Oggi per via della famosa sentenza degli USA, è un gran parlare del tema dell'aborto. Altissimo infatti, è il polverone che ne è uscito fuori e dal fuoco ancora sotto la cenere è scaturito un incendio. Secondo me però, per affrontare correttamente questo argomento molto delicato, non si deve partire nè da una morale, nè da un'ideologia, nè da un'appartenenza politica, tantomeno dai diritti soggettivi. Tantomeno fa slogan. Il nocciolo, infatti, sta oltre. Altrimenti gireremmo sempre in tondo. Nel senso che il punto di partenza fi tutto è il libero arbitrio che tutti abbiamo come dono di Dio. (Dono in vero molto difficile da gestire). Lui infatti non costringe, nè obbliga nessuno a fare o non fare qualcosa. Lui dice solo ciò che è male e ciò che bene, poi ognuno fa quello che vuole, pagandone le conseguenze in un modo o in un altro. Quindi io, se lo voglio, posso uccidere moglie e figli anche in modo orribile e nessuno me lo può impedire (poi andrò all'ergastolo, ma questa è un'altra faccenda). Posso rubare se voglio, tradire un amico, lavorare come un cane arrabbiato oppure trattare male un collega. Insomma ognuno fa quello che vuole nel bene o nel male. È Dio che ha voluto da sempre che il mondo girasse in questo modo. Uno la santità o la dannazione se la deve conquistare con le sue forze. Pensiamo a Lucifero che era un angelo bellissimo, oppure a Adamo e Eva che vivevano nel Paradiso terrestre, hanno scelto volutamente di fare proprio la cosa che non dovevano fare (e nessuno glielo ha impedito); le conseguenze le conosciamo tutti. Così se uno ritiene il bambino dentro la pancia un grumo di cellule oppure un tumore, quando non un vero intralcio e una limitazione, se vuole, lo uccide. Il modo lo troverà sempre e ovunque a prescindere da leggi, sentenze e morali. Se uno ritiene che il bambino dentro la pancia sia un bambino fin dal suo concepimento, non lo fa. La soluzione, secondo me, visto poi come funziona il mondo di oggi, non è fare marce, referendum, sentenze o leggi, ma spiegare con amore, argomenti umani e cristiani che un bambino dentro la pancia è proprio e solo un bambino vivo e reattivo dentro la pancia e anche un futuro uomo. E non è solo una questione di morale cristiana. Anche se questo questo onere ce lo dovremmo teoricamente sobbarcare noi cattolici, ricevendo in cambio naturalmente pomodorate in faccia, sputi, insulti, infamie, tradimenti e manganellate (anche da fratelli o correligionari) come è giusto che sia. Come lo stesso ha ricevuto Gesù. Il bello infine che sia io sia tutti i miei tre lettori non siamo stati abortiti, che avevano di diverso le nostre mamme?
Il Pio