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Una parabola laica.


 Negli anni settanta uscì una canzone intitolata Eaa. In questa, Edoardo Bennato, il cantautore che l'aveva scritta, raccontava di un pullman che affrontava una discesa. Dentro tutti i passeggeri cantavano, ridevano, battevano le mani, tutti certi di giungere, come sempre, a destinazione. Il conducente però, si accorge che il suo pullman aveva i freni rotti. E mentre tutti continuavano a cantare, ecc.,  pigia un tasto segreto e si catapulta fuori, lasciando tutti i passeggeri che lo avevano pagato e avevano posto in lui la loro fiducia (e la loro vita),  indirizzati dritti dritti verso il burrone. Bene. Ora siccome una persona importante che ricopre un ruolo importante, ha parlato, senza la minima vergogna, di "preghiera laica", io che non sono importante e non ricopro un ruolo importante, mi sento autorizzato a parlare di "parabola laica". Perché Eaa è una parabola laica. Il pullman è l'Italia, il conducente (a cui per regolamento  solitamente, non si può parlare) è la classe dirigente, quelli invece che cantano, ballano, battono le mani, ridono, parlano di politica e economia, siamo noi che facciamo solo parte dell'inutile e sporco  popolo. Poco prima della catastrofe, la classe dirigente (che poteva anzi doveva controllare i freni e semmai sostituirli) di notte, senza dire nulla, scappa lontano col bottino. E il popolo inutile, senza nemmeno accorgersene, finisce nel burrone, continuando a cantare e battere le mani, parlando di politica e economia... Morale. Quando saremo nel fosso,  sarà inutile lamentarci o cercare di farla pagare ai maledetti. Accettiamo con cristiana rassegnazione tutte le prove che dovremo affrontare e soprattutto restiamo saldi nella fede, perché non avvenga che lo stare dentro il fosso ci possa essere fonte di dannazione eterna. E che questo non sia mai!

Il Pio 

Orrido abisso




Vi ricordate la poesia "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia"? Essa è stata scritta a Recanati dal grande Giacomo Leopardi tra il 1829 e il 1830. Si parla di un vecchiarello stanco che porta un peso enorme sulle spalle e passa di fretta torrenti, montagne, valli, fiumi, sassi aguzzi, gelo... per giungere alla mèta, quella cioè dove portava tutto quel suo doloroso e faticoso pellegrinare,
 arriva dunque "colà dove la via e dove il tanto affaticar fu vòlto: abisso orrido, immenso, ov'ei precipitando, il tutto obblia". Per molti la condizione umana è proprio questa, precisa, ma molto triste, disperata,  non si può vivere bene così (e questo potrebbe spiegare anche tanti comportamenti di nostri concittadini). 
Invece la nostra Fede cattolica ci dà la certezza che dopo la morte non c'è l'orrido abisso dove finisce tutto nel nulla e nell'oblio, semmai il Paradiso per chi ha voluto bene a Gesù o l'inferno per chi ha vissuto sempre dominato dai peccati e morto ostinatamente peccatore, senza chiedere perdono nemmeno all'ultimo secondo. Questo, dunque succede dopo la morte. Però prima della morte, in vita cioè, la situazione è nettamente diversa; in vita l'orrido abisso c'è davvero e-si badi bene-non lo ha creato Dio;  è stato infatti creato da gente brutta e arcigna, gente ricca e spietata. Loro fanno ragionamenti talmente astratti e talmente astrusi che la normalità e la realtà fuggono via disperate e sconfitte mentre nel popolo la confusione regna sovrana. E così quasi tutti quelli che ci comandano ci vogliono portare proprio lì, per i loro biechi interessi economici, ideologici, di onnipotenza e quant'altro di peggio. E mentre loro progettano sopra di noi, noi semplici umani che non alziamo mai lo sguardo dalla TV, che ci lamentiamo continuamente, ma non andiamo mai a fondo sui motivi, che facciamo? Ci azzanniamo furiosamente (tutti indistintamente) ogni giorno, per dimostrare che uno di quelli è meglio dell'altro (!). Ma quelli hanno ben altre intenzioni o altre direttive dal Mangiafuoco di turno, di certo non quello di aiutare il popolo da loro tanto disprezzato. Quelli ci stanno davvero distruggendo moralmente, economicamente, materialmente... vogliono schiacciare quanto di più caro abbiamo come la giustizia, il lavoro, la famiglia, l'amicizia, la casa, il significato unico delle parole... e non credo di dire cose inverosimili. E io che per anni ho pregato per loro e per l'Italia, mi verrebbe da dire che mi sono davvero stufato di farlo e vorrei maledirli con tutto il cuore per tutto il male che ci hanno fatto e stanno facendo. Ma un cristiano non può assolutamente maledire. E non lo faccio e continuo a pregare per loro e per l'Italia. Però questi ci stanno davvero portando verso l'orrido abisso. Che facciamo? Nulla,  non possiamo fare nulla contro di loro, sono troppo potenti e intoccabili, resteremmo legittimamente stritolati pure con gravi sanzioni. Non  possiamo fare nulla se non attendere la Giustizia di Dio. Che arriverà. Di sicuro. Noi però continuiamo a stare sempre dalla parte di Gesù e di portare a Lui quanta più gente possibile. 


