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«Con le budella dell'ultimo prete, impiccheremo il papa re»




«Per secoli la Chiesa è stata il tentativo di controllare le coscienze». A occhio e croce potrebbe essere facilmente una frase di Karl Marx (quello della “religione come l’oppio dei popoli”) o di Pierre Joseph Proudhon (quello per cui la “teologia è la scienza dell'infinitamente assurdo”) oppure—perché no?—di Stalin (quello per cui la “Chiesa è la forza più pericolosa”). Potrebbe anche essere stata pronunciata da Giuseppe Garibaldi (quello per cui il papa Pio IX era “un metro cubo di letame” ). Oppure da Friedrich Nietzsche (per cui la “Chiesa è una specie – e la più bugiarda di tutte – di Stato”).Forse sarà stata pronunciata da quell’Anonimo che scrisse, tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, la canzone “Bruceremo le chiese” con questa particolare frase: «con le budella dell'ultimo prete impiccheremo il papa re», quasi un inno degli antipapisti. No, purtroppo niente di tutto questo. L’autore di quella frase non è tra i comunisti, non è tra i massoni, non è tra gli anticlericali, non è tra gli antipapisti. (Purtroppo). Quella è una frase detta, seriamente e convintamente, da un sacerdote durante l’omelia di una Santa Messa di un giorno feriale, avanti a numerose persone (fra cui il sottoscritto), terminata dopo 53 minuti, con l’applauso finale. Per essere ancora più preciso, questi dopo aver detto, all’inizio della celebrazione, «Dio onnipotente “ha” misericordia di noi, “perdona” i nostri peccati e ci “conduce” alla vita eterna», (con l’indicativo e non col congiuntivo, come è scritto sul Messale, come se potesse—lui—sapere e garantire quello che dovrà fare Nostro Signore) e dopo aver letto il Vangelo aggiungendo anche parole sue, ha pronunciato quella frase. Quello che ho scritto è solo cronaca, ma senza giudizi sulla persona che di sicuro è un ottimo sacerdote e porterà al Signore tantissime anime, contrariamente a me che spero, al termine della vita, di meritare almeno la sufficienza per andare in Purgatorio, magari ripreso al volo un secondo prima che si chiudano le porte, per rimanere là miliardi di anni... Io come sempre mi fermo solo all’aspetto formale. E così, da formalista, so che frasi del genere entrano nella testa delle persone e gli si ficcano nel cervello come un tarlo e se uno non ha una fede forte, esse possono suggerire pericolosi dubbi (che poi diventano certezze, se non sciolti a breve). E laddove c’è un dubbio, facilmente Satana si insinua e con abili parole (lui ha una dialettica eccezionale e irresistibile) ci persuade a fare quello che non dovremmo fare. Dopo la cosa diventa davvero pericolosa per la nostra anima. Tornando a noi. Mi sembra che ora non siano più soltanto i comunisti, i massoni, gli anticlericali, gli antipapisti a voler distruggere la Chiesa dall’esterno (i quali—comunque—ancora oggi fanno un ottimo lavoro, ottenendo peraltro buoni risultati, sempre ammesso poi che tutti costoro stiano davvero ancora all’esterno di Essa). Ma la distruzione arriva in buona parte dall’interno della Chiesa. Però mentre i comunisti, massoni, anticlericali, antipapisti, da secoli sono apertamente e dichiaratamente nemici della Chiesa. Gli altri no e sono quelli che invece dovrebbero dare la loro vita per Essa e per le anime del popolo di Dio. Stiamo attenti. Seguiamo solo i buoni pastori, questi li distinguiamo perché loro riescono a farsi ascoltare da noi e noi li riusciamo a capire e il nostro cuore batte alle loro parole e poi loro passano sempre per la porta giusta, quella cioè che è stata sempre la stessa da due mila anni. Le cui chiavi le ha sempre san Pietro. E infine ricordiamoci sempre: “non praevalebunt”. Non praevalebunt”.

Il Pio

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