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Sputi e fango


 Se uno è straconvinto, per via dei dogmi laici, che i propri nonni siano sicuramente discendenti delle scimmie spelacchiate oppure che il mondo si è formato da un casuale big bang, come può pensare minimamente che Dio esista o “peggio” che possa intervenire nella vita e nella realtà? Ne discende che tutto nasce e finisce casualmente sulla terra, stop. La forza e la conseguenza di questi assiomi vecchi, ma sempre nuovi ed efficaci, è che se Dio non esiste, l’uomo può fare quello che vuole e non deve avere assolutamente problemi di morale nè coscienze fastidiose ed insistenti. Tuttavia quelli che non hanno né Dio né una morale nè una coscienza, capita facilmente che diventino anche preda di quella gentaccia che per tornaconto indottrina o lava i cervelli per realizzare sporchi e maledetti traffici. Ma, tranquilli, anche la dottrina cristiana, parlando del libero arbitrio, ricordando Adamo e Eva, sostiene che sia se battezzato che non battezzato, sia con talare, giacca e cravatta o tuta unta da meccanico, l’uomo può fare comunque quello che vuole. In effetti una differenza ci sarebbe. La Dottrina cristiana avrebbe in effetti una piccola e insignificante controindicazione e cioè che il fare e il non fare quello che si vuole comporta conseguenze personali e comunitari, spesso dopo la morte, talvolta anche su questa triste terra... Forse per questo molti preferiscono derivare dalle scimmie o dalla casualità, così non ci pensano. Uno potrebbe anche essere convinto che sia davvero così, dirlo a tutti e convincere tutti, e tutti lo seguono e abbracciano questa teoria umana… Comunque la Chiesa non ha mai obbligato nessuno a fare e a non fare, Essa semmai consiglia, invita, esorta,… ma più di questo non può fare, senza la volontà e il sì dell’uomo, il suo libero arbitrio, non può fare nulla, e nemmeno Dio può farlo. Davanti alla scelta dell'uomo restano bloccati. E poi circa la casualità del mondo, essa non fa nascere la domanda, "ma la bellezza del creato, la logica dell’universo, le leggi che regolano tutto in maniera chiara, implacabile in tutti gli aspetti, come fa a nascere da una casualità fredda e triste? Come fa a essere casuale un mondo dove c’è una logica, meccanismi sensibilissimi…?". Dio esiste e tutto quello che Lui ha detto tramite la Bibbia, tramite la Madonna, tramite la Chiesa, tramite i santi aureolati o sconosciuti…è tutto vero. Non ci facciamo ingannare da pazzi furiosi e scatenati che La odiano rabbiosamente e da duemila anni la vogliono distrutta, senza esserci—chissà com’è?—riusciti. La scelta è importante e non riguarda solo la morale che in quanto tale è fumo, ma la nostra letizia sulla terra e la nostra salvezza finale. L’alternativa invece è una vita senza ideali veri, il plagio per il tornaconto dei potenti in terra e poi  la dannazione eterna. Cosa conviene, allora? Io personalmente piuttosto che derivare da una scimmia puzzolente, preferisco derivare da un po’ di umile e sporco fango su cui Dio ha "sputato" sopra sopra. Per me così è più consolante e incoraggiante. «Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris», che significa «Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai». E un uomo senza Dio ha un terrore spaventoso della morte... Ma poi: le scimmie chi le ha create?

Il Pio

Sempre sui binari.

 