Il Pio

I nuovi pifferai magici




Vi ricordate la favola del Pifferaio magico di Jacob e Wilhelm Grimm (meglio noti come i Fratelli Grimm)? Una città era piena di grossi topi che provocavano continuamente danni alle cose e alle persone. Per risolvere questo problema venne incaricato un pifferaio che accettò di eseguire il servizio, ma solo se in cambio avesse ricevuto una giusta remunerazione. L’accordo si concluse positivamente. Allora il suonatore iniziò a zufolare una particolare musica che attrasse subito tutti i ratti del paese che lo seguirono come affascinati. Li condusse dunque al fiume ove, immantinente, tutti si gettarono, ad uno ad uno e affogarono senza  lasciare superstiti. Il paese dunque era libero da quella sorta di calamità bestiale, ma il Borgomastro, inspiegabilmente, non volle assolutamente pagargli il dovuto, anzi non gli pagò proprio nulla (probabilmente era l’antesignano, il capostipite, di tutti i futuri detentori degli uffici pubblici, in particolare quelli della nostra Penisola). Fatto sta che il pifferaio, senza perdersi d'animo, riprese a zufolare, ma questa volta in un’altra melodia e attrasse così tutti i bambini del paese che non fecero mai più ritorno a casa. Fine. Fiaba tristissima! Anche un po’ cruenta se vogliamo, come spesso erano tutte le favole di quell'epoca. Ma anche attuale se ci pensate un attimo. Infatti oggi, anche tutti noi che siamo inquadrabili quali esseri normali (cioè quelli del popolo o poco sopra o poco sotto) abbiamo intorno a noi numerosi favolosi pifferai magici. Ognuno suona una melodia per noi fantastica che gli altri non sanno fare; ogni musicalità infatti attira però solo un gruppo particolare di persone, una quelli vicini al ponte, un'altra quelli del centro,... 
perché c’è chi la pensa in un modo e chi la pensa in un altro… il ciclista, il professore, il cuoco, il barista, … il fatto è che loro suonano davvero molto bene e noi li seguiamo a bocca aperta come nella musica così nei ragionamenti. Ma come i ratti e poi i bambini della favola dei Grimm, seguiamo costoro senza una ragione ragionata, senza un sentimento giudicato, per emozionie, alla cieca e soprattutto non sappiamo mica dove ci stanno portando. Quello che sappiamo è che ci piace  tanto la musica di un solo particolare pifferaio e che invece la musica degli altri ci è spiacevole e ci crea tanta rabbia e risentimento. Nel mentre dunque noi godiamo la loro musica, questi potrebbero  portarci tutti dritti dentro al fiume, o dentro una caverna, o in pasto agli squali o nella tana dei pirati... Vero è anche che prima di tutto questo ci rende divisi e un popolo diviso si domina e comanda molto più facilmente e si conduce dove si vuole. Mentre i pifferai—pur facendo musiche molto diverse tra loro e apparendo tutti come avversari e in competizione tra loro, cioè (ci pare che) ognuno vada con coraggio dritto per la sua strada, verosimilmente però potrebbero anche essere tra loro segretamente legati da un accordo e a loro volta tutti incatenati al Grande unico pifferaio magico che tutto vuole e tutto domina, pronto a sbranare crudelmente chiunque non la pensi come lui. Signori miei, stiamo messi male. Non dobbiamo fidarci mai di quell’uomo che non vuole seguire Gesù e nonostante questo fa discorsi affascinanti; se infatti uno non ha Gesù nel cuore, non può che avere dentro di sè un'anima piena di peccato senza freni e di marciume peggiore, che lievitano quotidianamente. Il nostro Pifferaio magico deve essere solo Dio: è la Sua musica che ci deve guidare, è a lui che dobbiamo andare dietro nelle strade del mondo, è sempre Lui che ci deve far capire  ciò che è bene e ciò che è male fare. il resto è tutto un inganno.

