La religione
cattolica è la religione dell’ « et…, et… » (e, e, entrambi) e non dell’ «
aut…, aut… » (o, o, cioè o solo l’uno o solo l’altro). E dunque, ad esempio,
anima e corpo, non dunque tutta solo per l’anima o tutta solo per il corpo.
Entrambi, ha a cuore l’una e l’altro. E poi Uno e Trino, Gesù vero Dio e vero
uomo, spirito e materia, fede e ragione, fasto liturgico e povertà personale,
santi e peccatori, Paradiso e inferno... E pure libertà e regola. Entrambi, non
o l’uno o l’atro. Libertà oggi è una parola il cui significato comune si
avvicina più ad anarchia o al « faccio come mi pare », ma in questo senso essa non
si può definire. Anarchia infatti, non è libertà.
Se pensiamo a cosa il cattolicesimo
ci insegna, vediamo che all’origine Dio crea gli Angeli liberi, dando a questa
libertà un limite. Numero 36 del Catechismo di San Pio X: « Dio ha creato gli
Angeli per essere da essi onorato e servito e per renderli eternamente felici »,
dunque la loro libertà aveva una regola quella di onorare e servire Dio
liberamente e così essere eternamente felici; numero 59 « I demoni sono angeli ribellatisi a Dio
per superbia e precipitati nell'inferno, i quali, per odio contro Dio, tentano
l'uomo al male ». Creati liberi, amministrarono male la loro libertà, non
vollero seguire quelle regole liberamente, usarono sopra tutto la superbia e
così furono condannati per sempre. L’uomo pure fu creato libero: numero 64 «
L'uomo è libero, in quanto che può fare una cosa e non farla, o farne una
piuttosto che un'altra, come sentiamo bene in noi stessi »; numero 65 « L'uomo
può, ossia è capace di fare anche il male; ma non lo deve fare, appunto perchè
è male; la libertà deve usarsi solo per il bene ». Nel Paradiso terrestre Dio
dice ad Adamo ed Eva che possono fare tutto, tranne prendere il frutto di un albero
determinato: sono dunque liberi, ma con un solo limite. Dunque Dio concepisce
la libertà regolata. Libertà e regola. Et, et. Liberamente. Se la libertà è
così utilizzata, la strada non si perde e si vive contenti.
La nostra libertà
allora deve essere regolata, perché non cadiamo nella superbia e nell’arbitrio,
uscendo di strada. Ciò significa che le regole che la Chiesa ci dà sono
determinanti per non mal gestire il dono della libertà. Un dono che le altre
creature non hanno, regolate come sono dall’istinto. Un dono che per noi invece
è tremendo, perché non è sempre facile da gestire, perché dobbiamo usare tutta
la nostra prudenza, l’intelligenza, l’esperienza, il consiglio degli altri, il
senno, l’attenzione, la fede…, altrimenti, come pure all’Apprendista stregone,
ci può sfuggire di mano e fare danni a noi e a altri. Adamo e Eva abusarono
della libertà e i danni li stiamo pagando anche noi. Numero 70 « II peccato di Adamo
fu un peccato grave di superbia e di disubbidienza ».
La regola non limita
la nostra libertà, ma la perfeziona. Numero 4 « La dottrina cristiana è la
dottrina che Gesù Cristo nostro Signore ci ha insegnato per mostrarci la strada
della salute ». « Per qual fine Dio ci ha creato?
Dio ci ha creato per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell'altra in paradiso ».
Dio ci ha creato per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell'altra in paradiso ».
Il Pio
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