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Risposta non c'è...


C’è una domanda che da anni mi dilania, più di quella della scomparsa dei dinosauri e di quella se è nato prima l’uovo o la gallina. Mi chiedo infatti, ma come sempre senza risposta, com’è che la nostra classe politica e dirigenziale è composta da un numero spropositato di inetti, inconcludenti, inaffidabili, spesso fannulloni? Che si autoriciclano sempre uguali in saecula saeculorum, senza la minima mutazione genetica. Ovviamente, la precisazione è d’obbligo, non sono tutti così. Si è vero, ma un buon numero è davvero così, a voler tacere d’altro poi. I risultati del loro operato li conosciamo tutti, li vediamo tutti i giorni davanti ai nostri poveri occhi, purtroppo sempre coperti dalle fette… di partito. Pensate che se il 50% più uno fosse solamente normale, l’Italia sarebbe ai primi posti in tutte le classifiche. Perchè l'italiano è un popolo forte, capace, grande, simpatico, geniale, estroso, ma è guidato da costoro. Loro promettono tanto, ma—per lo meno dal nostro angolo visuale—non danno, non concludono nulla e lasciano il popolo nell’emergenza continua
. Poi è vero che quel popolo italiano nell’emergenza si sa orizzontare benissimo, ma non può essere una situazione ordinaria questa.Il brutto è che oltre allo Stato che si comporta così, c’è oggi anche la chiesa che, mai prima d’ora, ci sta facendo sprofondare tutti in una gravissima confusione (lo dico con le lacrime agli occhi). Anche qui, la precisazione è d’obbligo, non sono tutti così. Nel '68 a messa (!) si cantava "risposta non c'è" e questa sembra essere la risposta anche per tutte queste situazioni. E il problema è serio. Forse siamo arrivati già al “si savi chi può”. Siamo abbandonati a noi stessi. Cerchiamo allora di passare quanto prima alla fase successiva: dall’odierno “si savi chi può” al “Ci salvi chi può”. Chi ci può salvare è solo Dio, il Padre di Gesù, in Uno con lo Spirito Santo, Uno e Trino, attraverso la Mamma Celeste e come ci possiamo salvare è con la preghiera e i sacrifici. Ma anche sapendo di essere stati creati uomini liberi in un mondo che ci vuole tutti schiavi omologati al sistema. E ricordando quello a cui Gesù ci invita: «Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa (Luca 12,35)».

Il Pio

Priorità


Secondo me c'è una confusione grandissima nei cristiani, quasi un viaggiare nella nebbia fitta, fitta e, non avendo punti di riferimento o guide da seguire,  si cambia direzione non appena si vede
 una luce o si sente un suono, senza più sapere se quella luce o quel suono conducano o meno in un burrone. A mio avviso abbiamo smarrito o dimenticato la priorità della nostra fede cattolica. Essa sicuramente non è: la Pace, la fratellanza universale, l'ecologia, il green, i migranti, la raccolta differenziata, la terra ai contadini, divertire i partecipanti alla messa, la scienza... il cattolico ha un' unica priorità da cui derivano tutte le altre. Ce la ricorda Gesù stesso  "il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". E il secondo è questo: "Amerai il prossimo tuo come te stesso". Non c'è altro comandamento più importante di questo » (Mc 12,29-31). Questa è la nostra  priorità. Da questa e solo da questa, derivano le migliaia di strade, stradine, sentieri, viottoli che la fantasia e la creatività dell'uomo realizza.