Negli ultimi anni abbiamo assistito, nella Chiesa, a frasi, scritti, fatti, omissioni, comportamenti, testimonianze,… che fanno pensare o più esattamente fanno inciampare; per lo meno fanno dubitare una povera pecorella senza intelligenza e istruzione. Però, pur essendo tra quelle pecorelle, vedo che un po’ di dubbi sono venuti anche a molti altri, meno pecorelle di me. E quei comportamenti a cui facevo cenno sopra, fanno smarrire e fanno dubitare tante forti o deboli pecore del gregge di Dio. E così nel dubbio atroce, è successo che alcune di loro si sono trasferite armi e bagagli, con famiglia al seguito, in un altro gregge più consono ai loro sentimenti religiosi, altri creano una chiesa nascosta nella Chiesa con la ferma intenzione di conservare il "seme", altri nel dubbio e nello smarrimento escono dal gregge, diversi continuano a seguire, ma essendo spesso digiuni anche del minimo precetto del catechismo, imparano una dottrina border line, quelli fuori poi, in questa confusione, non vogliono entrare nel gregge, pensando “se i cristiani sono così, meglio restare atei”. Tutti costoro restano sicuramente nell’imminente pericolo di una condanna "latae sententiae" (con una sentenza già emessa) fondata sul fatto che “fuori dalla Chiesa non c’è salvezza”. La Chiesa ha sempre insegnato ed insegna che, alla fine dei tempi, cioè prima della seconda venuta di Gesù (la Parusia) verrà l'Anticristo a sviare quante più anime possibile per portarsele per sempre all'Inferno. Vladimir Solov’ëv (1853-1900) nel Racconto dell’Anticristo immagina che questi irromperà in una storia umana desacralizzata, svuotata di orizzonti trascendenti, in una frammentazione di religioni, culture, popoli, accogliendo ogni aspetto del reale, ma spogliandolo al tempo stesso del suo significato essenziale. Alla fine saranno pochissimi quelli che non lo seguiranno e non si lasceranno sviare da quel Porco. Il “suo” Anticristo che apparirà a tutti buono e portatore di un’ideologia conciliatrice, ‘inclusiva’,  parlerà di ecologismo, di solidarietà e di povertà… e questo farà breccia in una moltitudine di cuori "vuoti" e senza difese cristiane, così carpirà, nelle sue grinfie maledette, moltissime anime. Naturalmente il Racconto dell’Anticristo non è tra i Libri sacri solo ai quali dobbiamo fare riferimento nella nostra vita di fede. Dunque lo dobbiamo considerare niente più che un racconto, come lo stesso autore lo definisce. Dunque che fare? Dobbiamo solo restare in attesa, con rassegnazione. Nella nebbia infatti si deve restare sempre sui binari che da qualche parte sicura conducono certamente (i binari sono la Chiesa, i sacramenti,  i comandamenti, la dottrina e il catechismo). Poi quando la nebbia si sarà alzata  e si vedrà bene, potremo tutti valutare, alla luce dei Libri sacri, ciò che è meglio fare per la nostra salvezza e per la gloria della tanto amata Chiesa.


Il Pio

Non hanno nemmeno il diritto di cronaca.




