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Io convivo!



Oggi tantissime persone convivono e non vogliono sentir parlare di matrimoni, né civili, né tantomeno religiosi. Non è un giudizio sulle persone, il mio, ognuno fa quello che vuole e nessuno deve giudicare dalle apparenze. Vorrei invece capire perché fino pochi anni fa, un’altissima percentuale di italiani si sposava in Chiesa, una minoranza in Comune e pochissimi convivevano subito senza fare niente di “formale”. E questo si è fatto praticamente sempre. Penso che i motivi di questo cambiamento epocale siano pochi alla fine e le colpe però cadono quasi tutte sopra le spalle di noi cattolici. Vediamoli. 1) Nessuno ha più detto in giro che il matrimonio è un sacramento, attraverso il quale si potrebbe anche diventare santi e andare così in Paradiso (buttala via come ipotesi!). 2) Le famiglie non testimoniano più, oggi la bellezza e la positività di un matrimonio cristiano perché  hanno obliterato tutto da tempo. 3) Nessuno ha più allevato le nuove generazioni alla responsabilità, a seguire una strada buona, al dover lavorare per ottenere qualsiasi bene, a un rapporto umano profondo e proficuo con le persone, senza sfruttarsi l’un l’altro, anche tra i pochi “alti” e i tanti “bassi” che la vita ci mette davanti. 4) Le vecchie generazioni non hanno trasmesso nulla di quello che avevano visto e vissuto da giovani che poi è da sempre la tradizione cristiana, ma si sono subito allineati e coperti a quello che urlavano le nuove generazioni e dietro loro il Potere cattivo, senza mai tornare indietro, visto la catastrofe che si era creata in quel modo. 5) Le vecchie generazioni hanno buttato nell’immondizia indifferenziata (!) la corona del rosario, da recitarsi la sera tutti insieme in famiglia, per poter vedere in vece il Festival o le altre trasmissioni allo stesso livello… E così di fronte a questo scenario da guerra totale, di fronte alle irriconoscibili macerie del passato remoto, disdegnate anche dalle stesse vecchie generazioni e da molti sacerdoti, i giovani probabilmente hanno pensato: «ma chi ce lo fa fare a diventare come i nostri vecchi? Ad assomigliare a loro? A prenderli come riferimento e guida? Con quelle facce tristi, aridi, vili, senza ideali, ridicolmente giovanilisti, senza onore e senza punti di riferimento, sempre soli o con amicizie al più,  superficiali, che ci hanno educato al vuoto eterno, al “tutto si può fare, paga babbo”, difesi a oltranza anche nel torto supremo,…». Sapete una cosa? Io gli do proprio ragione; se i presupposti sono davvero questi, hanno ragione i giovani a convivere e a fare altro. E i presupposti sono proprio questi, purtroppo. Il brutto è che noi che facciamo parte di diritto delle vecchie generazioni, dovremo un giorno comparire di fronte al tribunale di Dio e dover esporre a nostra difesa i motivi del perché abbiamo agito così pur essendoci stato insegnato e fatto vedere altro. In quel tribunale non vale la regola “ma così facevano tutti”, perché Dio non giudica tutti, tutti insieme, ma singolarmente uno alla volta, come si dice, Lui sa contare solo sino a uno. E dopo l’udienza dibattimentale ci si aprirà una delle tre Porte finali: Inferno, Purgatorio, Paradiso.

Il Pio


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