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2022 - 1977 = 45 anni!


Imporre un linguaggio unico al popolo, significa—sostanzialmente—imporre dall’alto un’ideologia unica per tutti (bianchi, neri, gialli, rossi…). Ci dicono che è una questione di rispetto delle minoranze, e questo è quello che crediamo fermamente, ma di fatto è, appunto, imporre dall’alto un’ideologia unica per tutti, e ultimamente un pensiero unico (anche se il pensiero per sua natura è sempre segreto e personale, non può essere unico, il mondo è stato bello infatti fino a adesso perché ci sono state tantissime variazioni sul tema e quando tutti pensano e soprattutto agiscono nello stesso modo, bisogna fare attenzione perchè arriveranno prima o poi i dolori). Evidentemente: chi canta fuori dal coro sia anatema, esiliato, ostracizzato. Solo pochi anni fa non era così. Tutto era più colorato, nel bene o nel male e l'Italiano si scandalizzava raramente e solo per questioni gravi. Il compianto e ottimo Lucio Dalla nel 1977, in una canzone dal titolo assai originale, diceva “ma l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”. Tanto per capirci, oggi, non avrebbe mai potuto scrivere quella frase, se voleva continuare ancora a fare il cantante, pubblicare dischi, fare concerti, andare in TV e passare in Radio. Quella frase avrebbe di fatto sollevato l’indignazione di tutti i nostri contemporanei, avrebbe creato un polverone eccezionale. Il cantautore bolognese sarebbe stato insultato per settimane da tutti: “chi stabilisce cos’è la normalità?” e “chi sei tu per dire chi è normale e chi no?” e “quelli che non sono normali devono dunque essere disprezzati?” e “io non sono normale, non posso sentire la tua canzone?” e "bella la vostra normalità" e “tutti vanno rispettati” fino a arrivare al prezzemolo che come noto, oggi si mette dappertutto, in ogni occasione “la Costituzione cita…, la Costituzione garantisce..., la Costituzione tutela...”; e poi, una volta calato il polverone, il cantante avrebbe dovuto chiedere mille scuse a tutte le categorie sociali per giorni e giorni; il suo terribile J’accuse sarebbe passato al microscopio molecolare in molti salotti televisivi per mesi e sottoposto ogni volta ai giudizi di tutti i saggi e politici della terra. Nel 1977 invece nessuno badò a questa particolare frase o la considerò pericolosa per la collettività o per gli ideali allora in voga (il testo della canzone, tra l’altro, non era una vera e propria poesia d’amore da Dolce Stil Nuovo). Era appunto normale. Io nel 1977 c’ero e stavo pure in una radio piccolina, da cui di sovente mandavo questa canzone, spesso richiesta anche dagli ascoltatori. E quelli, come sapete, erano i famosi anni della contestazione sessantottina. Sono passati quasi 45 anni da quella canzone e il mondo ha preso un’altra direzione, c'è un’altra mentalità, piuttosto grigia però che per tutti va in un sol senso e su una strada che nessuno sa dove finisce, (tranne quelli che ci stanno obbligando a seguirla per forza). Forse è il caso di stare molto attenti in generale e di fare i cristiani al 100% in via particolare.


Il Pio

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