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Naturalmente



Naturalmente quando uno va allo Stadio, si mette la sciarpetta e prende la bandiera con i colori della propria squadra e urla forsennato per tutta la partita; naturalmente uno si vede bene solo in un certo partito e vorrà seguirne i leader, le idee, i propositi e lo difenderà con passione anche contro i parenti e gli amici più stretti pur di fronte ai vili tradimenti e ai “dietro front”; naturalmente uno si sente attratto verso persone che sono come lui (della stessa natura, con la stessa indole) e facilmente si unirà a loro e si distanzierà dalle altre; e poi naturalmente «io sono di Roma e tu di Milano», «io sono marchigiano e tu abruzzese», «io sono italiano e tu sei un franzoso con la puzza sotto il naso e tu un crucco»… Questo succede e succederà sempre. Cioè è la natura stessa che ci fa consorziare ad alcuni e allontanare da altri. E’ la natura che ci fa fare così. Naturalmente questo—all’estremo grado e superando la chiara linea della normalità e del vivere civile—comporta fatti gravi e abnormi da reprimere senz’altro: violenza negli stadi, terrorismo politico, associazioni a delinquere, razzismo, guerre... Ma dentro il limite della normalità tutto ciò è naturale. Tuttavia anche questi fenomeni non li elimini facilmente, perché il problema non sta, appunto, fuori dall’uomo, ma nell’uomo, nella stessa natura dell’uomo stravolta dal peccato originale. Bisogna evidentemente reprimere queste situazioni con durezza, ma non illudiamoci, ci saranno sempre; per quel motivo. Naturalmente il cristiano sa che deve testimoniare Gesù proprio in questo mondo così fatto e dovrà frenare le sue naturali tendenze di vivere solo con quelli che più gli aggradano, per andare incontro a tutti senza fare distinzioni. Il punto ancor più brutto invece è che mi sembra che dall’alto, i Potenti vogliano invece omologarci tutti, omogeneizzarci, tutti senza nazione e identità, tutti con gli stessi desideri, con le stesse idee, con le stesse risposte, senza ideali, tutti che devono comprare gli stessi mezzi, vaccinarsi a comando e tutti che devono magiare lo stesso cibo che dicono loro (pensate a noi italiani e al nostro mangiare!). Questo invece non è assolutamente secondo natura, ma sono biechi progetti, per biechi scopi, per bieche persone. Sarà difficile resistere a quelle bieche persone, soprattutto se non ce ne accorgiamo. Ma anche qui il cristiano lo deve sapere: i biechi soggetti vogliono anche una sola religione per tutti, quella inventata da loro, verso un dio freddo e con lo sguardo cattivo, senza cuore e fantasia che non c’entra e non ha nulla a che fare con la nostra vita. E, per come stiamo messi oggi e per come stanno messi i pastori che ci guidano, saremo noi cattolici i primi a cadere e a abiurare. Ma non siamo ancora alla fine: c’è ancora tempo. Se la speranza umana, come si dice, è l’ultima a morire, probabilmente non vedremo mai i suoi funerali. Alla Provvidenza invece ci potremo naturalmente aggrappare fino alla fine, con i soliti metodi, la preghiera e i sacramenti e con la solita fede, quella cioè, grande almeno come un granellino di senape.

Il Pio.



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