...Ma che male abbiamo mai fatto noi poveri italiani, per meritarci, almeno da sessant’anni a questa parte, Governi e Parlamenti che non pensano al popolo? Perché i nostri politici sanno parlare bene, sanno promettere benissimo, sanno litigare ancor più che bene… ma alla resa dei conti non pensano al popolo, non fanno nulla per esso e non cambiano nulla in Italia. Basta vedere i salotti televisivi: è un continuo litigio, con urla ed accuse reciproche e questo è proprio lo specchio di quel mondo brutto e—fatemelo dire—inutile ove non dannoso. Sessant’anni sono tanti e ormai per forza dobbiamo pensare che siamo al punto del non ritorno, cioè non ci sono più speranze di un cambiamento in bene per il nostro bel Paese. Li abbiamo visti passare tutti al potere e la situazione è quella odierna. Immobile. Immutata. Forse una speranza tenue e lievissima potrebbe accendersi se ci fossero uomini santi ed innamorati di Gesù che seguono questo Ideale in politica. Ma in un’Italia scristianizzata questa è più un’utopia che altro e poi se ci fossero davvero santi politici non ce la farebbero mai ad entrare e a passare in alto, senza abiure e compromessi. Il divario che c’è tra politica e Paese reale è talmente grande ed incolmabile che nessuno potrà più porvi rimedio. Salvo miracoli, ovviamente che sono sempre possibili se uno li chiede. E se non dovessero avvenire facciamo noi il possibile. E comunque resistiamo anche in tutto questo, saldi nella fede.
Il Pio
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