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Il blindatissimo recinto della politica


Mentre sto scrivendo (14 maggio 2018, ore 14.03) il Governo Italiano non è stato fatto. Mi verrebbe da dire “che vergogna!” e invece non lo dico, ma lo penso solamente. E’ da oltre due mesi che litigano come ubriaconi... costringendoci tra l’altro, ogni dì a guardarli bene. In questi giorni si sentono dire in particolare due situazioni. La prima. Il Premier e i ministri devono essere per forza politici e non dei tecnici. Bene, almeno c’è una cosa in comune fra quelli lassù, verrebbe da dire. Ma… perché? Perché? Tecnici e politici hanno fatto una marea di danni (non di errori: di danni). I Tecnici erano ad esempio l’on. Monti e l’on. Fornero. Per loro qualcuno sta ancora piangendo (cronaca e non giudizio). I Politici li conosciamo tutti—a uno a uno—chi sono e come amministrano. E anche qui qualcuno (tanti di più) a causa di loro sta ancora piangendo (cronaca e non giudizio). Ormai dal recinto blindatissimo dei politici più o meno tutti sono usciti per sedere le gloriose poltrone del Governo e quelli in fila per entrare dentro, non destano assolutamente la minima stima e la minima simpatia. E se questa volta il Premier e i ministri li prendessimo invece fuori dal recinto blindatissimo della politica? Chessò: Un amministratore delegato di una società sana e seria (ce ne sono ancora), un Presidente di una Cooperativa, un monaco benedettino, una madre che ne sa sempre di più di tutti ed è il massimo della concretezza umana, un bravo e ligio dipendente o anche uno che sia solamente normale e che sappia almeno fare la fila al supermercato o alla Asl. Non sarebbe meglio? E di questa gente ce ne sta tantissima in giro, ma di sicuro non si trova nel recinto blindatissimo della politica (mistero della realtà umana). La seconda cosa. Non abbiamo il Governo e non si sa bene chi andrà lassù (spero a fare—anche—l’interesse dell’Italia e del popolo) ma già da tempo i partiti di minoranza che andranno in Parlamento dicono che loro faranno costantemente un’opposizione ferma e responsabile (quest’ultimo aggettivo ce l’hanno messo forse per non far brutta figura). Il che vuol dire che diranno solo e sempre di no, a prescindere: non ancora sanno cosa si voterà, ma è sicuro che loro diranno di no (guardate che a ogni inizio della Legislatura l’opposizione ha sempre detto così). Ecco i politici fanno questo. Litigheranno sempre e il popolo sarà sempre più abbandonato a se stesso. So benissimo che quello che ho scritto non avverrà mai, però mi piace proporre un modo di vedere diverso da quello tanto stantio. E evitando di pensare che oggi la discesa in piazza sia risolutiva—perché non lo è e non la sarà mai—evitando di entrare, qualora potessimo, nel blindatissimo recinto della politica in cui, anche se abbiamo le migliori intenzioni, saremo soverchiati nel giro di poco tempo e legati eternamente al famoso laccio del demonio (cioè il Potere), possiamo però nel frattempo pregare forte forte per l’Italia, la nostra Nazione, come tanti anni fa consigliò Papa Giovanni Paolo II e provare a fare qualche opera di bene nella realtà in cui viviamo… e per il resto speriamo bene.

Il Pio

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