Il Pio


Gli Intelligenti accreditati

 


Per esempio. Mettiamo che un gruppo che frequenta le idee gender, facesse una processione con la statua della Madonna raffigurata con le "cose" di fuori e vestita un po' così (non si dovrebbe parlare in questo modo della Mamma Celeste, ma come si fa?), si direbbe che non c'è nulla di male, ognuno ha il diritto a manifestare le proprie idee democraticamente e che nessuno deve giudicare e tutti devono rispettare tutti. E chi si offende è fetente. Se poi una di quel gruppo dicesse pubblicamente (e considerata la sua notorietà, la notizia fa il giro dell'Universo) "voglio un papa donna" tutti le farebbero le lodi per il coraggio manifestato, da sola contro tutti (e nessuno però si chiede come mai una che non è cattolica, leader dello sbattezzo, che non gliene importa nulla della Chiesa, voglia per forza un papa femmina). Se poi in un'opera teatrale, patrocinata dal comune, si raccontasse la storia di Gesù con tanto di croce posizionata sopra il sedere del primo nel modo di un rapporto omosessuale, ebbene questa altro non sarebbe che arte, arte pura e libera e chi non la capisce è solo un ignorante e come tale deve stare solo zitto. Se poi una ragazzina venisse picchiata da ragazzi di colore perché portava un piccolo crocifisso al collo, la giustizia direbbe che quegli stranieri sono giustificati perché erano stati provocati da lei, per via di quel segno cattolico (in Italia, si capisce). Comunque è certo che tutti quelli che pensano al contrario degli Intelligenti accreditati, non sono democratici, ma solo fascisti da escludere con sacro zelo dal consorzio umano. Ma se uno dicesse pubblicamente che natura vuole che un bambino nasce solo da un uomo e una donna e ha bisogno di un padre e una madre per crescere bene, difficilmente riuscirebbe a tornare a casa, senza pensare alle polemiche infuocate che per giorni verrebbero accese da quella frase con conseguente risposta insensata "siamo ancora nel Medioevo per colpa dellaChiesa!". Tutti questi casi non sono mica tratti dalla realtà, ma dalla quotidianità piuttosto. Prima però di fare la botta contro il muro ed esso ci travolga, senza sapere se poi ci rialziamo, non è il caso di prendere una posizione chiara sulla nostra vita e sul mondo? Stiamo con gli Intelligenti accreditati di questo mondo o con Gesù? Ma questi Intelligenti poi con chi stanno? Su quale libro paga? Ormai è una battaglia e dobbiamo stare da una parte, è la battaglia per la verità o forse, meglio per la Verità. E non possono più esistere i disertori e gli ignavi: è giunto il momento di fare una scelta. Non farla significa sostenere comunque gli Intelligenti accreditati. 

Il Pio 

2050

 


