee, i propositi e lo difenderà con passione anche contro i parenti e gli amici più stretti pur di fronte ai vili tradimenti e ai “dietro front”; naturalmente uno si sente attratto verso persone che sono come lui (della stessa natura, con la stessa indole) e facilmente si unirà a loro e si distanzierà dalle altre; e poi naturalmente «io sono di Roma e tu di Milano», «io sono marchigiano e tu abruzzese», «io sono italiano e tu sei un franzoso con la puzza sotto il naso e tu un crucco»… Questo succede e succederà sempre. Cioè è la natura stessa che ci fa consorziare ad alcuni e allontanare da altri. E’ la natura che ci fa fare così. Naturalmente questo—all’estremo grado e superando la chiara linea della normalità e del vivere civile—comporta fatti gravi e abnormi da reprimere senz’altro: violenza negli stadi, terrorismo politico, associazioni a delinquere, razzismo, guerre... Ma dentro il limite della normalità tutto ciò è naturale. Tuttavia anche questi fenomeni non li elimini facilmente, perché il problema non sta, appunto, fuori dall’uomo, ma nell’uomo, nella stessa natura dell’uomo stravolta dal peccato originale. Bisogna evidentemente reprimere queste situazioni con durezza, ma non illudiamoci, ci saranno sempre; per quel motivo. Naturalmente il cristiano sa che deve testimoniare Gesù proprio in questo mondo così fatto e dovrà frenare le sue naturali tendenze di vivere solo con quelli che più gli aggradano, per andare incontro a tutti senza fare distinzioni. Il punto ancor più brutto invece è che mi sembra che dall’alto, i Potenti vogliano invece omologarci tutti, omogeneizzarci, tutti senza nazione e identità, tutti con gli stessi desideri, con le stesse idee, con le stesse risposte, senza ideali, tutti che devono comprare gli stessi mezzi, vaccinarsi a comando e tutti che devono magiare lo stesso cibo che dicono loro (pensate a noi italiani e al nostro mangiare!). Questo invece non è assolutamente secondo natura, ma sono biechi progetti, per biechi scopi, per bieche persone. Sarà difficile resistere a quelle bieche persone, soprattutto se non ce ne accorgiamo. Ma anche qui il cristiano lo deve sapere: i biechi soggetti vogliono anche una sola religione per tutti, quella inventata da loro, verso un dio freddo e con lo sguardo cattivo, senza cuore e fantasia che non c’entra e non ha nulla a che fare con la nostra vita. E, per come stiamo messi oggi e per come stanno messi i pastori che ci guidano, saremo noi cattolici i primi a cadere e a abiurare. Ma non siamo ancora alla fine: c’è ancora tempo. Se la speranza umana, come si dice, è l’ultima a morire, probabilmente non vedremo mai i suoi funerali. Alla Provvidenza invece ci potremo naturalmente aggrappare fino alla fine, con i soliti metodi, la preghiera e i sacramenti e con la solita fede, quella cioè, grande almeno come un granellino di senape.

Il Pio.



Zitto e subisci!


 Se c'è un fatto certo, bipartisan si potrebbe dire, è che statisticamente è impossibile che la ragione sia tutta da una parte e il torto tutto dall'altra. Ora è tutto un attacco alla famiglia patriarcale, famiglia che proprio quelli che oggi urlano,  hanno sapientemente distrutto negli anni sessanta. Oggi infatti la famiglia non esiste più e il padre è letteralmente inesistente (e il problema di tutto sta qui). Ed è pure un dire che "il maschio è una bestia". Io sono maschio e non ho mai picchiato mia moglie e a casa mia comanda lei (appunto). Non ho nemmeno mai fatto del male a nessuno. E penso che la stragrande maggioranza dei maschi sia così. Questo della lotta alla famiglia patriarcale, per risolvere i problemi della violenza sulle donne, è un deliberato attacco a quel poco che resta della famiglia tradizionale cattolica, per dargli il colpo di grazia e permettere probabilmente l'ingresso di leggi liberticide a favore di categorie iperprotette da una politica cieca.  E nessuno di loro si è accorto che le vere famiglie patriarcali non sono quelle cattoliche, ma quelle di un'altra religione, iperprotetta da una politica idiota. Tra l'altro conosco alcuni divorziati che dormono in macchina e mangiano alla Caritas perché le ex mogli li hanno messi legittimamente sul lastrico e in miseria, dai banchi di un tribunale, anche con un po' di cattiveria, anche se oggi già convivono con un altro uomo nella casa di proprietà dell'ex marito. E poi che senso democratico e che aiuto alle povere donne oggetto di violenza avrebbe l'attacco feroce delle femmiste alla sede della associazione pro vita? È sempre l'ottimo sistema politico di creare odio furibondo verso un nemico, nemico, se occorre, anche immaginario; ci stanno riprovando e speriamo che si fermino prima di accendere i più facinorosi, perché dopo, innescato l'odio e la violenza, non si torna più indietro. Ora vogliono fare l'educazione sentimentale. Ma a quale genio della politica verrà mai affidato questo compito? Forse vorranno istituzionalizzare quelle lezioni che da qualche anno nascostamente fanno i/le drag queen? Per dire: il male non sta tutto da una parte e il bene tutto dall'altra. Purtroppo il male sta dentro ognuno di noi, senza distinzioni di sesso e di censo e si chiama peccato originale, ma nessuno lo conosce più. Nel mondo c'è tanta confusione e tanta nebbia, ma se ci ricordiamo un po' di dottrina, di catechismo e un po' di preghiere forse la strada la troviamo. Però non è scritto da nessuna parte che dobbiamo stare sempre zitti e subire.

Il Pio. 

Mistero


Ma—dico—gli italiani ordinari sono tutti umanamente devastati come quelli che vanno in politica e nei salotti chic della televisione, passando per i palcoscenici dei cantanti? Sono tutti, ma proprio tutti così fatti? In teoria se quelli anzidetti ci rappresentano, in senso stretto, sarebbe grave. Perché non avremmo più nessuna speranza, davvero nessuna. L’Italia sarebbe ormai morta e sepolta, come una pianta che non dà più frutti agli affamati e nemmeno ombra ai viandanti: dunque, mettiamoci il cuore in pace e aspettiamo pazienti la catastrofe finale. Ma mi pare che qualcuno normale ci sia ancora in Italia e il loro numero non mi sembra irrisorio e ci sono dei bravissimi normali e tanta gente di buona fede. Il mistero allora è come mai in quei luoghi (politica, salotti, palcoscenici…) ci vadano solo i devastati umanamente e gli staccati dalla realtà quotidiana? Mistero che da decenni nessuno riesce a spiegare. Forse gli umani non riescono a superare le barriere e gli sgambetti che gli mettono i disumani. Forse perché gli umani vengono “fatti fuori” dai disumani prima che si possano muovere bene e fare qualcosa di buono. Forse perché gli umani non ce la fanno a collaborare per anni con i numerosi disumani e a proporre buone cose. Forse perché nella jungla cittadina vale la legge del più forte e, dunque, di norma gli umani non sono più forti dei disumani. In definitiva, gli umani in Italia non riusciranno mai a raggiungere dei posti importanti se non in numero esiguo e ininfluente (purtroppo non è una calunnia, è la cronaca). Ma a noi normali che ci importa? Non diventeremo mai imperatori, non saremo mai membri dello star system, non saremo mai i potenti della terra, non saremo mai gli intellettuali radical chic, non scriveremo mai libri best seller, non avremo milioni di follwers e mai sfonderemo nel mondo della musica. Eccetera. Che ce ne importa? A noi Gesù ci chiede di avere fede in Lui e di costruire opere buone nella realtà in cui ci ha messo a vivere e a renderla più umana. Non sfonderemo mai in nessuna parte, ma forse riusciremo a essere contenti e a far stare contenti i nostri vicini e magari anche a prenotarci un posticino in ultima fila in Paradiso, magari proprio vicino a quelli che abbiamo aiutato ad arrivarci.

