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Muoio in prima linea a fianco di Gesù.


E’ una storia quasi del tutto sconosciuta. Per noi italiani, a cui hanno insegnato  fin da bambini che esistono nella storia solo alcune vicende e nessun'altra, i martiri—di conseguenza—sono solo quelli definiti tali dall’Intelligencija. Altro non c'è, evidentemente. Esistono tuttavia tantissimi martiri nel mondo, che vanno  ben oltre quello sparuto numero che sappiamo grazie a quelli lassù; peraltro sono numerosissimi quelli degli ultimi due secoli, tali spessissimo solo perché non volevano seguire il Potere o rinnegare la fede. Ma i martiri non sono solo una o due persone che muoiono in odium fidei, talvolta è un intero popolo che lotta per la fede (martiri spagnoli, martiri ugandesi, martiri messicani,...). Nel 1917 venne promulgata in Messico una nuova Costituzione, ispirata a principi assolutamente anticlericali, firmata dal presidente Don Venusiano Carranza. Da essa ebbe origine una fase di violenta persecuzione religiosa verso il popolo che non accettava nè voleva accettare di dimenticare quanto aveva di più caro nella vita, la fede. L’episcopato messicano espresse la sua contrarietà alla nuova legge fondamentale della nazione, provocando però in tal modo una forte reazione da parte governativa. Dal 1926 in avanti, sotto la presidenza di Don Plutarco Elìas Calles, la persecuzione si fece ancor più violenta con l’espulsione dei sacerdoti stranieri, la chiusura delle scuole private e di alcune opere benefiche. I laici messicani costituirono un’organizzazione denominata Lega in Difesa della Libertà Religiosa, che proclamò: “Deploriamo la guerra, ma la nostra dignità oltraggiata e la nostra fede perseguitata ci obbliga a correre per difenderci sullo stesso campo su cui si sviluppa l’attacco”. Poco contò questa posizione per il Governo. Il Governo ateo continuò imperterrito nella sua volontà di distruggere i fedeli e la chiesa e tutto quello che essa rappresentava in Messico. E così moltissimi sacerdoti furono fucilati e impiccati solo perché erano rimasti tali. Il popolo allora non poté resistere più a quelle vessazioni, a quelle angherie e a quelle privazioni religiose, né a quelle tremende violenze poliziesche che le rigide leggi anticattoliche comportavano, e decise di difendere la propria fede e la propria libertà religiosa, per mezzo delle armi. Cominciarono a scoppiare sparse qua e là, diverse rivolte che poi si ingigantirono. Così ebbe inizio la guerra civile, meglio conosciuta come il “movimiento cristero”. La Chiesa di Roma non era d’accordo per la rivolta armata e quella messicana non si pronunciò apertamente. Molti sacerdoti preferirono  stare col popolo e prodigarsi nella cura delle anime del gregge loro affidato, seguendo i cristeros laddove si erano nascosti, pur essendo ben consci di rischiare la vita. Altri presero parte persino ai combattimenti. Ci fu un sacerdote, poi dichiarato beato dalla Chiesa, padre Augustin Pro (nella foto sopra). Lui con travestimenti e furbizie eccezionali, passando spesso sotto il naso dei militari armati in cerca di lui, sovente facendosi fotografare vicino a loro con il sorriso in faccia, travisato ad esempio da operaio, riusciva a portare i sacramenti ai Cristeros. Fu catturato e fucilato, morì col rosario stretto in mano al grido “Viva Cristo Rey!” e con le braccia aperte come fosse crocifisso, a testimonianza di tutti. Combatterono per la salvezza della Fede, della Chiesa e del Messico anche moltissime donne le quali in molti casi, portavano nascoste sotto i vestiti armi, munizioni e cibarie destinate ai combattenti cristiani che stavano alla macchia, con il rischio che potete immaginare qualora l'avessero scoperte. Combatterono anche i ragazzini come il beato Josè Sanchez del Rio che fu catturato durante un combattimento portato in carcere. Qui gli furono spellati i piedi e portato a piedi nudi al patibolo, e siccome si ostinava a non abiurare la fede e continuava a dire “Viva Cristo Rey!”, fu ammazzato: aveva solo 15 anni. Prima di morire scrisse alla mamma una lettera commovente, ma che fa comprendere bene il coraggio di un cristiano anche se così giovane: «Mia cara mamma sono stato fatto prigioniero in combattimento oggi. Credo di stare per morire, ma non importa, mamma. Rassegnati alla volontà di Dio. Io muoio molto contento, perché muoio in prima linea, a fianco di Nostro Signore. Non affliggerti per la mia morte, questo mi dispiace: piuttosto, di’ agli altri miei fratelli che seguano l’esempio del più piccolo e tu fa’ la volontà di Dio. Abbi coraggio e mandami la tua benedizione insieme a quella di mio padre. Salutami tutti per l’ultima volta e tu ricevi per ultimo il cuore di tuo figlio che ti vuole tanto bene e che desiderava vederti prima di morire. José Sánchez del Río». Questo dei Cristeros fu un movimento soprattutto di popolo che cercò sempre l’appoggio di sacerdoti per le messe e i sacramenti senza i quali non volevano andare avanti; e poi dicevano il rosario, pregavano tutti insieme. D’altra parte quella dello Stato canaglia fu una vera e propria guerra e questa dei Cristeros fu una vera e propria legittima difesa; quelli volevano distruggere la Chiesa e la chiesa si è armata non potendo fare diversamente, dopo averle provate tutte per le vie buone, senza successo. Non a caso 25 martiri che furono canonizzati il 21 maggio 2000 da Papa Giovanni Paolo II. Altri 14 vittime della medesima persecuzione sono state beatificate tra il 1988 ed il 2005. Infine per altri 7 Servi di Dio è ancora in corso il processo per il riconoscimento del loro martirio. Pensate che l'immagine del messicano pigro, indolente che dorme sotto il sombrero, pare che sia nata dopo questa vicenda, eppure non mi sono sembrati pigri. Quella dei Cristeros è una storia straordinaria, che io qui ho sintetizzato malamente e soprattutto, indegnamente. Andatevela però a leggere, non vi farà male. Forse avere oggi qualcuno che abbia il sangue e la fede che avevano i Cristeros (e ovviamente, non dico di andare in giro a ammazzare i soldati) ci farà solo bene.

Il Pio




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