Immagino che moltissimi italiani pensino che al mondo esista solo la guerra tra Russia e Ucraina. O che solo questa faccia i morti tra le donne e bambini. Che sia disumana. Se ne parla tutti i giorni, spesso con una retorica tanto sdolcinata da far venire le carie, a chi approfondisce un po’ la questione, gli viene poi il dubbio che le cose non siano proprio così lineari come le fanno apparire e cioè: i buoni tutti in Ucraina e i cattivi tutti in Russia. Poveri gli uni, disgraziati gli altri, laddove la storia ci insegna che il giudizio su una guerra viene dato sempre dai vincitori o da chi può urlare più forte e farsi sentire ai più e raramente è obiettivo. Invece le guerre nel mondo, oggi, sono tante, spesso feroci e sanguinose, spesso con massacri della popolazione civile inerme, e dobbiamo scoprire che spessissimo i popoli più deboli oltre a non ricevere il minimo aiuto dal ricco occidente, né militare, né di sussistenza, non hanno nemmeno il diritto di cronaca, il diritto di far conoscere al mondo la loro gravissima situazione, perché a
nessuno gli importa di loro. Sentiamo i nostri TG e la notizia più importante per giorni è Sanremo o giù di lì. Vorrei allora approfondire l’argomento. La definizione ufficiale di guerra è: “Conflitto aperto e dichiarato fra due o più stati, o in genere fra gruppi organizzati, etnici, sociali, religiosi condotto con l’impiego di mezzi militari”. “Quindi è una guerra quella che il Messico combatte dal 2006 contro i cartelli della droga (e che i cartelli combattono tra loro) e in cui dall’inizio dell’anno scorso sono morte 1.367 persone. O quella che si svolge in Nigeria dal 2009 e in cui nel 2022 sono morte 1.363 persone”. In Nigeria le truppe islamiche massacrano la popolazione cattolica, bruciano uomini, donne e bambini persino dentro le chiese, incendiano le loro case, li costringono a fuggire dalla loro terra,… cose tremende! di cui non si ha il minimo cenno dagli organi di informazione. “Sono guerre quella in Siria (1.037 morti nel 2022), in Iraq (267 morti), nello Yemen (5.099 morti), nella regione del Tigrai, in Etiopia (410 morti)”. Inoltre “Si può definire guerra quella che devasta la Birmania, dove dall’inizio dell’anno ci sono state 3.846 vittime”. Poi ci sono conflitti di lunghissima durata “L’Afghanistan è in guerra dagli anni settanta, con milioni di vittime, e negli ultimi mesi ha visto crescere il numero di rifugiati (sarebbero decine di migliaia) mentre la carestia minaccia cinque milioni di bambini. Ci sono le guerre “a bassa intensità”, come il conflitto tra Pakistan e India per la regione del Kashmir (575 vittime nel 2021 e 25 dall’inizio dell’anno) o quello in Sudan (1.364 morti nel 2021, 97 nel 2022). E ancora: Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Mozambico, Israele e Palestina”. “I bilanci delle vittime sono inevitabilmente approssimativi e spesso contestati dalle parti. Una delle organizzazioni indipendenti che li aggiorna con più regolarità è l’Armed conflict location & event data project, secondo cui sono almeno dieci le guerre o le crisi in corso che rischiano di precipitare quest’anno, tra cui quelle nel Sahel, in Libano, ad Haiti e in Colombia. E poi ovviamente c’è anche la guerra in Ucraina, cominciata il 24 febbraio con l’invasione russa” (ma l’inizio reale pare non sia avvenuto proprio in questa data). Tirando la linea della somma, sono 59 le guerre in corso nel mondo in questo momento. E forse il numero non è nemmeno sicuro. Per difetto. (Stralci dal sito http://www.perlapace.it/). Il mondo dunque è questo: non è solo Ucraina, non è solo Sanremo, non è solo influencer, nè la camicetta che si apre, non è solo politica (inutilissima, costosissima, dannosissima). Ma Dio non ci abbandona e ci assicura sempre il centuplo e un destino stupendo se confidiamo e restiamo in Lui (…comprese le persecuzioni).

Il Pio



Li infligge proprio.

 



«Alcuni papi Dio li dona, altri li tollera, altri ancora li infligge». Questa  frase  normalmente, la si attribuisce a San Vincenzo di Lerino (V secolo). Bene. Mi pare che essa chiarisca, in così poche parole, molti concetti e tolga molta nebbia dai cervelli. Dio è sempre presente e vigila sulla Sua Chiesa, nel bene o nel male. Nel bene o nel male. Ogni avvenimento o viene da lui inviato o quantomeno è permesso. Nel bene o nel male. Perché magari dopo mille anni di desolazione e tristezza, nel deserto, fiorisca all'improvviso un bene immenso per secoli. Certo nel mentre, la nebbia e la confusione regnano sovrani e così solo chi è fedele resta ancora aggrappato alla Croce come a un relitto dopo il naufragio, anche se dopo quello, arrivano pure la tempesta, i pirati e poi gli squali. 
Quelli di poca fede invece, o si smarriscono subito e seguono i tempi e i suoi apostoli o si intiepidiscono, oppure diventano seguaci di altre religioni, apparentemente più congrue in questi tempi. Io ho visto diversi papi: Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Posso garantire che nessuno di loro ha mai avuto i consensi di tutto il popolo, cristiano e non (perché anche i non cristiani si riservano la facoltà di criticare la Chiesa anche se non ci mettono piede dal battesimo, sempre ammessoche lo abbiano ricevuto). La gente li critica sempre o perché era troppo tradizionalista, o troppo progressista, oppure perché ha aperto troppo, o perché ha chiuso troppo, altri perché troppo lontani, altri ancora perché troppo vicini...Ma "le porte degli inferi non prevarranno su di essa". E allora come dice San Vincenzo di Lerino il papa lo manda in ogni caso Dio. Anzi, qualche volta lo manda santo proprio quando lo meritiamo, qualche volta fa finta di non vederlo perché vuole provare la nostra fede, talvolta lo infligge davvero come un flagello per far tornare il popolo alla fede. Il momento, il perché, il fine e i tempi li sa solo Lui. Fuggire in cerca di chiese più adatte e vicine al nostro sentire la religione, sono di fatto uscite dalle porte del recinto, apostasie vere e proprie. E il rischio in tal caso, è molto,  molto alto. "Fuori dalla Chiesa non c'è salvezza ".

