“E don Camillo sorrideva: «se stamattina c’è il sole bisogna essere previdenti e pensare che stasera può piovere o grandinare… e perciò, se uno si mette in viaggio col sole, fa bene a portarsi l’ombrello. Ma finchè c’è il sole godiamoci il sole e non giriamo con l’ombrello aperto. Pensiamo al peggio, ma non sperperiamo il meglio. Stolto chi crede di poter risparmiare la luce del giorno per farsi con essa lume di notte» (Giovanni Guareschi, Tutto don Camillo, n. 144 “Qualcosa galleggia sull’acqua” pag 787, ed. BUR)”. Qui la questione del racconto era che si avvicinava la Pasqua e tutto era stranamente tranquillo, così molti paventavano che a breve sarebbe scoppiato qualcosa di brutto. Dunque ecco il perché di questa frase di don Camillo ai suoi parrocchiani. Bisogna anche essere “puri come le colombe e astuti come i serpenti” come ci consiglia Gesù, puri e (non "o") astuti—puri e astuti—che è un po' più di essere prudente. E don Camillo (che non è paragonabile minimamente a Gesù) dice ai suoi parrocchiani che bisogna essere previdenti. E previdente è uno che pensa a quel che può accadere e prende in anticipo provvedimenti per evitare danni o inconvenienti. Puri, astuti e previdenti; e Guareschi scriveva questi racconti negli anni ’50. Ora però, nel 2018, le nuvole si sono fatte tutte nere e cariche e si prevede a breve tempesta (per chi qualche volta alza la testa dal cellulare e osserva il mondo attorno a sè). La tempesta cioè è quasi sicura ormai ("quasi" perchè il tempo fa sempre quello che vuole, da millenni si comporta come un pazzo scatenato, e anche perchè Dio può sempre far fare a ogni cosa movimenti imprevedibili, quando e come vuole Lui). C’è da prendere provvedimenti, certo. C'è anche da pregare e fare sacrifici (molti). Comunque sempre puri come le colombe. Sempre astuti come i serpenti. E sempre pronti a non dare retta a chi parla similmente a Gesù, ma non come Gesù, perché non è Gesù. Anzi... Restiamo sempre fedeli a Gesù, fino alla morte.
Il Pio
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