Il Pio

Perché è scemo!


La violenza sulle donne è una vigliaccata schifosa, un atto spregevole soprattutto se aggravato da motivi abietti e futili, come spessissimo accade. Un comportamento imperdonabile da tutti (salvo che da Dio, ma solo in determinate e precise circostanze). Il problema però non si risolve con i minuti di silenzio, battendo i piedi sul pavimento, lanciando palloncini in aria o con le frasi retoriche... Né tantomeno con i corsi psicologici e moralistici obbligatori. Con questi rimedi, l’uomo storto rimane storto e più è storto e più peggiora e soprattutto nessuno prenderà mai atto di dove sta il problema, restando tutto solo un tamponare o un momentaneo colorato folklore sentimentale. Il cattolico invece sa del Peccato originale e dei danni che esso ha fatto e continua a fare nel mondo e negli uomini, a partire da Caino e Abele; sa anche che i suoi effetti tremendi li possono attenuare solo i sacramenti e la preghiera. Ma oggi chi va più a messa e chi prega più per sé e per gli altri? Anche l’educazione in famiglia e a scuola potrebbero sortire un minimo effetto in questa situazione. Se però la scuola educasse e se la famiglia esistesse. La scuola ha invece obliterato la sua funzione millenaria di educare. La famiglia invece non esiste più, peggio, quella che ancora c’è spesso risulta dannosa per una educazione superpermissiva e iperprotettiva. Soprattutto: il padre oggi è inesistente, non dico assente, inesistente proprio: un assente infatti potrebbe anche tornare, per uno smolecolarizzato è impossibile farlo: non può tornare più, salvo-ovviamente-miracoli che in genere arrivano se chiesti con fede a Dio Padre. Strane risultano dunque le accuse di “patriarcato” degli ultimi giorni. Questo concetto "puzza" di solita accusa ideologica alla famiglia tradizionale o vetero cattolica, anche se chi mena o ammazza proviene in parte pure da religioni lontane anni luce da quella cristiana. La violenza alle donne non si fa perchè uno si sente il patriarca, ma perché uno è scemo, perché nella testa ha tante e poi tante di quelle farfalle del mondo moderno che non sa più distinguere il male dal bene, la vita dalla morte, il bello dal brutto; non ha mai saputo che c'è il peccato e non sa che esiste  la responsabilità personale per quello che fa, perché vive solo per se stesso in un drammatico solipsismo e in una solitudine devastante e così perdere l'unico riferimento umano che si ha, scatena sentimenti spropositati e angosciati;  e poi perché quello non ha capito il senso della vita e perché ci si alza la mattina; e vive con il vuoto nel cuore e nel cervello; (tutto questo ovviamente, perché nessuno glielo ha mai  detto-v. educazione-). Il male, per via del Peccato originale, non si cancellerà mai dalla terra fino alla fine del mondo, fino al ritorno di Gesù. Il male sarà sempre compagno per tutta la vita forse più certamente che del bene. Quello che dobbiamo fare noi è tornare a fare dell’Italia una terra cattolica e staccarci da questa artificiale, fumosa, triste e perniciosa ideologia non cristiana e comune che appiattisce tutto e tutti. Qualcosa in più forse potremmo fare per limitare il problema. 

Il Pio



Le cassiere, gran bella istituzione!

 


Ultimamente si è parlato del primo supermercato in Italia senza casse: prodigio della modernità, fatto positivo per il nostro Paese. Hanno spiegato come funziona nei minimi particolari grazie ai miracoli della tecnica della nostra epoca. Solo due piccole fesserie. Prima. Un supermercato senza casse significa almeno quattro cinque persone, tra cassiere e cassieri, a spasso e di questi tempi non è una gran bella cosa. Certo. E’ il prezzo del progresso che va avanti—come sempre e da sempre—senza guardare in faccia a nessuno, spietato e senza cuore e che schiaccia tutti e tutto pur di andare avanti. Charlot in Tempi moderni raccontava l'uomo schiavo al servizio della macchina e della produzione; oggi racconterebbe della macchina che sostituisce completamente l'uomo e lo caccia via dal mondo del lavoro, fregandosene del suo destino. E' 
il nuovo capitalismo, il capitale e i mezzi di produzione saranno sempre più concentrati in mano a pochissimi grandi miliardari che non avranno più bisogno dei dipendenti e non avranno più concorrenti. Basteranno infatti poche macchine che faranno il lavoro di seimila operai. Ma dopo uno si potrebbe porre la domanda, ma se ci impoveriscono tutti, chi comprerà i loro prodotti? Cosa da poco, loro camperanno benissimo ugualmente. Loro. Proprio come vuole la regola che si sono dati i potenti della terra: si devono arricchire sempre più i ricchi e si devono impoverire sempre più i poveri fino alla morte… di fame, il trend sembra avviato a questo obiettivo, con l'avallo di tutti i governi italiani degli ultimi decenni. Seconda fesseria.  Le cassiere del supermercato, oggi, svolgono un ruolo importantissimo nella società, sono una grande istituzione, quasi come quella dei nonni. In pochi secondi, mentre passano il prodotto allo scanner, fanno da mamma, amica, psicologa, medico, consigliera, danno suggerimenti sui piatti da cucinare, rincuorano le persone anziane e le aiutano a contare gli spicci, sorridono ai bambini chiedendogli come è andata la scuola,... Perlomeno io le conosco così. Esse sono appunto un’istituzione, quasi da meritare, loro, un vitalizio dello Stato per i meriti acquisiti nel campo del lavoro; ma in questo mondo senza poesia e senza cuore, esse sono in via di estinzione per essere rimpiazzate da macchine fredde, grigie e calcolatrici. E poi a vantaggio di chi? (Del capitalista si capisce). Se io potessi scegliere fra togliere il lavoro ai potenti o alle cassiere non avrei dubbi, eliminerei quello dei primi. Se potessi, infatti, ma io non posso. Però loro sì.

