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«Mamma, ma che vado a fare domani?»


Parlo di un fatto accadutomi agli inizi degli anni ’70 del secolo sorso. Avevo una manciata di anni. La comunione l’avevo fatta pochi anni prima e la catechista ci aveva dato diverse preghiere da mandare a memoria, oltre a farci capire bene cosa avremmo fatto di lì a poco. Ero ora pronto per ricevere la Cresima (almeno per l’età anagrafica). Ricordo che siamo agli inizi degli anni ’70 dunque in piena era del Concilio Vaticano II e della rivoluzione del ’68. Mia madre allora mi iscrisse in parrocchia per poter seguire il relativo Catechismo: "si comincia domenica dopo la messa delle ore 9.00, puntuali mi raccomando". Inizio dunque a frequentare, come mio solito, con la massima puntualità e assiduità e sempre col mio quadernino per gli appunti, ma ogni domenica sento solo discorsi giovanili (giovanilistici): “oggi parliamo dei problemi dello sport”, “oggi parliamo della libertà”, “oggi parliamo dei diritti delle donne”, “oggi parliamo della …”. Io alla fine di ogni incontro tornavo a casa con un punto interrogativo sopra la testa e mi dicevo sempre: “da domenica prossima sicuramente inizieranno col Catechismo vero”. Ma dopo un numero considerevole riunioni con “oggi parliamo di” e dovendo da qui desumere che lì non si sarebbe mai parlato di Catechismo vero, per lo meno come me lo aspettavo io, dissi a mia madre se mi faceva andare in un’altra parrocchia perchè: “qui non sto imparando proprio niente”.Mia madre lo sapeva che suo figlio parlava solo in casi di emergenza, osservava a fondo le cose e soprattutto non era un discolo e se le diceva in quel modo,voleva dire che la situazione era davvero di una gravità straordinaria. Mi iscrisse così in un’altra parrocchia. E così inizio a andare alle nuove lezioni con una certa speranza. Ma anche qui “oggi parliamo di…”, “oggi parliamo de…” in più però c’erano anche le diapositive. Mai una nozione di Catechismo. Mai una preghiera. Non potevo più andare in un’altra parrocchia. Siamo allora arrivati al giorno prima della Cresima. Ci dicono che domani ci sarà il Vescovo (ma chi è il Vescovo?) e per ricevere la Cresima ci dovevamo inginocchiare. Torno a casa sempre col punto interrogativo sopra la testa. Prima di cena chiedo a mia madre «Mamma, ma io che vado a fare domani?». Mia madre è tutto meno che una teologa, ma nella sua memoria affiorò immediatamente un ricordo lucido del Catechismo di San Pio X (che ai tempi suoi le avevano fatto studiare) e mentre apparecchiava la tavola, mi dice “con la Cresima diventi Soldato di Cristo”. Non so perché, ma fui contento di quella risposta chiarissima, fu come se mi si fosse aperta finalmente una finestra che mi faceva vedere il panorama. Di tutti gli “oggi parliamo di…” non è rimasto nulla nè nel mio cuore, né nel mio cervello, quella frase la tengo ancora nel cervello e nel cuore e tante volte mi ha anche sostenuto. Così quella domenica mi metto in fila per ricevere il sacramento con maggiore contezza e contentezza. Quel giorno il Vescovo c'era, ma non ci si doveva inginocchiare più.

Il Pio

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