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Le convergenze parallele.


 
Prendiamo un argomento che da decenni è fonte di accese discussioni, liti tremende dai vertici alla base dell'Italia. 
Ma anche di tutto il mondo Occidentale (Europa e USA poi stanno al top). E litigano pure i potenti tra di loro! L'argomento è l'aborto. Lasciamo stare ora la polemica del famoso referendum e chi erano quelli che lo hanno appoggiato e sostenuto strenuamente, tradendo i principi per cui erano stati eletti, questa è ormai è preistoria per noi e loro, però sono andati avanti nel medesimo modo ambiguo. Qui gli schieramenti sono due e sono sempre stati due. Fissi. Se sei nella truppa dei cristiani papalini dici che il feto è un essere vivente sin dal concepimento, un dono di Dio dunque, e che, per questo motivo, non lo si può uccidere crudelmente, nemmeno nelle prime settimane, nemmeno se ha malattie terribili, nemmeno se ci sono gravi motivi. Dall’altra parte ci sono anche le truppe di quelli che di Dio, del cristianesimo e della sua morale non gliene può fregare di meno, sono anticlericali, atei o forse pagani o semplicemente agnostici che comunque sostengono che il feto è un grumo di cellule e che il corpo è della donna e lei ha il diritto soggettivo di scegliere quello che vuole, per sè, per il suo bene, per il suo patrimonio e per la sua felicità. Questi due schieramenti sono inconciliabili (come potrebbe essere diversamente, dati i presupposti?). Non ci possono stare punti di unione o di compromesso: se si alza uno, l’altro lo fa immediatamente retrocedere in silenzio fino alla sedia da cui proveniva e se si alza l’altro, il primo lo fa immantinente indietreggiare a testa bassa verso le sue  originarie postazioni. E poi. Una legge a favore di uno farebbe scatenare la rivoluzione dell’altro, una legge a favore dell’altro sarebbe respinta con un’insurrezione. Non è semplice la faccenda. Anche qui “chi tocca i fili muore”. E nemmeno puoi stare sul dire e non dire... saresti un franco tiratore, nè da una parte, nè dall'altra. E’ anche vero che sull’argomento ci sono un bel po’ di interessi economici dietro che potrebbero portare il peso del dibattito più da una parte. Ma se rimaniamo fermi in questa diatriba e con questi argomenti inaccettabili per entrambi le controparti, non ci muoveremo mai dalle sabbie mobili. E io penso una cosa. Chi non vuole abortire la strada la conosce. A chi vuole abortire le si potrebbe proporre una alternativa, come uno scambio di prigionieri di guerra. Lo Stato infatti, potrebbe dire “Tu sei libera di fare quello che vuoi (tanto lo faresti lo stesso), noi ti proponiamo: fai nascere il bambino. Ti aiutiamo noi. Appena nato (se ancora non lo vuoi tenere) lo diamo subito in adozione alle famiglie che lo vogliono adottare in pochissimo tempo e non lo vedrai più come fosse morto davvero con effetto retroattivo. Se fai questo, cara mamma, avrai dallo Stato in cambio tot €, o la riduzione delle tasse, o qualche sconto, o qualcosa di utile,...”. A questo punto magari anche le famiglie adottive potrebbero contribuire insieme allo Stato a questa proposta. Considerate infatti che c’è una forte sproporzione fra domanda e offerta in materia di adozioni. Se ho ben letto, per ogni bambino dichiarato adottabile, ci sono circa 6,91 famiglie disponibili all'adozione (dunque 5,91 di famiglie dovranno aspettare il prossimo treno). Comunque è uno spreco di risorse. Potrebbe essere questa però, quella che Aldo Moro definiva una "convergenza parallela" quasi un'intesa pur nella situazione di due rette parallele. Ma non è legge che lo Stato debba  pensare a tutto e a fare tutto per i cittadini e questi siano autorizzati a rimanere seduti senza fare nulla, anche noi, come privati o in associazioni, potremmo seguire questa strada. Semmai dovessimo conoscere una madre che vuole abortire e non c'è santo che tenga, proviamo a dirle: "aspetta un attimo, forse riesco a trovare un buon Istituto dove lo possono tenere con affetto e bontà, come avresti fatto tu, fammi vedere quello che si può fare...  io ti sarò sempre vicino in questi momenti". Vai a sapere che magari vistasi voluta bene quella mamma non abortisca più oppure resta ferma senza desistere sul suo convincimento iniziale; però avremmo mezza possibilità di salvare il bambino e risparmiare un peccato alla mamma. Ecco facciamo i cattolici concreti, operiamo nella realtà in cui ogni giorno viviamo. 

Il Pio

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