Il Pio 

L’abito non fa il monaco


Se un uomo fa l’ “autista”, il “barista”, il “giornalista” oppure la “guardia”, perché non vuole essere chiamato “autisto”, “baristo” , “giornalisto” o “guardio” come le colleghe donne vogliono (giustamente) essere chiamate architetta, ingegnera, avvocatessa, arbitra,...? Giustamente, ripeto. Forse all’uomo, per come è fatto, più grossolano e superficiale che mai, mono-neurone, non interessano queste cose, non le vede nemmeno, minuzie che non capisce, mentre per le donne che hanno tutte una maggiore sensibilità (giustamente) la faccenda è invece interessante e forse è un punto di partenza. Il punto però non è la forma, perché non è con essa che si cambia la sostanza. I diritti delle donne che sono da sempre più compressi di quelli dell’uomo, non si cambiano con la forma rigorosa dei termini oppure con la ricerca dell’esattezza delle parole. Il mondo da sempre—ma mai come oggi—ha dato tantissimo peso alla forma e all’apparenza, quasi mai alla sostanza. Donde il detto: “l’abito non fa il monaco” che è stato puntualmente disatteso in saecula saeculorum. La ricerca accurata delle parole mi genera però qualche paura, perché mi suona come quella rivoluzione spietata che non vede niente e nessuno, copre tutto senza giudizio e tutto vuole spianare. Il Peppone di Guareschi diceva che le rivoluzioni si fanno anche con le parole. Nella Bibbia si legge “Il Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore» (1Samuele, 16,7)”. Se vogliamo che i diritti, la parità, l’umanità, l’educazione, la giustizia, il rispetto siano davvero effettivi e per tutti, davvero tutti, dobbiamo fare come il Signore consigliava di fare a Samuele: non guardare l'apparenza, ma il cuore, cioè dobbiamo vivere nel mondo avendo Dio per amico che ti parla, ascoltandoLo e guardando il cuore delle cose non l'apparenza. Come dire ci dobbiamo tutti convertire a Dio, tutti. Se l’idea piace, procediamo. Se l’idea non piace, teniamoci stretto questo mondo triste, formale, grigio. I frutti li vedremo in ogni caso

Il Pio


Domanda.

 


Ormai è sempre più incolmabile il divario fra cattolici tradizionalisti e cattolici progressisti. I primi vogliono la messa antica, liturgia intoccabile, il latino, i candelabri, in ginocchio, tabernacolo al centro, tutti rivolti verso di esso e assoluto silenzio. I secondi vogliono liturgia libera, celebrante protagonista e al centro, tabernacolo da una parte, benedizioni con le pistole ad acqua, canti dei Ricchi e Poveri, danze, salti e urla. I primi sono pochi. I secondi sono di più. Le due categorie di cattolici però quasi non si parlano, laddove non litigano proprio. Alla faccia dell'unità  auspicata da Gesù. Un punto di attrito tra i due è la comunione in bocca o nelle mani. Liturgicamente parlando entrambe sono ammesse. Ora i tradizionalisti dicono che la comunione in mano è un sacrilegio e che solo il sacerdote la può toccare. I secondi vogliono che questa debba essere obbligatoria per tutti, pure per i tradizionalisti, alcuni dicono per motivi di igiene.  Io sono per la comunione in bocca anche perché così ho fatto sin da bambino. Anche io sono convinto che la comunione vada presa, non in mano, ma in bocca possibilmente in ginocchio, diversamente per me sarebbe un sacrilegio. 

Domanda ai miei tre lettori.

Se il sacerdote e i ministri si rifiutano recisamente di darmi l'Eucaristia se non in mano, ritirandola se non metto le mani avanti, facendomi anche una faccia contrariata, cosa devo fare? Andarmene senza ricevere il Corpo di Cristo oppure obtorto collo allungare le mani sovrapposte? 

Io... obtorto collo, ma come in uno stato di necessità. 

Il Pio 


Ponti.