Negli ultimi anni pesiamo col bilancino del farmacista ogni minima ombra di razzismo. E facciamo bene si capisce! Qualche volta però ho l'impressione che esageriamo e che pendiamo tutti da una parte. Se un uomo di colore viene picchiato o insultato, il bianco è razzista. Se è il bianco a essere picchiato e insultato dall'uomo di colore, non è razzismo, ma questo è stato provocato da quello. Se uno dopo 50 anni, si sveglia e accusa un sacerdote di aver usato violenza sessuale su di lui, con tutti i testimoni dei fatti defunti, è sicuro che ha ragione  a priori e che è andata proprio così, l'assioma infatti è che i preti sono tutti pedofili (questo concetto puzzerebbe esso stesso di razzismo, ma ufficialmente non lo è).  L'Occidente, il concetto del razzismo, lo sta forse un po' estremizzando, se non addirittura ideologizzando. Il distinguo non dipende più dalla realtà dei fatti che come tale è certa, chiara e pura, semmai dall'ideologia del potere. Ma il problema del razzismo a breve non lo avremo più (se poi ce n'è davvero, quantomeno nella misura propalata dai Signori al Potere). Infatti il 2050 è l'anno in cui il popolo islamico residente in Europa sarà la maggior parte, la maggioranza.  Hanno fatto calcoli statistici. E forse i calcoli si potevano evitare in quanto noi, i figli, non li facciamo, loro sì e pure numerosi, anche a braccio ci si arriva subito a capire che prima o poi giungerà il giorno del giro di boa. Naturalmente si possono trovare le notizie di cosa succede nei Paesi in cui sono la maggioranza. Peraltro la foto qui sopra rappresenta in minima parte la strage di cristiani operata in Nigeria. Dal 2050, ad esempio, il problema che nel lavoro la donna è pagata di meno dell'uomo e fa meno carriera rispetto a lui, non si porrà proprio. Sicuro. Qualche bianco potrebbe essere sgozzato, bruciato, ma sarà legale e non sarà razzismo perchè, cosa sia  "razzismo", lo può dire solo il vincitore. E così uguale per le case bruciate o espropriate. Naturalmente la nostra cultura e tradizione ce la dovremo dimenticare. Al 2050 io ci potrei anche arrivare. Vecchietto. Però io la mia fede non la voglio abiurare, proprio alla fine della vita, di quella che spero sia stata una buona battaglia. Confido nel Signore. Ma sono anche una persona molto paurosa... potrei cedere, continuo a confidare nel Signore che mi darà la Grazia. Infine. Mi piacerebbe sapere, ma tutta la genia politica che ha permesso e agevolato questa situazione, allora da che parte starà?

Il Pio 


Ritornano i lupi neri col camion







Da bambino i miei genitori mi dicevano seri che se non mi addormentavo subito e senza protestare, di lì a poco sarebbero arrivati i lupi neri col camion e mi avrebbero portato via. Io ovviamente ci credevo, avevo anche un po' di paura, così mi mettevo subito in silenzio e in 
mezzo nanosecondo dormivo. La storia dei lupi neri e cattivi che li vedevo arrivare con quei furgoni scoperti tipo i Volkswagen degli anni '60, è andata avanti ancora un po', ma poi è finita naturalmente. Sono poi sopraggiunte 
altre paure, con l'età giovanile: non trovare una fidanzata ad esempio, oppure i capelli che cadevano e dunque quella di trovarsi pelato ancora giovane (che dunque ingigantiva la prima). Poi è arrivata l'età della maturità, la moglie e la calvizie mi hanno tolto le paure precedenti, ma un'altra è sopraggiunta. Una paura un po' strana in effetti: quella di cadere da innocente in un processo penale e, peggio, quella di andare come tale, in carcere. Le paure sono tali, spesso non sono reali, ma solo nella mente. Non credo innanzitutto che questa sia una paura che si usa anche in altri Stati, fatta eccezione che nelle dittature, ovviamente. A me non spaventano le leggi ancorché criticabili, ma al limite giuste e se sto attento non le violo. Spaventano molto di più gli uomini e quel loro concetto di giustizia che spesso ha poco di umano, che non sempre si capisce e che il popolo vede distante da sè milioni di anni luce, come pure il disinteresse totale verso gli uomini della terra. Quando uno sa di essere considerato solo un fascicolo con un numero da archiviare prima che si può,  come fa a stare tranquillo? E così a quasi sessant'anni sono nuovamente tornati alla riscossa i lupi questa volta con la toga nera, più anziani, ma meglio motorizzati. Però il the end non lo ho ancora scritto. Se avessi chiuso qui, Gesù sarebbe morto e risorto inutilmente. Le paure infatti, sono umane e in quanto tali le distribuisce Nostro Signore con criteri tutti suoi, per fini tutti suoi, spesso incomprensibili. Le paure come pure le croci e le prove della vita, sono spesso dolorose e pesanti da sopportare. Ma il cristiano se è rimasto tale e soprattutto se non ha svenduto il proprio tesoro della fede in cambio di un cellulare alla moda (un tempo si parlava di un piatto di lenticchie) potrebbe sempre cacciare fuori dallo scrigno che ha ricevuto in dotazione nel giorno del battesimo, la perla n. 374, chiamata "rassegnazione" e cioè quella che invita sollecitamente a dire e credere che ci si deve conformare sempre al volere di Dio, il quale conosce meglio di tutti quanto è necessario alla nostra eterna salvezza, e ciò anche quando la prova e la croce fossero terribili. Ci dobbiamo rassegnare: "il Signore ha dato, il Signore ha tolto. Sia benedetto il nome del Signore " proprio come disse Giobbe. Proprio come testimoniò Gesù nella Passione. Le prove e le croci è bene che si accettino senza riserve e condizioni, ma solo per questi motivi; e poi dobbiamo pregare Dio di sostenerci in esse affinché non cediamo e che tutto questo soprattutto ci sia di merito a sconto dei peccati e per la salvezza eterna. The end.