Il Pio 

Lei non sa chi sono io!



Per un po' di giorni si poteva vedere un video in cui un ex capo del governo diceva a un cittadino "io non sono tenuto a risponderle". Beh se fosse stato solo un capo, un importante esponente, delle banche  la risposta era più che opportuna.  Ma era anche un uomo pubblico e rappresentante dei cittadini, allora qualcosa non funziona. Vi ricordo a proposito quello che diceva Giorgio Gaber molti anni fa.

Il Pio 

 "(...) Comunque diciamo, come si fa oggi, a non essere democratici? Sul vocabolario c'è scritto che democrazia, è parola che deriva dal greco, e significa “potere al popolo”. L'espressione è poetica e suggestiva. Ma in che senso potere al popolo? Come si fa? Questo sul vocabolario non c'è scritto. Però si sa che dal 1945, dopo il famoso ventennio, il popolo italiano ha acquistato finalmente il diritto al voto. E' nata così la famosa democrazia rappresentativa, che dopo alcune geniali modifiche, fa si che tu deleghi un partito, che sceglie una coalizione, che sceglie un candidato, che tu non sai chi è, e che tu deleghi a rappresentarti per cinque anni. E che se lo incontri, ti dice giustamente: "Lei non sa chi sono io". Questo è il potere del popolo (...)"

(Dal sito ufficiale di Giorgio Gaber, personaggio straordinario, non propriamente un testimone della fede, ma in questo caso ha pienamente ragione).




Io convivo!



Oggi tantissime persone convivono e non vogliono sentir parlare di matrimoni, né civili, né tantomeno religiosi. Non è un giudizio sulle persone, il mio, ognuno fa quello che vuole e nessuno deve giudicare dalle apparenze. Vorrei invece capire perché fino pochi anni fa, un’altissima percentuale di italiani si sposava in Chiesa, una minoranza in Comune e pochissimi convivevano subito senza fare niente di “formale”. E questo si è fatto praticamente sempre. Penso che i motivi di questo cambiamento epocale siano pochi alla fine e le colpe però cadono quasi tutte sopra le spalle di noi cattolici. Vediamoli. 1) Nessuno ha più detto in giro che il matrimonio è un sacramento, attraverso il quale si potrebbe anche diventare santi e andare così in Paradiso (buttala via come ipotesi!). 2) Le famiglie non testimoniano più, oggi la bellezza e la positività di un matrimonio cristiano perché  hanno obliterato tutto da tempo. 3) Nessuno ha più allevato le nuove generazioni alla responsabilità, a seguire una strada buona, al dover lavorare per ottenere qualsiasi bene, a un rapporto umano profondo e proficuo con le persone, senza sfruttarsi l’un l’altro, anche tra i pochi “alti” e i tanti “bassi” che la vita ci mette davanti. 4) Le vecchie generazioni non hanno trasmesso nulla di quello che avevano visto e vissuto da giovani che poi è da sempre la tradizione cristiana, ma si sono subito allineati e coperti a quello che urlavano le nuove generazioni e dietro loro il Potere cattivo, senza mai tornare indietro, visto la catastrofe che si era creata in quel modo. 5) Le vecchie generazioni hanno buttato nell’immondizia indifferenziata (!) la corona del rosario, da recitarsi la sera tutti insieme in famiglia, per poter vedere in vece il Festival o le altre trasmissioni allo stesso livello… E così di fronte a questo scenario da guerra totale, di fronte alle irriconoscibili macerie del passato remoto, disdegnate anche dalle stesse vecchie generazioni e da molti sacerdoti, i giovani probabilmente hanno pensato: «ma chi ce lo fa fare a diventare come i nostri vecchi? Ad assomigliare a loro? A prenderli come riferimento e guida? Con quelle facce tristi, aridi, vili, senza ideali, ridicolmente giovanilisti, senza onore e senza punti di riferimento, sempre soli o con amicizie al più,  superficiali, che ci hanno educato al vuoto eterno, al “tutto si può fare, paga babbo”, difesi a oltranza anche nel torto supremo,…». Sapete una cosa? Io gli do proprio ragione; se i presupposti sono davvero questi, hanno ragione i giovani a convivere e a fare altro. E i presupposti sono proprio questi, purtroppo. Il brutto è che noi che facciamo parte di diritto delle vecchie generazioni, dovremo un giorno comparire di fronte al tribunale di Dio e dover esporre a nostra difesa i motivi del perché abbiamo agito così pur essendoci stato insegnato e fatto vedere altro. In quel tribunale non vale la regola “ma così facevano tutti”, perché Dio non giudica tutti, tutti insieme, ma singolarmente uno alla volta, come si dice, Lui sa contare solo sino a uno. E dopo l’udienza dibattimentale ci si aprirà una delle tre Porte finali: Inferno, Purgatorio, Paradiso.

