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Prendo il giornale…


“Prendo il giornale e leggo che di giusti al mondo non ce n'è. Come mai, il mondo è così brutto?” Così iniziava Il mondo in mi7, una canzone famosissima di Adriano Celentano prodotta nel lontano anno 1966. Allora prendo il giornale e leggo anche io come lui. In prima pagina scorro la notizia del conflitto tra Russia e Ucraina, per cui si è stabilito inspiegabilmente che i buoni stanno tutti da una parte e i cattivi tutti dall'altra. Che sta creando danni enormi nel mondo il quale rischia per loro di cadere in una terribile guerra nucleare. Nessuno pare faccia nulla di serio se non inviare armi. Vado a pagina due. Per il terremoto del L’Aquila del 6 aprile 2009 i giudici hanno stabilito che i cittadini (dunque le vittime) sono stati incauti a restare in casa, dovevano uscire subito (seppure le autorità avevano sempre detto loro di restare dentro casa), donde: riduzione dei risarcimenti a tutti loro forse ritenuti in concorso nel reato col terremoto. Non so se sono gli stessi giudici quelli che avevano imputato di disastro i tecnici che non avevano previsto il medesimo terremoto. Sfoglio ancora e leggo che i ministri del precedente governo sapevano che il vaccino non evitava la trasmissione del covid-19 e che non c’erano state sperimentazioni in tal senso, ma lo hanno ugualmente imposto rabbiosamente ai poveri cittadini con minacce, misure e sanzioni rigidissime e se posso permettermi, davvero con la frode e con l’inganno, mandando a pallino il giuramento che avevano fatto di servire il popolo e di rispettare la Costituzione. Girando ancora pagina leggo che il probabile governo, quello che non è stato ancora eletto, su cui il popolo aveva riposto tutte le residue speranze di salvezza, già litiga aspramente per argomenti che, soprattutto oggi, appaiono assolutamente risibili: la nomina dei presidenti delle Camere. All'ultima pagina, sotto alla pubblicità del lucido per le scarpe, la notizia di altri sanguinosissimi conflitti e di strage di gente indifesa che avvengono nelle parti del mondo poco importanti. Tutto questo ci conforta e rassicura e ci fa ben sperare nel futuro. Parafrasando allora don Camillo di Giovannino Guareschi, se Dio permette che al mondo ci siano tutti questi terribili soggetti, vuol dire che sono necessari e che dunque dobbiamo tollerarli con la stessa rassegnazione con cui sopportiamo i terremoti e gli uragani. Dunque rassegniamoci: ci dobbiamo convivere con costoro per tutta la vita nostra, dei nostri figli, dei nostri nipoti e pronipoti… La storia italiana poi è spietata su questo argomento, non fa sconti. A me non piacciono i testi delle canzoni di Celentano, mi sembrano un po’ superficiali, qualunquisti, ecologisti, amorevoli. La canzone dell’inizio continua così “siamo stati noi a rovinare questo capolavoro sospeso nel cielo”. Questo però è vero, siamo stati noi a farlo, la colpa non è di Dio o del fato, o peggio del sistema, se non addirittura della sfortuna del “solo in Italia avviene”. La colpa è nostra e soprattutto del nostro peccato originale i cui effetti ci trasfigurano umanamente e ci fanno ammorbare e peggiorare il mondo, forse, irreversibilmente. Quel maledetto vizio di fabbrica che abbiamo tutti dalla nascita e con noi anche il mondo nel suo complesso e la natura stessa. Tutto è soggetto al peccato originale. Ora, per attenuare i suoi effetti perniciosi, ci vuole la preghiera e la frequenza ai sacramenti e soprattutto il voler bene a Gesù e il volergli stare sempre vicino in ogni momento per metterlo come riferimento di ogni nostra minima attività, odiando il peccato e stando attenti al porco del demonio. Guardate come siamo da quando abbiamo rifiutato Dio. Soluzioni diverse, io, non le conosco. Però ci possiamo provare e poi diffondere questo invito a quanta più gente possibile. Hai visto mai che qualcosa cambia?

Il Pio









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