Il Pio

Ci stiamo suicidando con le mani nostre

 


Da decenni in Italia è tutto un togliere le croci dalle cime delle montagne, uno schiodarle dalle pareti delle scuole e degli edifici pubblici, un accettare senza batter ciglio, l'omicidio di bambini appena nati, un distruggere la famiglia naturale, un abolire il Natale e il Presepe e poi l'inferno che non esiste, il rispetto di tutte le religioni straniere come motivo per obliterare completamente la nostra, fino ad arrivare a un mondo più pulito quasi come fine del cristianesimo. Bene. Oggi sono andato in palestra e nello spogliatoio c'era S., il mio amico musulmano. Siccome per lui era l'ora della preghiera ha tirato fuori il tappetino portatile e si è messo a pregare per almeno cinque minuti. Davanti a tutti. Come fosse la cosa più naturale del mondo. E io ho pensato che noi cattolici ci vergognamo persino a fare il segno della croce dentro casa, non battezziamo i figli perché deve essere una loro scelta e non andiamo a messa la domenica perché dobbiamo andare al centro commerciale... Io ho sempre ritenuto che l'islam ci sottometterà tra qualche anno, con la spada e la violenza. Ma saremo sottomessi a loro molto prima, visto che ci stiamo suicidando con le mani nostre e con le leggi nostre. Signore, abbi misericordia di noi e, anche se non ce lo meritiamo, accresci la nostra fede.

Il Pio 

Difficilmente

 

Ultimamente ho visto sui social, un islamico che ha staccato una croce dal muro, distruggendola a calci. In un diverso filmato un altro prendeva la statua della Madonnina e la scagliava in terra, mandandola in pezzi. Su Internet se ne trovano anche altri di questi atti rispettosi e di integrazione. Noi li stiamo accogliendo tutti, ma loro non pensano minimamente alla gratitudine nè a integrarsi, per loro integrazione è un disvalore. Loro ci vogliono soggiogare, dominare, vogliono bruciare le chiese, infine vogliono cancellare il cattolicesimo e i cattolici, come fu ininterrottamente dall'inizio della loro storia e come sta avvendo oggi in molti Paesi. La storia antica come quella recentissima infatti ci insegna anche che difficilmente ci ripensano, difficilmente diversificano i loro obiettivi, difficilmente vengono sconfitti, difficilmente vengono meno all'odio verso i Crociati, cani infedeli. Pazzi sono stati e sono quelli che li hanno voluti tutti in massa dentro casa. Se l'Italia fosse rimasta cristiana avrebbe intuito il pericolo di una simile convivenza. Essendo invece, divenuta tutta stupida e pagana, governanti, ecclesiastici e teologi compresi, essa crede ciecamente che siano vere le favole degli uomini tutti naturalmente buoni,  naturalmente uguali e ormai realizzabile l'ideale della fratellanza universale e condivisa da tutti i popoli la lotta per un  pianeta più pulito, nella certezza assoluta che solo la  religione cattolica è l'oppio dei popoli. Il cattolicesimo è sempre stata una religione concreta che riguarda la vita in tutti i suoi particolari e è inspiegabile l'odierna abiura generale. La nostra fede è in serio pericolo e così le nostre anime, oltre che le nostre vite. Forse davvero tutti gli uomini sono naturalmente buoni e giungeremo alla fratellanza universale e tutto andrà bene. Ma potrebbe non essere così. Restiamo saldi nella fede, anche a costo della vita. (Però quelli che hanno architettato tutta questa storia nei loro palazzi, con pieno assenso e deliberato consenso, spero che, se non si pentono almeno in punto di morte, possano sprofondare all'inferno).

Il Pio 

Straconvinti

Noi conosciamo la storia e di norma la storia è del passato; la storia di oggi ce la cantano ogni giorno, novelli menestrelli, i giornali e le TV e, in questo caso, dubbi spesso ci assalgono che quella cantata non sia proprio tutta la storia o che quanto cantato non sia tutto vero. Ma ci crediamo lo stesso e, forse per pigrizia il dubbio non apre quasi mai la via alla domanda e alla ricerca. Ma altrettanti dubbi ci si piantano nel cervello a leggere la storia passata, è andato davvero tutto così? Perché certi fatti non vengono raccontati? E poi a sfavore della storia passata e contemporanea interviene la nostra memoria e tanto viene obliterato e scordato. Anche per questo gli errori spesso si ripetono pure se è vero quello che dicevano i latini, “errare è umano, perseverare è diabolico”. Comunque sia, siamo tutti straconvinti che quello che sappiamo, storicamente parlando, sia la pura verità. Ma la regola assoluta è che la storia (passata e contemporanea) la scrivono sempre i vincitori. Cioè, quelli che hanno vinto le guerre (ieri) e quelli che hanno il potere di urlare più forte di tutti (oggi). La storia non è mai nel dualismo veri giusti e veri ingiusti, ma in quello veri vincitori e veri vinti. Ma come scriveranno la storia i vincitori di domani? Possiamo immaginare (visto come stanno andando le cose) che l’Italia sarà caduta in mano all’Islam, dopo una guerra civile spaventosa (come già avviene oggi in altri Stati in simili condizioni) e poi con una successiva persecuzione sanguinosa di quelli rimasti ancora cani infedeli. Si parlerà dunque di un’Italia liberata dai Governi fascisti, razzisti e senza religione, finalmente nelle mani della religione giusta e dei religiosi giusti, priva di una Chiesa che ha sempre ingannato il popolo e che finalmente è stata messa a tacere dalla giustizia divina, si parlerà anche di briganti, ultimo sparuto manipolo di balordi, malinconici e crociati, rimasti ancora cattolici, dediti vilmente al brigantaggio, da incarcerare o uccidere prima possibile. Saranno celebrati eroi kamikaze e le loro foto affisse in tutte le scuole; in quegli anni tutti gli italiani saranno straconvinti che tutto sia andato così che tutto era ed è stato così come i libri di storia racconteranno loro. La storia la scrivono sempre i vincitori, dicevo e il popolo può solo crederci. La verità storica cioè, la scrivono sempre i vincitori, ovviamente ad uso e consumo esclusivamente del popolo che non può credere ad altro. Però è anche vero che noi andiamo dietro a Gesù Cristo tradito, abbandonato, infamato, calunniato, sputato, brutalmente frustato, spietatamente incoronato di spine e crudelmente crocifisso, che è—sempre e comunque—Via, Verità e Vita. Seguiamo solo questa Verità per il bene del nostro intelletto, della nostra vita, del nostro cuore e soprattutto per il bene delle nostre anime. All’Inferno si sta malissimo e si resta là per l’eternità

Il Pio

Prima anche i santi avevano paura…



“In passato, prima della venuta divina del Salvatore, anche i santi avevano paura della morte, e tutti piangevano i morenti come se fossero destinati alla corruzione. Ma dopo che il Salvatore ha risuscitato il proprio corpo, la morte non spaventa più, tutti coloro che credono nel Cristo non la temono, e preferiscono morire che rinnegare la propria fede. Sanno che, morendo, non periscono, ma vivono, e che la risurrezione li renderà immortali”.

“È un'esecrabile eresia voler attirare con la forza, con le percosse, con il carcere coloro che non si sono potuti convincere con la religione.”