Il Pio


Santi, non riformatori.

 


La santità non consiste nel fare cose straordinarie, ma nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie.  

(Luigi Monza)

La santità, la vera aristocrazia del cristiano, può essere accessibile a tutti; può essere, per così dire, democratica.
(Paolo VI)

La santità non consiste nel fare cose ogni giorno più difficili, ma nel farle ogni volta con più amore.
(S. Teresa d'Avila)

Basta una massima ben meditata per fare un santo.
(Sant’Alfonso)

Un santo sarà sempre più utile alla Chiesa di un'armata di Gesuiti.
(Pedro Arrupe)

La storia della Chiesa è innanzitutto quella dei santi: dei santi noti, e di quelli ignoti.
(Hans Urs von Balthasar)

La Chiesa non ha bisogno di riformatori, ma di santi.
(Georges Bernanos) 

Al mondo c'è una sola tristezza: quella di non essere santi. E quindi una sola felicità: quella di essere santi. 
(Léon Bloy) 

Il miglior modo di onorare i santi è di imitarli.
(Erasmo da Rotterdam)

L'usanza vuole che si lodino i santi morti e si perseguitino quelli vivi.
(N. Howe)

La più terribile carestia, oggi, è la carestia di santi.
(Giovanni Papini)

Chi non si propone almeno una volta nella vita di essere santo, è un porco.
(Giovanni Papini)

Fare i santi è lo scopo della Chiesa.
(Guillaume Pouget)

La ragione per cui non siamo felici come i santi, è che non abbiamo alcuna voglia di esser santi.
(Fulton Sheen) 

I santi sono peccatori che continuano a provare.
(Robert Louis Stevenson)


I santi, non tutti hanno cominciato bene, ma tutti hanno finito bene.
(san Jean‑Baptiste Vianney)

Purchè se ne parli!

 

Oggi ho letto un oceano di commenti sulla trasmissione televisiva di S. La maggior parte erano scandalizzati,altri negativi. In questa trasmissione peraltro si vede chiaramente che immagine di adulto hanno in mente i Potenti e che ruolo esso debba avere nella società. E in effetti, purtroppo, è proprio così. E il fatto che fosse presente il Capo dello Stato, potrebbe far pensare erroneamente a qualcuno poco accorto, come ad un avallo ufficiale a questo modo scialbo di vivere (un Presidente della Repubblica però, non può andare in veste ufficiale e con tanto di inno nazionale, a S.! Non può). Ma, a parte questo, quanto di più importante è che lamentandoci in massa e per iscritto, in ogni dove, abbiamo fatto proprio il gioco del nemico. Abbiamo perso, dunque. Perchè la regola è sempre quella: «Nel bene o nel male, l'importante è che se ne parli! (Oscar Wilde, Il Ritratto di Dorian Gray)».Stiamo tutti zitti d'ora in poi e (forse) faremo più danni al nemico. Dunque: anche il Pio ha sbagliato a scrivere questo post, ma non lo farò più. Il fine era buono, però

Il Pio


Rassegnazione sconosciuta.


