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Figli di contanti padri...



Il 25 settembre ci saranno le elezioni per il Parlamento. 
Come sempre c'è un po' di speranza: tutti speriamo fiduciosi che dopo di esse, qualcosa possa davvero cambiare, potremmo tutti stare meglio e che l'Italia diventi un grande Stato. Però. La prima considerazione è quella di guardare il passato e ricordare cosa abbiamo subìto e cosa hanno portato le elezioni precedenti. La seconda considerazione è pensare che se i partiti politici metteranno in lista gli stessi identici candidati delle altre volte o gran parte di loro, se non peggiori, sarà difficile per noi votare bene e sarà ancora più difficile che la speranza di cui sopra si possa realizzare. La terza considerazione è di non montarci la testa e di ricordarci chi sono i nostri nonni, gli avi da cui provengono i nostri governanti. L'Italia nasce grazie ai Savoia che vollero espandere i loro territori. Già il punto di partenza mi sembra poco onorevole. Anche perché gli altri Stati della penisola italica, non stavano per niente male e nessuno aveva bisogno di essere salvato. Il Regno delle due Sicilie era uno Stato ricchissimo e industrializzato. Il popolo voleva bene al re. Aveva costruito una tra le prime ferrovie del mondo. Con modi da villani se lo presero. Poi c'era lo Stato Pontificio che anche lui non stava messo male, era il centro non solo cristiano, ma anche magnete di artisti, musicisti (ad esempio Mozart) di tutto il mondo che andavano là per accrescere la loro arte e la loro cultura; aveva l'unico problema: un re che era anche Papa. A cui il popolo voleva pure bene. E così con modi tutt'altro che da gentiluomini, si presero anche questo Stato; e così via via con gli stessi metodi inurbani e motivi economici fino a che tutta la Penisola divenne piemontese. Non si fermarono solo a conquistare, esiliare, ammazzare, distruggere,  depredare e a portare il meglio in Piemonte,  impoverendo  gli altri ex Stati. Siccome la loro ideologia contrastava col pensiero cristiano che però era quella di gran parte del popolo conquistato, da galantuomini confiscarono i beni della Chiesa e chiusero gli Ordini religiosi. Furono queste le prime leggi dell'Italia unita (!). Furono i primi atti del monarca e del Parlamento italiano. Ve le sintetizzo. Con il Regio decreto 7 luglio 1866, n. 3036 fu tolto il riconoscimento (e di conseguenza la capacità patrimoniale) a tutti gli ordini, le corporazioni. I beni, mobili o immobili, di proprietà degli enti soppressi furono incamerati dallo Stato, tranne qualche eccezione. Con la legge 15 agosto 1867, n. 3848 vennero soppressi indistintamente tutti gli enti ecclesiastici, sia quelli morali sia quelli per scopo di culto: diocesi e istituti di vita consacrata ed anche i capitoli delle chiese cattedrali e di quelle collegiate. Furono soppressi in quanto ritenuti superflui dallo Stato per la vita religiosa del Paese. Tutto fu incamerato dallo Stato, Comuni o Province. Ancora oggi nei comuni dell'interno troverete che la sede dei municipi era fino agli anni che vi sto raccontando un convento, magari lì da secoli. Don Bosco disse al re del suo tempo di non firmare queste leggi perché altrimenti dopo tre generazioni il suo regno sarebbe definitivamente finito. Le leggi furono firmate. La monarchia dei Savoia dopo tre generazioni finì. È fu cosi che il re che era entrato a cannonate, attraverso la breccia di Porta Pia,  dentro Roma il 20 settembre 1870, a causa delle cannonate della II^ Guerra mondiale è scappato il 9 settembre 1943 di notte come un ladro, con tutti i personaggi importanti, lasciando il popolo abbandonato a se stesso. E guarda caso. In tutta Roma come unica autorità vicina al popolo, era rimasto proprio l'odiatissimo papa, l'inutile perché improduttivo, "il metro cubo di letame" come lo definì il Padre della Patria Giuseppe Garibaldi, quello della famosa canzone "con le budella dell'ultimo prete, impiccheremo l'ultimo papa re". La storia non si cancella. Le nobili origini dei capi d'Italia sono queste. Tanta speranza allora forse è opportuno non mettere. Forse se tornassimo tutti cattolici,  magari non saremmo materia informe da plasmare come vogliono loro. O almeno avrebbero tanta difficoltà a farlo.

Il Pio 

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