“Bisogna dedicare tutto il tempo libero all'anima piuttosto che al corpo e riservarne a quest'ultimo solo un poco per necessità, dedicando tutto il resto all'anima, procurandole il suo bene.”

“La vita dell'uomo è ben corta raffrontata ai secoli che verranno.”

«E il mondo, sgomento, si ritrovò ariano».


Sant'Atanasio di Alessandria 

(Atanasio fu per tutta la vita testimone e strenuo difensore del cristianesimo, e per questa sua fermezza dovette subire cinque condanne all'esilio negli anni che vanno dalla sua nomina a vescovo, alla sua morte).

Quelli.

 

Ma voi credete che quelli che ci obbligano a comprare l’auto elettrica, a rendere green le abitazioni, a spegnere l’aria condizionata quando si è in coda, a limitare la temperatura nelle case e negli uffici, a togliere l’imballaggio dalle mozzarelle,… pensate veramente che quelli abbiano a cuore la natura, il mondo e la gente? Gran parte di quelli gira su yacht, su jet, su auto pesantissime, normalmente non elettriche, comprese quelle delle scorte. A casa hanno tutti piscine e fontane, luci da tutte le parti, riscaldamento e raffrescamento a palla a loro massimo arbitrio. Odiano il popolo e non vogliono avere nulla a che fare con esso. Dubbi si aprono poi pensando se mai quelli chiudono l’aria condizionata quando si fermano in coda. Infatti quelli sono proprio come i farisei del Vangelo che caricano pesi gravosissimi sulle spalle della gente, ma loro, ipocriti, non li vogliono nemmeno sfiorare con un dito. Quelli non pensano a noi, quelli pensano a loro stessi, al loro potere, alla loro onnipotenza, ai loro fratelli di casta, agli applausi degli altri potenti e si adorano smodatamente; purtroppo per noi, cercano ad ogni costo di ridurre il numero delle persone nel mondo (al grido di “siamo troppi!”) e il nostro patrimonio (al grido di “più poveri, più schiavi”). Vogliono anche mescolare gli Stati e eliminare le peculiarità di ogni nazione. Sono quelli che governano il mondo e fanno su di esso quel che vogliono, come vogliono, per i motivi che vogliono. Non li fermano gli Stati (che forse nemmeno ci provano), le Costituzioni, i diritti intangibili dei cittadini,… Non ci salverà nessuno, non ci aiuterà nessuno; è certo: siamo in loro balìa. Per non farci prendere dallo sconforto, noi misero popolo che solo per grazia di quelli ancora possiamo campare, mangiare, avere un lavoro e una casa, non resta che pensare di essere stati sottomessi da tiranni spietati di uno Stato straniero invasore e che la nostra Costituzione e le nostre leggi sono solo romanzi ormai datati. Noi non possiamo fare nulla per fermare tutto questo. E qualunque cosa facessimo si rivolterà a loro pieno beneficio. Ma quelli odiano anche la religione cattolica e i cattolici tutti (salvo—si capisce—quelli supermodernisti) e vogliono distruggere anche queste. In tal caso, però, noi abbiamo un Alleato fortissimo e grandissimo, Gesù, e se Gesù è con noi, siamo la maggioranza (come diceva don Bosco). E le nostre preghiere possono essere ascoltate da Lui. Basta avere un po’ di fede, anche se piccola come un granello di senape. Preghiamo almeno per la nostra fede e per la nostra religione cattolica che ci possano rimanere integre, uniche fra tutto,... almeno loro.

Il Pio


Volevo stare zitto...



Non volevo parlare di questo argomento in questo blog,  ma la realtà mi ha sollecitato a farlo. Ero in fila alla cassa e una bambina chiede alla mamma “ma perché domani è festa?”. “Ma perché è halloween!”. Una risposta secca, decisa, quasi irritata, come fosse la cosa più incontestabile del mondo, del tipo il sole a mezzogiorno è giallo e l’erba d’estate è verde. Perché è ormai scontato per tutti che domani è halloween. Eppure quando ero ragazzo io, questa festa non solo non esisteva in Italia, ma si sentiva solo a malapena nei racconti e nei film americani o inglesi e comunque non piaceva a nessuno nemmeno in questo modo. Poi essa è arrivata di soppiatto anche qui, più o meno negli anni ottanta e così qualche negozio ha cominciato a mettere in vendita qualche zucca di plastica con la risatina, vecchie col cappello a punta ed oggetti similari, poi negli anni successivi, a queste zucche e a queste vecchiacce brutte gli si è dato sempre più spazio, interesse, pubblicità e visibilità e piano piano con la scusa che comunque era un'innocua  festa per bambini che si devono divertire, essa ha potuto prendere il sopravvento su tutto e su tutti. E così domani per tutti è, senza dubbio, halloween… e non la festa di tutti i santi (noti e ignoti). Santi, esattamente quello che dobbiamo divenire tutti e a essere i quali  siamo chiamati dal nostro Creatore. Il brutto che ho saputo che addirittura in alcune parrocchie oggi si festeggia halloween, cioè la morte che prevale sulla santità. Il brutto sul Paradiso. Il cattivo sul buono. Il buio sulla luce. Il problema è sempre lo stesso: siamo noi la colpa di tutto questo; noi cattolici che ci siamo calati le braghe, siamo divenuti mosci, tristi, sterili, non diciamo più le cose che dovremmo dire e non conserviamo più le tradizioni che dovremmo conservare, soprattutto non siamo quello che dobbiamo essere, perché se fossimo quello che dovremmo essere, metteremmo a fuoco il mondo intero (parafrasando santa Caterina): un fuoco di fede, di carità, di speranza, di passione, di bellezza, di amore... Prevale sempre il mondo. E per piacere al mondo, con il nostro nulla osta, anche quest’anno la morte prevarrà sulla santità, con le schiere delle tenebre, quelle composte da vivi (cioè che stanno ancora sulla terra) e quelle composte dai demoni (cioè che stanno nel profondo dell’inferno) che brindano felici per la gioia dell'ennesimo risultato e per l’idiozia di noi cristiani. Ma quante persone stasera si perderanno?

Il Pio



Il fiore all'occhiello



Un tempo non ci mancava nulla. Avevamo una mafia, una criminalità e un terrorismo che il mondo ci invidiava. Erano il nostro fiore all'occhiello di cui andavamo orgogliosi.  (Mettiamola sul ridere). Nel giro di una trentina d'anni però, questo fiore è stato oscurato e ora sul nostro territorio patrio c'è una concorrenza spietata alla malavita nostrana. Mafia e criminalità nigeriana, cinese, rumena, albanese nonché il terrorismo islamico. La politica per chiarire la situazione ai sudditi, parla di percentuali e di percezioni, ma per il popolo è la somma che fa il totale, come diceva Totò e non ne può più di tutti questi signori del male italiani e stranieri. A proposito di terrorismo. Dopo tantissimi anni, di alcune terribili stragi italiane non si conosce il mandante e molti terroristi con numerosi ergastoli sulla fedina penale e sulla coscienza sono già a spasso a parlare male dello Stato. Qualche dubbio sorge che tutto non sia andato come doveva e che qualcuno in alto non abbia lavorato con professionalità e coscienza. Ora paventiamo attentati islamici, ma cambia poco. Se avvenissero in Italia, non diamo la colpa a loro, loro hanno sempre fatto così, lo sappiamo tutti, la colpa la dobbiamo dare invece a tutti gli ultimi governi italiani che non si sa a cosa pensavano e a una gerarchia cattolica che vuole piacere al mondo e parla di buonismo, di fratellanza universale (termini mai stati cattolici) e non di Gesù. Auspichiamo che in Italia torni la saggezza cristiana che riesce a leggere chiaramente la realtà senza gli spaventosi filtri moderni. 