Leggendo i racconti di Don Camillo e Peppone, usciti prodigiosamente dalle mente geniale di Giovanni Guareschi, arriviamo in una storia in cui il loro paese subisce una piena devastante, l’acqua sommerse tutte le case e arrivò quasi fino sopra all’altare, tanto che don Camillo si scusò con Dio se non poteva inginocchiarsi, altrimenti sarebbe affogato. In uno dei film della nostra saga, anche questo episodio venne messo 
sullo schermo; si vedeva tutti I compaesani saliti sulla collina guardare il paese immerso nell’acqua fangosa, mentre il loro parroco, unico rimasto là, stava in chiesa con l’acqua fino alla cintola e diceva la messa per tutti loro e suonava la campana a tempo debito. Una cosa che si intuiva bene era che il popolo era triste certo, angosciato ci mancherebbe, piangevano le vecchie, i bambini erano smarriti, le donne stavano vicino ai figli senza parlare, i capifamiglia non sapevano che fare, tutti si davano una mano, ma non c’era in nessuno di loro sentimenti di invettiva, rabbia, odio, vendetta verso qualcuno,  semmai di cristiana rassegnazione. Era solo un film si capisce, la realtà spesso è diversa, ma quello era esattamente il modo in cui i cristiani per secoli hanno affrontato le avversità. Per dire. Ci sono le catastrofi umane, per esempio, Chernobyl, la diga del Vajont, il Ponte Morandi, le bombe nelle stazioni … qui la natura non c’entra nulla, lei quello che doveva dirci ce lo ha detto, insegnandoci le ferree regole della fisica, dell’ingegneria, della geologia, della conservazione delle strutture e del vivere normale,… qui la colpa è solo di un uomo che se non si converte, almeno in punto morte, si ritroverà a “spalare il carbone nelle miniere di messer satanasso” (come dice spesso Tex Willer a Kit Carson) e per tutta l’eternità. Invece le alluvioni, i terremoti, i maremoti, le frane... sono catastrofi naturali, rarissimamente si riescono a prevedere e a prevenire; qui c'entra solo la natura e le sue regole ferree che però lei tiene quasi tutte segrete e non le svela a nessuno, e così: proprio quando devono accadere, è il momento giusto perché accadano. Ma soprattutto esse sono sempre avvenute nella storia del mondo. Anche prima c’erano, anche se a quei tempi—sembra—controllassero gli argini, facessero manutenzione dei torrenti e costruissero le case con attenzione al luogo, ma avvenivano ugualmente i cataclismi.  La vera differenza tra ieri e oggi è che dopo un disastro, oggi ci carichiamo tutti di rabbia, odio e vogliamo giustizia. I giornali e le TV poi buttano sempre benzina sul fuoco facendo notare quante cose non sono state fatte per incuria colposa e che invece si dovevano fare (è un mestiere molto facile e ormai sanno fare molto bene). Pensate che addirittura pochi anni fa alcuni tecnici italiani sono finiti sotto processo penale perché non avevano previsto che si sarebbe verificato un terremoto (anche i giapponesi, espertissimi in materia, dicono che non è possibile!) (quasi,  quasi come bruciare le streghe). Ieri invece sapevamo che è Dio che manda queste sciagure per ragioni Sue. Quello è anche il segno che abbiamo sfrattato Dio dalla nostra vita. (Ho detto "sfrattato" perché Dio pur essendo proprietario di tutto, se non Lo vogliamo dentro casa nostra, se ne va subito). Subire un terremoto certo è una disgrazia terribile, ma non possiamo dare la colpa a qualcuno. Il mondo è stato creato in questo modo, è fatto così: a un certo momento, in un certo punto, imprevisti e imprevedibili, possiamo subire un infarto fatale e lasciare questa valle di lacrime (e se fosse adesso, meriteremo l’inferno o il Paradiso?), oppure alle tre di notte, il giorno di Natale ad esempio, ecco un devastante terremoto, o un maremoto o una frana colossale, un’alluvione... Che importa alla fine sapere di chi è la colpa? Ci cambia qualcosa saperlo? Ma poi, c’è qualcuno che abbia davvero una colpa nelle disgrazie naturali? Ma che importa saperlo, ci ripaga da tutte le sofferenze? Dio il mondo l’ha voluto proprio così, non si capisce perché, ma l’ha fatto così, ci sarà o no, una buona ragione? Ha il peccato originale, proprio come quello nostro: noi e lui abbiamo un vizio di fabbrica che rimarrà fino al ritorno di Gesù, ma tutto questo è per il bene nostro, per la nostra salvezza. Paghi chi deve pagare, ovviamente. Siamo noi invece che dobbiamo cambiare radicalmente atteggiamento, nel nostro interesse. La rabbia e l’odio lasciamoli perdere in queste situazioni (anche in altre, se possibile) perché ci fanno solo del male e spesso ci fanno anche peccare. Riprendiamo invece Dio in affitto nella nostra vita con un contratto per novantanove anni, rinnovabile per uno stesso periodo. Ricordiamoci anche che per secoli i cristiani hanno ragionato sempre alla luce della fede e in certe particolari circostanze anche della rassegnazione. Questa “vuol dire che dobbiamo conformarci al volere di Dio, il quale conosce meglio di noi quanto è necessario alla nostra eterna salute, pur anche nel caso in cui le nostre preghiere non fossero esaudite” (Catechismo di San Pio X, 274). Accettiamo volentieri sempre e comunque la volontà di Dio nella abbondanza, nella miseria, nella letizia e nella disgrazia. Anche se talvolta non la comprendiamo. La comprende Lui.