Il Pio 

La Chiesa in entrata

 

Un particolare che mi ha sempre colpito da quando ho cominciato a frequentare la Santa Messa da cattolico (prima la frequentavo sempre, ma da cristiano vuoto, sincretistico, assente, il mio corpo era là, ma lo spirito altrove e talvolta anche il corpo andava con lo spirito) quello che ha colpito  -dicevo- è l'assenza dei concetti chiave per la vita di un cattolico. Vi ho raccontato come al catechismo della Cresima, il pomeriggio del giorno prima di ricevere il Sacramento, dopo mesi di catechismo, io non sapessi minimamente cosa Esso fosse, nè chi era il Vescovo che me lo avrebbe impartito di lì a poco. Lo chiesi a mia madre mentre apparecchiava per la cena e lei riesumando il Catechismo di san Pio X (oggi molto denigrato) mi disse che sarei divenuto un Soldato di Cristo. Ora mi era più chiaro e questo mi consolò molto. Poi è capitato che mia nipote, eccellentissima studiosa, dopo aver fatto la prima Comunione non sapesse dell'esistenza dei Dieci Comandamenti (e non parliamo mica di concetti di altissima teologia!). Infine, almeno per i casi a me noti, a un ragazzo che conosco è capitato un catechista divorziato e riaccompagnato. (Rispetto massimo per la persona, ma qualcosa non va). E mentre si parla di Chiesa in uscita, a me verrebbe piuttosto di parlare di Chiesa in entrata, cioè: tana liberi tutti e ora torniamo dentro casa, è troppo tempo che stiamo in cortile a giocare. Si é fatta notte e la notte è del diavolo. Torniamo dentro per capire bene la dottrina e il catechismo altrimenti come facciamo a vivere da cristiani? Se si capisce che siamo Soldati di Cristo che dobbiamo combattere la buona battaglia e che Dio così ci vuole, impariamo quello che dobbiamo fare e poi possiamo uscire nuovamente,  ma stavolta con l' "armatura", con una buona armatura indosso; se non siamo addestrati andremmo allo sbaraglio, contro un nemico sconosciuto, ma gigantesco e senza pietà. E allora perché non usare le omelie per istruire il popolo che non sa più nulla del cattolicesimo? Dove si ritrova altrove tanta gente insieme seduta, in silenzio e in ascolto? Perché poi essere straconvinti che le messe devono essere belle e attraenti solo se vengono condite con urla da stadio, balli e applausi, oppure simboli, riti e preghiere inventati extra messale, oppure con lo sfoggio di cultura pura, interessante sicuramente, ma infruttifera? Dunque dicevo dell'assenza dei concetti chiave che raramente si ascoltano a messa. Quali sono? Eccoli: salvezza dell'anima, peccati mortali, morte, Paradiso, Purgatorio, inferno, Satana, tentazioni, preghiere, santi, Sacramenti, in particolare confessione frequente e comunione, fuori dalla Chiesa non c'è salvezza, opere pie, carità, o pellegrinaggi, indulgenze plenarie, creare un mondo buono nel luogo in cui siamo stati messi, rassegnazione, aiuto vicendevole, ama il prossimo tuo come te stesso,... non sarebbe bello ogni tanto ascoltare nell'omelia almeno uno solo di questi concetti chiave? In cui viene spiegato bene e con chiari esempi tratti dalla realtà o dalla vita dei santi? La nostra vita non sarebbe più chiara? E la nostra fede non sarebbe più forte?

Il Pio 

Il deserto.

  Nel deserto, se cammini senza bussola o senza punti di riferimento, giri in tondo e dopo un po’ ti ritrovi al punto di partenza e continui...