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Il popolo italiano

 


Il popolo italiano, in sé, nella media, non è stupido, è pure simpatico, buono, geniale, ironico. Quello che gli manca è una guida solida. Se avesse anche oggi una guida solida e seria, sarebbe probabilmente ai primi posti nel mondo (come lo fu nel Medio Evo). Un tempo aveva due guide sane: il Re e la Chiesa. Il Re è stato mandato via e da allora, per prendere il suo posto di comando, fanno a gara i più cattivi,  strafottenti, i più imbecilli di tutti (a qualcuno farà fastidio questo, ma basterebbe fare due conti con la realtà e vedere dove tutti questi ex Re ci hanno portato). Non è che i Re fossero tutti santi, ma il popolo gli voleva bene e aveva fiducia in loro. I Re qualcosa di buono ogni tanto lo facevano per il popolo. Infine al popolo gli era rimasta solo la chiesa, ma non si sa ora che strada abbia preso da decenni e tanti sono gli scandalizzati da questo comportamento che non sanno più cosa devono fare: se uscire o restare. Praticamente siamo soli e abbandonati a noi stessi, senza guide e senza mete da raggiungere. Gli ex Re fanno i comodi propri e non governano e soprattutto non amano minimamente il popolo che guardano sempre dall'alto in basso; la chiesa oggi pare che ami essere più del mondo che non nel mondo. Piace più essere trascinata dal mondo, piuttosto che trascinarlo Lei, come dovrebbe e soprattutto, potrebbe. Abbiamo i nemici che ci vogliono ridurre di numero e imporci i loro desideri spietati e nessuno ci difende o almeno ci mette in guardia. Anzi talvolta sembra proprio che gli aprano il recinto. L'Italia si sta riempiendo di islamici che prima o poi ci faranno pagare caro il fatto di essere cristiani (anche se lo siamo solo statisticamente e nulla più). 
Stiamo come nella nebbia più densa. Nella nebbia si deve stare sempre sui binari, i binari del Decalogo, della Dottrina e del Catechismo: i binari portano sempre in luoghi sicuri e fino a che la nebbia non dirada e si ricomincia a vedere chiaro, non bisogna prendere iniziative estreme.

Il Pio

I mercenari.

 

Alla fine degli anni sessanta, al termine del Concilio Vaticano II, il papa Paolo VI disse, con tanto sconforto che da qualche fessura era entrato nella Chiesa il fumo di Satana. Quella fessura probabilmente non venne mai chiusa come forse era il caso di dare e il fumo è continuato ad entrare espandendosi sempre più e siamo arrivati alla fase successiva. "Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore" (Giovanni 10, 11-13). Siamo al punto che i tanti pastori buoni sono mischiati con i tanti mercenari e indossano gli stessi abiti tanto da confondersi gli uni con gli altri. E la confusione delle povere pecore è grande. Ma lo sguardo dei mercenari è cattivo e la loro dottrina non è una buona dottrina, non è quella di Gesù e dei santi, non dà speranza e letizia e soprattutto non fa ardere il cuore, come invece accade quando c'è il buon pastore.

Il Pio 


Le cose future.

Si cominciano a vedere sempre più spesso sui social commenti o vignette sul problema degli islamici in Italia, soprattutto per il numero che inspiegabilmente cresce sempre più irrefrenabile e per quello che tra qualche anno potrebbe accadere (nel 2050 dovrebbero essere la maggioranza). Da noi fino ad oggi il problema si è risolto parlando semplicemente di poveri migranti e  accusando di bieco razzismo fascista chi si permette di ventilare sommessamente che potrebbero esserci  rischi a mescolare insieme una moltitudine islamici e di non islamici in pochissimi anni. E poi qualche problema di sicurezza lo stanno dando alcuni di loro. La storia del mondo ci racconta come Nazioni millenarie siano scomparse e altre ne hanno preso il loro posto. L'Africa del nord nei primi secoli era tutta cattolica (vedi ad esempio s. Agostino, s. Monica), ora sono tutti Paesi musulmani. Potrebbero anche nascere cose buone da questa unione, chissa? Ma la storia anche recente ci direbbe il contrario. Qui da noi poi, dove spesso tutta l'imbecillità è al potere, tutto finisce in politica e quindi nell'ideologia e i piani dei potenti possono dare liberamente i frutti; in tal modo scordiamoci di essere aiutati. Ma noi povero resto di cattolici, abbandonato da tutti, disprezzato e umiliato in ogni dove, ormai guidato in gran parte da pastori mercenari, dove finiremo se Dio non avrà misericordia di noi? (Ma noi ce la meritiamo?). Forse non faremo una bella fine, per questo dobbiamo resistere saldi nella fede. Ma con queste guide ce la faremo a conservare la fede e a salvarci l'anima?

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Il tiranno

 


Il tiranno è un uomo cattivo, cattivo, non ama il popolo che vuole schiavo e sottomesso, lui ama solo se stesso e il suo delirio di onnipotenza. Per reprimere il dissenso di un singolo cittadino, provvede così: sparge spie dappertutto per trovare con ogni mezzo chi non la pensa come lui, per esempio manda i suoi sgherri nelle scuole elementari che dicono ai bambini: “vediamo chi sa fare questo gioco” e fa un segno della croce, il bambino che lo sa fare bene è sicuramente di famiglia cattolica, dunque reazionaria e così la sera il padre viene caricato in macchina e sparisce per sempre. Più semplice è quando si tratta di un gruppo rivoluzionario, perché basta far fuori il pastore, con ogni mezzo, non disdegnando il sicario o il tradimento e il gregge si disperde. In questo modo il tiranno può tiranneggiare anche per decenni, facendo rimanere nel terrore tutti i suoi cittadini. Lo stesso metodo usa il padre dei tiranni, il demonio, nei confronti degli esseri umani. Ognuno di noi ha un angelo custode, ma anche un demonio custode mandatogli da Satana (come scrive C.S. Lewis in Le lettere di Berlicche) e spesso questo viene ascoltato molto più di quello. Con i singoli basta la destrezza e la dialettica del demonio custode che evita immediatamente che nel cuore o nella mente del suo custodito possano insorgere buoni pensieri o buoni propositi. Senza la nostra volontà di resistere, l’angelo custode può fare poco. Contro il gruppo, contro la Chiesa, la tattica è la stessa: colpire il pastore o i pastori per far disperdere il gregge. Satana ha un’intelligenza superiore a tutti (è un angelo decaduto, ma comunque con le stesse prerogative di un angelo) e non uccide più i pastori, sarebbe peggio per lui, li convince a adeguarsi ai tempi moderni, a non parlare di Gesù e della Provvidenza, a non considerare prioritaria la salvezza delle anime, a parlare di Fra
tellanza universale come di ecologia e di Pace quali bisogni primari e, soprattutto, a seguire la moda (che poi suggerisce lui). In questo modo nessuno sarà più affascinato dalla Chiesa e non La seguirà, nessuno più vi entrerà, nessuno vorrà diventare sacerdote e soprattutto nessuno resterà nella Chiesa perché considerata traditrice.

