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Italia, Italia…


I nazionalismi sono sempre eccessivi e dunque pericolosi. Ma un conto è il nazionalismo e un conto è l’amor patrio. Non so quante ce ne sono in giro, ma l’Italia è una delle poche nazioni che non ama se stessa. Cioè in cui i cittadini non hanno la minima stima della terra dei propri padri. Bisognerebbe capire perché, anche per via del fatto che è una questione recente. Forse siamo ancora scottati dalla fuga del Re e dei suoi amici poco prima della fine della guerra. Probabilmente c’è stato sotto anche un lavoro culturale fatto da chi aveva desiderato che fossimo invasi da un’altra nazione molto più grande della nostra. Poi il ’68 con tutta l’ideologia del «sfasciamo tutto il passato»... In altri Stati però non è così. Una grave responsabilità della disaffezione dell’italiano verso la propria patria (termine che oggi per noi è un disvalore e puzza tanto di fascismo, però inspiegabilmente) ce l’ha sicuramente una classe politica che dal dopoguerra in poi non ha fatto quello che doveva fare e ha cercato sempre di più di allontanarsi dal popolo e seguire altri interessi. E ora ha raggiunto distanze ormai incolmabili. Una classe politica che ci fa vedere lo Stato come un nemico e il popolo come un nemico dello Stato. Che ci strozza con le tasse che vanno a riempire un pozzo senza fondo. «Lo Stato siamo noi» dicono loro, «lo Stato sono loro» diciamo noi e noi ci arrangiamo. Eppure avremmo ottimi motivi per amare la nostra Terra: è bella, si vive bene, gli italiani sono simpatici e non sono quadrettoni, si mangia meglio che in altre parti del mondo, abbiamo una storia straordinaria, abbiamo bellezze artistiche uniche al mondo segno di un grande passato, abbiamo anche capacità eccezionali. Un tempo eravamo stimatissimi dalle altre nazioni e molti personaggi importanti sono passati per l’Italia. Molto di questo deriva dalla forte presenza e cultura cristiana, dalla presenza della Chiesa, ma questo oggi non si può dire e non lo diciamo (lo pensiamo solo). Eppure se noi cittadini amassimo l’Italia e agissimo di conseguenza, essa diverrebbe un primato nel mondo. Sapendo però che l’amore per la propria nazione non ha un colore politico e può restare fuori dalla politica. L’optimum sarebbe se anche i politici e i nostri capi amassero l’Italia. Allora sì che vivremmo bene in Italia.
Il Pio

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