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Mediante il santo Rosario



«…Sollecitiamo tutti i Nostri figli affinché il prossimo ottobre, sacro alla nostra Signora e augusta Regina del Rosario, possa essere celebrato con più vivida e pronta devozione, quale rendono necessaria i tempi sempre più calamitosi. È fin troppo noto ormai di quanti e quali mezzi i malvagi slealmente si servano in questo tempo per indebolire e sradicare dai cuori la fede cristiana e quell’osservanza della legge divina che la nutre e la fa fruttificare: sicché ormai il campo del Signore, quasi lambito dal fiato di una terribile pestilenza, si può dire che da ogni parte isterilisca, assediato dall’ignoranza della fede, dagli errori, dai vizi. E quel che è più amaro a pensare, a una sfrontatezza così arrogante e nociva si è così lontani dal porre un freno o dal comminare giuste pene da parte di coloro che potrebbero e soprattutto dovrebbero, ché anzi più spesso dalla debolezza o addirittura dalla protezione di costoro essa sembra acquistare vigore. 

Per questo abbiamo ragione di dolerCi di quelle scuole di scienze e arti espressamente create perché vi sia ignorato o vituperato il nome di Dio; della licenza ogni giorno più impudente di far circolare qualsiasi cosa, di proclamare qualsiasi proposizione oltraggiosa nei riguardi di Cristo e della Chiesa; né si ha meno ragione di dolersi del conseguente avvilimento e della tepidezza nella professione della fede cattolica che ha preso molti: il che, se non è ribellione aperta, è certo una china che porta in quella direzione, in quanto la loro pratica di vita ormai non si conforma più per nulla alla fede. Per chi consideri a fondo questo pervertimento e questo decadimento dei più alti valori, non sarà certo motivo di stupore se si vedranno le nazioni gemere ovunque sotto il peso della punizione divina, angosciate dal timore di più gravi sventure.

Or dunque a placare la maestà divina offesa, ad ottenere il necessario risanamento delle tristi piaghe, nulla avrà certamente più valore di un fervido e assiduo impegno nella preghiera, purché unito all’amore e alla pratica della vita cristiana: propositi, l’uno e l’altro, che giudichiamo soprattutto realizzabili mediante il Rosario Mariano.

Dalla conoscenza abbastanza nota della sua origine, che tanti famosi documenti illustrano e che Noi stessi abbiamo ricordata più volte, scaturisce prepotente l’elogio per tale preghiera. Al tempo in cui la setta degli Albigesi, dicendosi fautrice di una rigenerazione della fede e della morale, in realtà funestamente le stravolgeva e le corrompeva, e portava a perdizione molti fedeli, la Chiesa combatté quella fazione e i suoi infami sostenitori non con gli eserciti né con le armi, ma opponendole principalmente la forza del santissimo Rosario, che la stessa Madre di Dio suggerì al Patriarca San Domenico di diffondere; e riuscì così gloriosamente vincitrice da quella prova, che poté con esito sempre trionfale provvedere alla salvezza dei suoi fedeli sia in quella come in altre simili successive tempeste.

Perciò ora, nelle attuali circostanze di cui tutti ci rattristiamo, luttuose per la religione, pericolosissime per la società, è necessario che tutti con ugual devozione ci riuniamo nel pregare e scongiurare la Santa Madre di Dio affinché possiamo lietamente anche noi sperimentare, secondo i voti, la stessa forza del Rosario.

E in verità quando con la preghiera ci rivolgiamo a Maria, è alla Madre di Misericordia che ci rivolgiamo, a colei che è così benevola verso di noi che, in qualsiasi necessità ci troviamo, specialmente se è in gioco la salvezza dell’anima, è sempre pronta, anche prima di essere invocata, ad attingere per noi dal tesoro di quella grazia della quale fin dall’inizio le fu donata gran copia da Dio, perché degnamente ella divenisse sua Madre.

(…) E molto meglio di una madre naturale ella sa e giudica le cose nostre; di quali soccorsi abbiamo bisogno nella vita quotidiana, quali pericoli corriamo nell’attività pubblica e privata, da quali ristrettezze e sventure siamo travagliati, e soprattutto come sia aspra la lotta che sosteniamo contro acerrimi nemici per la salvezza della nostra anima: in questi e in altri momenti difficili ella può offrire più largamente (e più ardentemente ella stessa lo desidera) consolazione, forza d’animo, ogni genere d’aiuto ai suoi carissimi figli.

Perciò ricorriamo a Maria senza timidezza ed esitazione, supplicandola in nome di quei materni vincoli che tanto strettamente la legano a Gesù e a noi nel medesimo modo; devotamente invochiamo la sua assistenza con quella preghiera che ella stessa ha insegnato e che le è più gradita: allora potremo fiduciosamente trovare un sicuro e sereno rifugio sotto la protezione dell’ottima madre nostra.

A questo merito del Rosario, derivante dalla preghiera stessa, si aggiunge il fatto che esso offre un facile mezzo per introdurre ed imprimere negli animi le principali verità della fede cristiana: e questo è un altro altissimo pregio».

“Magnae Dei Matris” del 8/9/1892 Lettera Enciclica di S.S. Leone XIII (Gioacchino Pecci 20/2/1878 – 20/7/1903 - detto anche il Papa del Rosario).





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