Il Pio 

I padroni del mondo

 


I padroni del mondo, il loro progetto mefitico lo hanno cominciato a realizzare decenni fa. Un pezzettino alla volta. Con i film, con le canzoni, con i giornali, con la televisione, con la politica,... hanno sdoganato un po' alla volta ciò che tutti da sempre non ritenevano umano. E ora il loro maledetto progetto ha preso una velocità stratosferica. I padroni del mondo vogliono ridurci di numero, vogliono impoverirci, vogliono essere loro gli unici padroni di tutti noi, (per questo odiano la famiglia e cercano di distruggerla), decidono chi deve governare gli Stati e cosa questi devono fare o non fare, vogliono Stati senza confini e mischiare tutti i popoli, vogliono cancellare le religioni particolarmente quella Cattolica, anzi proprio questa è attaccata ferocemente da fuori e dal di dentro, vogliono poi che tutti pensino e desiderino quello che loro dicono, naturalmente per i loro interessi... Non so perché, ma il progetto si sta scatenando maggiormente qui in Italia,  forse perché c'è la sede della Chiesa e il popolo è ancora cristiano. Noi non ce la faremo mai a fermarli e impedire la realizzazione del loro puzzolente progetto. Sono troppo potenti e hanno tutto e tutti in mano. Ma almeno resistiamo e restiamo fermi su un punto, su un punto solo, a costo della vita: restiamo saldi nella nostra fede Cattolica. Quella vera. Quella del catechismo, della dottrina e della tradizione. 

Il Pio 

Se fosse stata casa tua?


Ho sentito in TV un’intervista a un prete, di quelli che oggi si chiamano con orgoglio "di periferia", (quelli che la tonaca non se la mettono mai ed hanno perennemente la faccia imbronciata, quando non sono cardinali giocondi). Per aiutare i migranti africani costui occupa le case sfitte dei proprietari che stanno altrove, ritenendolo giusto e doveroso. Tornati in trasmissione, la conduttrice ha chiesto al giornalistone con il suo bel stipendione, cosa ne pensasse di questo sacerdote. Ha detto, senza nemmeno pensarci, una cosa tipo “io, da vecchio comunista, non posso che dare ragione al prete che, facendo così, fa bene”. Mi sarebbe piaciuto domandare al giornalistone che compare in TV un giorno sì e uno no, con il suo bel cachet ogni volta, che se il prete modello gli avesse occupato un suo bell’appartamento e riempito di africani, ne avrebbe avuto ugualmente piacere. Io penso di no, anzi! Giá lo sento... Ma in questa faccenda vediamo in sintesi tutta la nostra epoca: a) preti progressisti di estrema sinistra che non hanno interesse a salvare le anime, che dovrebbe essere la priorità di un sacerdote, ma solo la giustizia sociale, della liberazione, ma non la Giustizia giusta, ma la giustizia ideologizzata, quella disincarnata dalla realtà, secondo cui i poveri sono a priori ed esclusivamente buoni e i ricchi sono 
a priori ed esclusivamente cattivi e quelli devono comunque prevalere, anche con la violenza, su questi, a ogni costo e costi quel che costi; b) intellettuali e giornalisti (di norma ricchissimi, pieni di beni e visibilità) che parlano come se fossero ancora diciottenni nel '68, alla luce della stessa ideologia di allora; c) cattivi maestri che avvelenano i cuori delle persone facendo odiare una parte della popolazione solo per partito preso; d) l'odio e il compimento di atti illeciti, non espone i “poveri buoni” al peccato e al rischio della salvezza (e/o del carcere)? e) come sempre si fa giustizia solo con il portafoglio e le cose degli altri. La giustizia degli uomini è da un bel po’ di tempo annebbiata e imprevedibile, e su questo non ci possiamo fare nulla: subiamo, punto. Ma mi pare che anche la Chiesa stia passando un periodo di nebbia totale e—come dicevano i nonni—la cosa da fare durante la nebbia è quella di rimanere sopra i binari (Dieci comandamenti, Dottrina, Catechismo,…) che da qualche parte sicura portano sempre, l’errore peggiore e forse malefico invece che si compie dentro la nebbia fitta fitta, è spostare i binari o confonderli, mischiarli con ideologie straniere, buonismi corretti, moda modana. Qui però, in questo caso, qualcosa noi, povero resto di cristiani, potremmo fare… almeno potremmo parlare, scrivere, dire, avvertire, ricordare, consolare…

(In foto vedete don Bosco, sacerdote torinese, morto il 31 gennaio 1888, pure lui prete di periferia a tutti gli effetti, ma in senso buono; lui non occupava le case, non rubava 
per dare ai poveri, non fomentava le masse contro i ricchi, ma insegnava un mestiere ai ragazzi disagiati, li accoglieva, li aiutava a trovare un lavoro, trattava un contratto scritto coi terribili "padroni" del 1800 pechè  i "suoi" giovani avessero garanzie, diritti e benefici, ma soprattutto faceva di tutto perchè fossero sempre lieti e si salvassero l'anima. Io preferisco don Bosco del 1800 a tutti i preti di periferia di oggi, anche se cardinali giocondi).

Il Pio

Un progetto iniquo


Ogni tanto si legge sui social che scrittori prestigiosi e politici onnipotenti della prima Repubblica o forse di quella prima ancora, avevano predetto che ci avrebbero umiliato, impoverito, invaso,  venduto,... Con il commento "loro lo avevano già capito". Sempre questo modo di pensare del piangersi addosso. Io ho sempre pensato che questi vip non erano profeti, per quanto estremamente saggi ed intelligenti, ma—a mio avviso—erano semplicemente testimoni di quanto avevano udito, buoni ascoltatori: le cose che dissero le avevano sentite molto probabilmente dai potenti di allora, oppure le avevano capite da certi fatti e discorsi, conoscendo benone come funzionavano certi gruppi, perché quelli, il progetto, lo avevano già partorito, o allora o prima di allora e come in tutte le cose, questo si è cominciato a realizzare un po’ alla volta, un pezzetto per volta e è divenuto visibile a tutti però solo quando esso ormai era quasi alla fine. E mi domando: se un’élite di politici e scrittori, con numerosi contatti altolocati e di larga influenza e potenza già sapeva (perché verosimilmente gli era stato detto in un orecchio), perché non ci hanno difeso? Perché non hanno impedito la realizzazione del progetto? È vero ce lo dissero o lo scrissero, ma noi cosa potevamo fare da soli? E ora che il progetto sta volgendo al suo terribile epilogo, perché quelli di ora ancora non fanno niente, facendo piuttosto un ampio e indegno scaricabarile? Perché in nome dell’Italia, nostra patria e per il bene del povero popolo povero ed abbandonato, maggioranza e opposizione non se la finiscono fare risse tra di loro come una accozzaglia di ubriaconi, sempre alla affannosa ricerca di consensi elettorali e finalmente facciano qualcosa di buono per noi? C’è tutta una classe politica dalla prima, alla seconda, terza, quarta… Repubblica che non ha fatto nulla, pur sapendo o potendo sapere. Noi subiremo quel progetto iniquo, è certo, tanto nessuno ci difende, infatti tutti quelli che ci governano pare non possano mettersi di traverso ai potenti. Noi dunque subiremo il progetto iniquo, ma loro però avranno molto a giustificare davanti al Tribunale di Dio. Anche se si ostinano a non crederci anzi a odiarLo con tutte le loro forze, cercando di distruggere la Sua presenza nel mondo.

