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«In Italia non c’è nessuno che decide»


Considerando a tavola, durante la pausa pranzo, la notizia del divieto in Germania della circolazione delle auto diesel, T. commenta triste e ormai senza speranza: «In Italia non c’è nessuno che decide». Il popolo questo lo vede chiaramente, vivendo nella realtà di tutti i giorni in cui non funziona niente, anche le cose che potrebbero funzionare semplicemente (ad esempio far pagare il biglietti a chi sale nei pullman). I politici sono così, e oggi tutto è politica perché la politica sta dappertutto, anche nelle parti più minime e lontane della società. Lo hanno nel DNA oramai il concetto: chi fa sbaglia sempre, chi non fa non sbaglia mai. E hanno “ragione” (a modo loro): se uno di loro prendesse una decisione grande, chiara, senza compromessi, di sicuro qualcuno scontenterebbe e quei voti andrebbero tutti all’avversario (quelli vivono sempre col bilancino dei voti in mano e tutto il loro fare\dire—più dire che fare—è basato proprio su come sta messo quel bilancino). Decidere è cioè follia! Così si va avanti per anni senza problemi (per loro ovviamente, poi nel frattempo arrivano il vitalizio, i rimborsi…). Eppure l’Italia è stata per secoli e secoli la terra dei santi e degli eroi: e che santi! E che eroi! Popoli grandi che hanno insegnato, la musica, la cultura, l’architettura, a quasi tutta l’Europa. E poi è una bellissima terra, ricca di tantissime cose, umane, paesaggistiche, culturali… E’ (o era?) un Paese cristiano, stupendo e non a caso, ci si mangia benissimo. Qualcuno dice che la colpa di tutto è degli italiani che sono un popolo fesso, stupido, soggiogabile. Dice. Ma così parla chi si sente in una élite. E chi si considera in una élite è sicuro di non far parte del popolo, ma di essergli superiore. Gente da guardare dall’alto in basso. Ma che cosa possono fare gli italiani se chi li governa viene deciso a tavolino dai partiti (che a loro volta sono inventati da un politico—per motivi che sa solo lui—e i cui componenti sono scelti spessissimo tra la stessa stirpe e con la stessa mentalità di cui sopra) e solo quelli si possono prendere? Ma siamo cristiani e allora pensiamo, ragioniamo da cristiani (anche se nessuno ce l’ha più insegnato) e non da atei che contano solo su se stessi e sulla scienza. Io temo che Dio—come fa spesso dall’inizio della storia per amore dei propri figli—per farci ritrovare la strada sana che abbiamo smarrito, confidando solo su noi stessi e nella forza dell’uomo (l’errore è proprio quello di considerare l’uomo come misura di tutte le cose) ci abbia fatto impaludare nelle terribili sabbie mobili da cui non si esce più e più passa il tempo e maggiormente ci si infogna, fino a affogare. Potremmo uscire fuori solo se chiediamo insistentemente, ripetutamente, fiduciosamente il Suo aiuto, con sacrifici e preghiere, anche—perché no?—per intercessione dei santi che più conosciamo: beato Pier Giorgio Frassati, San Giuda Taddeo, San Michele, San Giovanni Bosco, San Francesco Saverio, San Domenico Savio, San Giuseppe, San Benedetto da Norcia,… e pregando assolutamente anche la Madonna: Aiuto dei cristiani prega per noi. 

Il Pio

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