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Non ce ne libereremo mai!


 

Marcio Porcio Catone, detto anche Catone il “Vecchio” o più noto come il “Censore”, nacque a Tusculum nel 234 a.C. e morì a Roma il 149 a. C., fu generale, politico, scrittore e censore. Negli scritti di Aulo Gellio viene riportata una sua frase: «Fures privatorum furtorum in nervo atque in compedibus aetatem agunt, fures publici in auro atque in purpura» che significa «I ladri di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli di beni pubblici nelle ricchezze e negli onori». Parafrasando il comico Omen (Raul Cremona), questa non è cultura, questa è scienza! Nel 200 a.C. avvenivano le stesse identiche situazioni e le medesime ruberie di oggi. Quella frase potrebbe essere stata tranquillamente prelevata da qualsiasi commento su Facebook di stamattina e invece ha più di duemila anni. Loro se lo godono in sempiterno il frutto delle loro malandrinate. E raramente sono puniti,  raramente restituiscono, raramente chiedono scusa, raramente si impoveriscono. E nonostante questo, stanno sempre al potere. Nel vangelo si parla di Zaccheo, un esattore tremendo e disonesto che dopo l'incontro con Gesù cambia e vita e restituisce tutto quello  che aveva rubato; ottimo esempio,  ma destinato a restare, forse,  isolatoMa io—riportando quella frase—non volevo fare retorica e nemmeno polemica. Volevo solo far notare che se ai tempi del Censore le cose andavano proprio nello stesso modo di oggi, tanto che Catone se ne rammarica profondamente come di fronte a una faccenda ineluttabile, e per rammaricarsene così, probabilmente, ciò non avveniva da poco tempo, se le cose andavano così, dicevo, significa che noi non ce ne libereremo mai di questa genìa maledetta, di questi imbroglioni che hanno cotanti avi di così nobile e antica stirpe, generazioni e generazioni di gente fatta con lo stesso stampo che ancora non si è rovinato. Non riusciremo mai a mutare questa maledetta tradizione millenaria, questa catena che non si può spezzare. Non cambierà mai nulla. Sono cambiate ere, epoche, sono cambiati regimi, sono cambiati costumi, sono cambiate le persone, ci sono state persecuzioni,  rivoluzioni, ci sono stati imperi, monarchie, repubbliche, è venuto persino Gesù a dire come dovevamo vivere, e poi guerre atroci, calde e fredde, terrorismo, rischi nucleari, stragi, … tutto è cambiato in oltre duemila anni di storia: una cosa sola non è cambiata, la verità e l'attualità di quella frase. Tutto lassù è rimasto come ai tempi di Catone. Mettiamoci l'animo in pace allora. Soprattutto quelli che ogni giorno sperano e vanno sparlando di rivoluzioni da fare, sollevazioni di popolo o semplicemente di "votare bene". Non cambierà nulla: chi ci comanda sarà sempre in quel modo. Il perché si potrebbe intuire. Però resta sempre fermo che qualcosa noi possiamo fare e una cosa che non è affatto inutile: disinteressandoci completamente della politica e della classe politica, non puntellando più lo Stato avido, pur sempre nel rispetto delle sue leggi spesso inique, cerchiamo di creare opere buone nella realtà a maggior gloria di Dio e per la venuta del Suo Regno in Italia.

Il Pio 
 

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