Il Pio

Sono anatema!


In Italia ci sono categorie di persone delle quali si deve parlare bene e solo bene e se ne parli male, sei anatema. E dubbi, sull'argomento, non ce ne devono essere. E’ difficile (o forse impossibile) trovare nella realtà quotidiana la perfezione umana, ma in Italia si vede che c'è. (In teoria). 

Anni fa mi ero preso la briga di fare un pellegrinaggio ciclistico fino a Loreto, così prendo la bici pesantissima, la mia trippa, lo zaino e parto. Era domenica e c’erano numerosi ciclisti veri sulla Statale che procedevano in gruppo anche a file di due, tre o quattro. Ad un certo punto scatta il semaforo rosso e io e le automobili ci fermiamo. Passa veloce il primo ciclista col rosso, zot!, passa veloce il secondo ciclista col rosso, zot!; passa veloce il terzo ciclista e… crash! Sperona l’automobile che ignara, passava col verde. Il ciclista non si era fatto nulla, la portiera della macchina era un po’ ammaccata; ma al vedere la scena ci fu immediatamente un tripudio, un’acclamazione spontanea di gioia di tutti gli automobilisti con urla e clacson.  Mi colpì tanto quel fatto. Certo, così non ci si comporta, gran maleducati e insensibili che sono stati tutti,… ma significherà qualcosa questo fatto?

Ho un grandissimo timore per il continuo flusso di migranti africani e delle dichiarazioni giornaliere di “al collasso” e di “in emergenza”. Sono decenni che ci dicono queste frasi, senza che nessuno ci abbia messo almeno una pezza. Abbiamo mandato su un Governo apposta per risolvere questo particolare problema perché ci aveva promesso di risolverlo e invece, è aumentato. La verità è che la gran parte degli italiani (sia di sinistra che di destra) vuole che il problema venga definitivamente risolto. E non si tratta di essere razzisti, ma di timore reale, perché è ormai evidente che c’è un piano internazionale che vuole che accada questo proprio in Italia e se c’è un piano di chi sta “lassù”, di sicuro non è a favore del popolo. Noi vediamo le foto degli africani tutt’ossa e con la pancia gonfia per la fame e che bevono dalle pozzanghere… ma qui arrivano tutti giovani aitanti con il telefono e che hanno pagato migliaia di euro per arrivare qui. Di fede in gran parte musulmana. Molti di questi di integrarsi con noi, non ci pensano proprio e qualche problema di ordine pubblico lo stanno dando. E pavento che quando loro diventeranno tanti, tanti, noi italiani vedremo probabilmente i sorci verdi, perché siamo per loro miscredenti cristiani, gli odiati crociati, anche se in effetti ormai qui siamo quasi tutti atei o pagani. E questo, ancora una volta, non è razzismo, ma storia, cronaca: avviene così da decenni in molte parti del mondo. Lo Stato non ci aiuta, L’Europa volta la faccia dall’altra parte e così, verosimilmente, non ci salverà nessuno, né ora, né allora. Noi povero resto di cattolici, facciamo di tutto per restare saldi nella Fede, in modo da essere pronti nel caso fossimo chiamati al martirio.
Significherà qualcosa anche questo fatto?

Il Pio.



Mediante il santo Rosario



«…Sollecitiamo tutti i Nostri figli affinché il prossimo ottobre, sacro alla nostra Signora e augusta Regina del Rosario, possa essere celebrato con più vivida e pronta devozione, quale rendono necessaria i tempi sempre più calamitosi. È fin troppo noto ormai di quanti e quali mezzi i malvagi slealmente si servano in questo tempo per indebolire e sradicare dai cuori la fede cristiana e quell’osservanza della legge divina che la nutre e la fa fruttificare: sicché ormai il campo del Signore, quasi lambito dal fiato di una terribile pestilenza, si può dire che da ogni parte isterilisca, assediato dall’ignoranza della fede, dagli errori, dai vizi. E quel che è più amaro a pensare, a una sfrontatezza così arrogante e nociva si è così lontani dal porre un freno o dal comminare giuste pene da parte di coloro che potrebbero e soprattutto dovrebbero, ché anzi più spesso dalla debolezza o addirittura dalla protezione di costoro essa sembra acquistare vigore. 

Per questo abbiamo ragione di dolerCi di quelle scuole di scienze e arti espressamente create perché vi sia ignorato o vituperato il nome di Dio; della licenza ogni giorno più impudente di far circolare qualsiasi cosa, di proclamare qualsiasi proposizione oltraggiosa nei riguardi di Cristo e della Chiesa; né si ha meno ragione di dolersi del conseguente avvilimento e della tepidezza nella professione della fede cattolica che ha preso molti: il che, se non è ribellione aperta, è certo una china che porta in quella direzione, in quanto la loro pratica di vita ormai non si conforma più per nulla alla fede. Per chi consideri a fondo questo pervertimento e questo decadimento dei più alti valori, non sarà certo motivo di stupore se si vedranno le nazioni gemere ovunque sotto il peso della punizione divina, angosciate dal timore di più gravi sventure.

Or dunque a placare la maestà divina offesa, ad ottenere il necessario risanamento delle tristi piaghe, nulla avrà certamente più valore di un fervido e assiduo impegno nella preghiera, purché unito all’amore e alla pratica della vita cristiana: propositi, l’uno e l’altro, che giudichiamo soprattutto realizzabili mediante il Rosario Mariano.

Dalla conoscenza abbastanza nota della sua origine, che tanti famosi documenti illustrano e che Noi stessi abbiamo ricordata più volte, scaturisce prepotente l’elogio per tale preghiera. Al tempo in cui la setta degli Albigesi, dicendosi fautrice di una rigenerazione della fede e della morale, in realtà funestamente le stravolgeva e le corrompeva, e portava a perdizione molti fedeli, la Chiesa combatté quella fazione e i suoi infami sostenitori non con gli eserciti né con le armi, ma opponendole principalmente la forza del santissimo Rosario, che la stessa Madre di Dio suggerì al Patriarca San Domenico di diffondere; e riuscì così gloriosamente vincitrice da quella prova, che poté con esito sempre trionfale provvedere alla salvezza dei suoi fedeli sia in quella come in altre simili successive tempeste.

