Durante il periodo del così detto ’68 i giovani di età (e dietro di loro—pedissequi—i "giovani dentro", i vecchi più precisamente, cosa mai avvenuta in tutta la storia del mondo!) volevano un mondo nuovo e speravano in un mondo nuovo: quello della pace e dell’amore, della libertà e dell’uguaglianza, senza sotto né padroni. «Mettete i fiori nei vostri cannoni», «la fantasia al potere», «vogliamo pensare», «fate l’amore, non fate la guerra», «vietato vietare», e successivamente, anche «tremate, tremate, le streghe son tornate, ma questa volta armate!», «cloro al clero». Le frasi e gli slogan erano infatti affascinanti, allora, si poteva dare la vita per essi. I personaggi da ammirare avevano il cappotto eskimo e le scarpe clark. Poi forse qualcuno approfittò del momento. Da questo sottofondo nacquero le Brigate Rosse (BR), i Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), Prima Linea (PL) e altri gruppi terroristici. E tanta tanta violenza privata e gratuita. Ci si ammazzava per la politica. Poi negli anni ’80, gli anni del riflusso, della depoliticizzazione. del disinteresse e disimpegno dei giovani e nessuno pensava più al mondo nuovo (se ne guardava bene! Gli bastava quello attuale), e i personaggi da ammirare erano i così detti Paninari con scarpe Timberland, giubbetto Monclaire, cinta El Charro, settimana bianca fissa, l’automobile bella e la ricchezza (o l’ apparenza della ricchezza): questi erano gli ideali per moltissimi giovani e giovani dentro. Poi la società è divenuta completamente liquida e i giovani senza nerbo, facile preda di tutti gli avvoltoi. E questi erano gli anni ’90. La nostra amata Chiesa nel frattempo e già prima del ’68, aveva cominciato a pensare democraticamente (laddove essa all'origine non è democratica e in cui Gesù è morto grazie a un referendum democratico) a un mondo nuovo che doveva rinnovare quello vecchio (che però era andato bene per venti secoli: era quello che aveva voluto Gesù). E giù cambi della liturgia delle messa e quant’altro che, forse il caso o forse la conseguenza, hanno svuotato in poco tempo i seminari, le chiese, gli inginocchiatoi, i confessionali, rese sdolcinate le preghiere e le canzoni e le famiglie sono divenute perlopiù atee in cui i figli non vengono battezzati. E così siamo arrivati al 2024 e ne ringraziamo Dio di averci concesso questa grazia. Che cosa ci fa pensare questo excursus storico? Avete visto che fine fa chi—scansato Dio dalla propria vita—si fida solo di sè stesso, delle belle idee affascinanti, ma senza sapere di dove vengono, degli slogan profondi o della moda attraente? Avete visto tra gli anni settanta e gli anni ottanta come le mode sono state completamente diverse e diametralmente opposte sia quanto alle idee che ai vestiti? Poi siamo giunti alla terribile società liquida senza punti per orientarci e senza riferimenti, come dire siamo diventati tutti facile preda di chiunque, umano e demoniaco in costante attesa del pifferaio magico di turno. Solo Dio ci può salvare, perché siamo suoi figli. Ma siamo in pochi a avere questo come certezza, molti altri restano indifferenti e contro l’indifferenza, purtroppo, ci vuole solo un miracolo straordinario. Uno slogan ben diffuso dell’Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti era «La cattiva notizia è che dio non esiste. Quella buona, è che non ne hai bisogno». Con tutto il rispetto (per le persone e non per le idee) ma io sono straconvinto del contrario e cioè che la buona notizia è che Dio esiste. Quella ancora più buona, è che ne abbiamo tutti un grande bisogno anche la nostra povera Patria.
Il Pio
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