 Devo fare una premessa. Io, politicamente parlando sarei monarchico, precisamente per il papa re. Sono solo un illuso, lo so, un vecchio malinconico dei tempi che mai più potranno tornare: in piena utopia. Però non è un reato essere illusi o avere idee un po' sbilenche. Come dire: sono fatti miei, non do fastidio a nessuno, queste idee me le tengo per me. Ma penso che se chi governa sia uno che possa prendere le decisioni, abbia davanti tutta la vita e considerasse il popolo e lo stato come fossero un pezzo della propria famiglia e quasi  un onore il regnare, le cose potrebbero andare bene. Certo poi ti può capitare un re disgraziato  oppure un re santo, ma questo capita anche con la repubblica e la democrazia. Questa premessa solo per dire che io non sono nè di destra nè di sinistra. Per me queste fazioni sono uguali tra loro, una parte forse sa solo parlare meglio e l'altra meno, ma i risultati sono gli stessi. Gli ideali, pure. Le persone anche. Per capire cosa vorrei dire, faccio un esempio. Alcuni politici dicono che costruiranno un certo ponte che sarà storico per il quale tanti avranno lavoro e tutti avranno miglioramenti economici. Essendo io oltre che un pio illuso, anche un italiano, sono più che autorizzato a pensare che i lavori per la sua costruzione termineranno tra ottantacinque anni, con un costo aumentato del 5.000% rispetto al preventivato. Ci saranno morti, feriti, ma con i giri di appalti e subappalti sostenuti dai numerosi politici che si fionderanno sulla magiatoia, non accadrà nulla. Qualora fosse aperto, verrà infine chiuso dopo una settimana dall'apertura per pericolo di crollo. Io penso andrà così,  ma sicuramente mi sbaglio. Però per noi povero popolo quel ponte, non è al primo posto dei nostri desideri civici. Non chiediamo solo questo alla classe politica. Noi vorremmo poter passare per la Stazione Termini senza ricevere una coltellata. Vorremmo non avere i raggi X otto mesi dopo. Non vorremmo passare dodici ore al pronto soccorso. Vorremmo essere difesi se ci occupano l'appartamento. Vorremmo che i poveri vengano aiutati e i politici prendano meno soldi. Vorremmo che chi governa, governasse bene e per il popolo. Che le strade siano pulite, senza buche e con le strisce che si vedano. Che le aziende fossero aiutate a creare posti di lavoro. Che ci sia una burocrazia meno vorace. Che i politici dessero il buon esempio. Che le tasse siano sostenibili... Insomma noi ci accontentiamo di poco, di veramente poco. Ma loro pensano ai ponti storici. Ecco, questo volevo dire.

Il Pio 

Due mondi

Pensiamo un attimo a Giuseppe Garibaldi che, per la storiografia ufficiale, é stato un Padre della Patria e Eroe dei due Mondi, per quella non ufficiale, un macellaio, assassino e stupratore, sempre dei due Mondi. (Si può notare come lo stesso identico fatto storico, la vita di un cittadino, possa essere interpretato assai diversamente e, come una lettura di parte,  possa condizionare profondamente i nostri giudizi, senza sapere, ultimamente, come sia andato davvero quel fatto di cronaca). (La storia la scrivono sempre i vincitori). Chi oggi vorrebbe partire e dare la vita per Garibaldi a cui tutti i comuni d’Italia hanno dedicato una Piazza? Chi fonderebbe, oggi, un partito a suo nome? Eppure oggi ci sono ancora tante persone che partono e danno la vita per s. Francesco d'Assisi, s. Filippo Neri, s. Giovanni Bosco, santa Teresina,...  Anche questo è un fatto storico a cui possiamo dare un giudizio personale. Chi c'è dietro gli uni e chi dietro gli altri? Perché gli uni non reggono il tempo, mentre gli altri sì? A proposito di partiti, siamo ormai prossimi alle elezioni europee. Una numerossima schiera di nuovi eroi, molti dei quali senza nessuna esperienza nel mondo reale che però si autostima e autoconsidera Padre della Patria e dell'Europa (dunque, pure loro sono eroi dei due Mondi) ci si presenta e garantisce che riuscirà a migliorare addirittura l'universo. Ma sono sempre loro! Da decenni. Senza vergogna. Abbiamo visto cosa hanno nel cuore e quanto seguito hanno le loro promesse. La cosa peggiore è che noi ancora ci fidiamo di loro. Non fidiamoci di chi non ha Gesù nel cuore, perché vede solo se stesso. Il brutto che è quasi impossibile trovare ancora un cristiano serio, quello che almeno si fa il segno della croce passando davanti ad una chiesa, ma questi è quasi un'utopia trovarlo nel mondo della politica e se c’è,  non lo fanno muovere, se non segue le linee del partito. Cari tre lettori stiamo messi male. Lo Stato e l'Europa pare che ci odiano, che odiano il popolo. Anche in passato i cristiani non erano amati dal Potere, ma questo non significa che noi oggi ci dobbiamo nascondere. Possiamo ripartire dal fare il segno della croce passando davanti ad una chiesa. 

Il Pio 

Risposta non c'è...

C’è una domanda che da anni mi dilania, più di quella della scomparsa dei dinosauri e di quella se è nato prima l’uovo o la gallina. Mi chie...