Il Pio

E chi se ne frega!

 


Di fronte allo spettro di una guerra nucleare proprio qui in Europa; di fonte a una scristianizzazione terrificante; di fronte al pericolo sempre più evidente di una islamizzazione coatta proprio nella culla della cristianità; di fronte al fatto che noi italiani (!)  saremo costretti a mangiare scarafaggi e scorpioni; di fronte alle banche che sono divenute le padrone delle nostre piccole vite; di fronte ai potenti del mondo che ci vogliono impoverire e ridurre di numero solo per i loro malvagi progetti disumani; di fronte a un livellamento umano verso il basso più basso,... di fronte a tutto questo e peggio ancora, quali sono le notizie che vengono date con rilevanza e enfasi che ci colpiscono che ci interessano maggiormente che poi studiamo attentamente, discutiamo e che ci lasciano addosso tanta suspence? Queste. La vip che non si lava e ha le mutande sporche; l'altra che lascia il marito e si mette con un altro che poi tradisce a sua volta, ma poi ritorna col marito che nel frattempo aveva sposato un'altra che però tradiva; l'altra vip che mentre camminava in Piazza le si sono rotte le infradito; le dichiarazioni imbecilli del politico e quelle identiche del suo antagonista,  entrambi nel più ardito e appassionato disaccordo apparente, ma uniti concretamente prenderci in giro e per non fare niente, ma con tanti soldi di stipendio; quelli che confessano improvvisi cambiamenti di genere e gusti; cantanti deficienti presi a modello dalla gioventù che fanno dichiarazioni deficienti ascoltate come oro colato; influencer divenute spaventosamente milionarie senza fare nulla, se non aver indossato qualche minuto dei pedalini e detto frasi cretine... Il fatto grave però, è che nessuno dica "e chi se ne frega, punto esclamativo". Magari così qualcuno si potrebbe svegliare dal sonno della sudditanza umana e psicologica. Magari qualcuno protesterebbe con veemenza e i giornalisti cialtroni andrebbero a vendere dvd e collanine lungo le spiagge. Magari ci renderemmo tutti conto di quanto siamo divenuti stupidi e di quanto siamo servi del potere. Ma se siamo veramente così tutti quanti, e forse lo siamo, allora siamo davvero pronti per subire una guerra nucleare, una violenta islamizzazione, gli scarafaggi a colazione, la povertà improvvisa e la schiavitù verso i potenti cattivi. Popolo senza Dio, Lo abbiamo voluto sfrattare dalla nostra vita e da quella cittadina, per dare retta ai potenti, a chi potremmo ora chiedere aiuto? 

Il Pio 

Vita e teoria

In Francia è stato messo recentemente nella costituzione. L'aborto. In Italia oggi è un tema esplosivo; deve essere  un diritto inaliena...