Etichette

Dentro la pancia.

 



È sempre un gran parlare sul tema dell'aborto e qualunque cosa si dica o faccia,  scaturisce sempre un incendio spaventoso tra chi è pro e chi contro di esso. E non si viene mai a un punto comune. Secondo me però, per affrontare correttamente questo argomento molto delicato, non si deve partire nè da una morale, nè da un'ideologia, nè da un'appartenenza politica, tantomeno dai diritti soggettivi inderogabili. Non possiamo andare avanti con i si può fare e i non si può fare. Tantomeno da slogan. Il nocciolo, infatti, sta oltre. Altrimenti gireremmo sempre in tondo senza mai giungere a una conclusione,  per anni, decenni, secoli... invece concludere la guerra fratricida converrebbe a tutti. Nel senso che il punto di partenza di tutto è il libero arbitrio che tutti abbiamo come dono di Dio. (Dono in vero molto difficile da gestire e spesso una vera croce). Lui infatti non costringe, nè obbliga nessuno a fare o non fare qualcosa. Lui dice solo ciò che è male e ciò che bene, poi ognuno fa quello che vuole, pagandone le conseguenze, in un modo o in un altro. Quindi io, se lo voglio, posso uccidere moglie e figli anche in modo orribile e nessuno me lo può impedire (poi andrò all'ergastolo, ma questa è un'altra faccenda). Posso rubare se voglio, tradire un amico carissimo, lavorare come Stachanov oppure trattare male un collega che non se lo merita, bullizzare un ragazzo disabile oppure creare un associazione per aiutare i poveri. Insomma ognuno fa quello che vuole nel bene o nel male. È Dio che ha voluto da sempre che il mondo girasse in questo modo. Uno la salvezza o la dannazione eterna se li deve conquistare con le sue forze, con la sua volontà e determinazione, nella piena consapevolezza. Pensiamo a Lucifero che era un angelo bellissimo primo tra tutti gli angeli del Paradiso oppure a Adamo e Eva che nel Paradiso terrestre già ci vivevano e ci sarebbero dovuti restare per sempre, invece hanno tutti scelto volutamente di fare proprio la cosa che non dovevano fare, l'unica cosa che non dovevano proprio fare (ma nessuno glielo ha impedito); le conseguenze le conosciamo tutti: le stiamo pagando tutti oggi. Così se uno ritiene il bambino dentro la pancia un grumo di cellule oppure un tumore (come disse un ex attrice francese), quando non un intralcio e una limitazione, se vuole, lo uccide. Il modo lo troverà sempre e ovunque a prescindere da leggi, sentenze e morali e soprattutto parole e slogan. Se uno ritiene che il bambino dentro la pancia sia un bambino fin dal suo concepimento, non lo fa. La soluzione dunque, visto come funziona il mondo di oggi, non è fare marce, referendum, sentenze o leggi, ma spiegare con amore, argomenti umani e cristiani che un bambino dentro la pancia è proprio e solo un bambino vivo e reattivo e anche un futuro uomo, magari un futuro scienziato o uno statista che miglioreranno o salveranno il mondo, oppure un serial killer disgraziato o un dittatore crudele e spietato che tanto dolore darà; sapendo però che non saranno le nostre parole a cambiare il cuore delle persone. E questo onere per statuto ce lo dobbiamo sobbarcare noi cattolici, ricevendo in cambio naturalmente pomodorate in faccia, sputi,  insulti, infamie, tradimenti e manganellate (anche da fratelli o correligionari) come è naturale che sia. Come lo stesso ha ricevuto Gesù. Si potrebbe trovare il modo di aiutare concretamente la madre a non abortire oltre che a parole, trovando soldi, una sistemazione per il nascituro in una famiglia buona oppure in un'istituzione capace e magari una casa o  un' amicizia per la mamma. Il bello infine che sia io, sia tutti i miei tre lettori non siamo stati abortiti come pure quelli che sono a favore dell’aborto o quelle che hanno abortito: ma che avevano di diverso le nostre mamme?

Il Pio  

Nessun commento:

Posta un commento

Per il re e per la patria

  Da qualche giorno i potenti dell'Europa hanno cominciato a parlare, con assoluta freddezza, di guerra come possibilità. Remota, ma pos...