Perciò ora, nelle attuali circostanze di cui tutti ci rattristiamo, luttuose per la religione, pericolosissime per la società, è necessario che tutti con ugual devozione ci riuniamo nel pregare e scongiurare la Santa Madre di Dio affinché possiamo lietamente anche noi sperimentare, secondo i voti, la stessa forza del Rosario.

E in verità quando con la preghiera ci rivolgiamo a Maria, è alla Madre di Misericordia che ci rivolgiamo, a colei che è così benevola verso di noi che, in qualsiasi necessità ci troviamo, specialmente se è in gioco la salvezza dell’anima, è sempre pronta, anche prima di essere invocata, ad attingere per noi dal tesoro di quella grazia della quale fin dall’inizio le fu donata gran copia da Dio, perché degnamente ella divenisse sua Madre.

(…) E molto meglio di una madre naturale ella sa e giudica le cose nostre; di quali soccorsi abbiamo bisogno nella vita quotidiana, quali pericoli corriamo nell’attività pubblica e privata, da quali ristrettezze e sventure siamo travagliati, e soprattutto come sia aspra la lotta che sosteniamo contro acerrimi nemici per la salvezza della nostra anima: in questi e in altri momenti difficili ella può offrire più largamente (e più ardentemente ella stessa lo desidera) consolazione, forza d’animo, ogni genere d’aiuto ai suoi carissimi figli.

Perciò ricorriamo a Maria senza timidezza ed esitazione, supplicandola in nome di quei materni vincoli che tanto strettamente la legano a Gesù e a noi nel medesimo modo; devotamente invochiamo la sua assistenza con quella preghiera che ella stessa ha insegnato e che le è più gradita: allora potremo fiduciosamente trovare un sicuro e sereno rifugio sotto la protezione dell’ottima madre nostra.

A questo merito del Rosario, derivante dalla preghiera stessa, si aggiunge il fatto che esso offre un facile mezzo per introdurre ed imprimere negli animi le principali verità della fede cristiana: e questo è un altro altissimo pregio».

“Magnae Dei Matris” del 8/9/1892 Lettera Enciclica di S.S. Leone XIII (Gioacchino Pecci 20/2/1878 – 20/7/1903 - detto anche il Papa del Rosario).





Come Catone il Censore


Sui social e su internet leggo quotidianamente e continuamente, a conclusione dell'elencazione delle nuove malefatte dello Stato, della politica o della chiesa, esortazioni tipo “allora non vi svegliate ancora?”, “non lo avete ancora capito?”, “capite cosa ci fanno?”… Purtroppo sono domande retoriche, a porta chiusa: non c’è mai (ma proprio mai) una via d'uscita, come ad esempio un “proviamo a fare così”). E dunque, in quanto retoriche, sono del tutto inutili: mettono solo tanto astio in chi le legge, ma senza speranza di risoluzione. Oltre a questi c’è tantissima gente che ancora continua a esaltare i politici come eroi della Patria e a litigare ferocemente con chi ne esalta uno diverso, il grave è che continuano a fare così nonostante tutte le prove gravi, precise e concordanti che dimostrano, senza ombra di dubbio, che razza di essere umano sia il politico e quanto immodificabiile sia il suo DNA che rimane sempre quello da millenni, per nostra sventura. E quelli continuano a scannarsi per loro. Boh? Ma penso che sarà difficile un cambiamento di idee da parte di questi, sopratutto la comprensione che non sarà mai un uomo (soprattutto un politico) a salvare l'Italia. Così sarebbe come un aspettare Godot. Io invece sono come Catone il Censore, al secolo Marco Porcio Catone (si parla del I secolo a.C) che ripeteva ossessivamente e incessantemente Carthago delenda est, cioè Cartagine deve essere distrutta, ma lo diceva in ogni occasione opportuna e inopportuna, anche ad esempio se il Senato stava parlando delle fogne pubbliche o tributava gli onori a qualcuno. Ed io faccio lo stesso, proprio come come il Censore che vedeva per tutte le questioni di Roma antica quell'unica soluzione, ma al contrario dei primi che la soluzione non la danno (forse perchè non ce l'hanno) io una soluzione la provo a dare ai terribili problemi che abbiamo, anche abbastanza chiara. Sempre quella. E forse con la stessa insistenza e ossessione di Catone, quasi a divenire ridicolo, dico, vogliamo che l’Italia vada bene? Che la nostra vita vada bene? Affidiamoci cordialmente e totalmente a Dio, abbiamo tanta fede in Gesù. Convertiamoci a Lui, puntando tutto quello che abbiamo su Lui. Preghiamo tanto, dieci volte al giorno. Solo così avremmo la possibilità che Dio ci ascolti e magari cessi la sua ira contro di noi. Più siamo e meglio è



Il Pio

Il contratto sociale.

Ci dobbiamo porre una domanda: chi è che dà a chi ci governa il potere di poter fare quello che fa? Per esempio un re o un imperatore, il potere ce lo hanno per via divina; un dittatore o un tiranno quel potere ce lo hanno per via della forza e della costrizione. In questi casi i cittadini hanno poco a che fare con chi governa, devono solo sperare che non faccia troppo male. Ma in una democrazia, laddove tutti sono uguali sin dall'inizio e partono tutti da zero, come funziona? C'è una teoria politica che mi ha sempre affascinato, nota come "Contratto sociale". Essa vede l'origine della società non più naturale e tribale, in un contratto tra governati e governanti, che-come qualunque contratto-implica diritti e doveri precisi per ambedue le parti e conseguenze per la sua violazione. In questa concezione il potere politico si fonda su un contratto sociale che pone fine allo stato di natura, segnando l'inizio dello stato sociale e politico.  Accettando spontaneamente le leggi che vengono loro imposte dai governanti e dunque anche le conseguenze della loro violazione  (carcere e sanzioni) oltre anche all'imposizione delle tasse, i cittadini perdono una parte della loro assoluta libertà per assicurarsi una maggiore tranquillità e sicurezza sociali. Lo Stato riceve il potere sui cittadini per garantire la loro difesa e raggiungere il loro bene e interesse, ricevendo naturalmente compensi e privilegi per il servizio pubblico che svolge. Hobbes, uno dei fautori della teoria contrattualistica, sosteneva che nel momento in cui lo Stato violasse il patto, il potere politico diventerebbe illegittimo; di conseguenza il diritto di resistenza e ribellione dei cittadini verrebbe legittimato. Naturalmente quella contrattuale è solo una teoria politica anche datata, per spiegare la nascita di uno Stato sociale. Solo una teoria, nulla di firmato, nulla di scritto. Ma allora se non è così su cosa si fonda il potere politico che a tratti sembra sia divenuto anche assoluto? E come fare quando i governanti sono gravemente ed evidentemente inadempimenti all'impegnativa contrattuale?

Il Pio 

Per il re e per la patria

  Da qualche giorno i potenti dell'Europa hanno cominciato a parlare, con assoluta freddezza, di guerra come possibilità. Remota, ma pos...