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Bianchetto & omissis.


Da ragazzo andavo alla messa delle 11.30 in parrocchia, quella celebrata dal parroco. Era sempre piena, la gente stava in piedi ai lati e in fondo, cioè se non arrivavi almeno dieci minuti prima era sicuro che stavi in piedi. Ho partecipato a quella messa per molti anni, ma poi il matrimonio ed altre vicende mi hanno fatto andare altrove. Ci sono tornato recentemente e ho notato un numero considerevole di banchi vuoti e nessuno in piedi. Vuota a metà o, se preferite, piena a metà. I conti si fanno subito: sono morti tutti i vecchi del mio tempo e nessuno però è entrato. Come dire non c'è stato il ricambio generazionale. E come se nel libro glorioso della storia millenaria della Chiesa dal 1960 ai giorni nostri si fossero usati omissis, bianchetti, asportazione di documenti come per significare che questo periodo è vuoto, ateo e non deve avere nulla, solo pagine bianche; così c'è un buco e non sappiamo nulla; questo non può che significare che chi doveva tramandare alle nuove generazioni la fede, non lo ha fatto, tramandando invece surrogati di scarsa qualità (visti gli effetti). La nostra fede è Apostolica cioè è un passare quello che dicevano gli apostoli di Gesù, di generazione in generazione e si fonda sulla tradizione. Le persone che ogni tanto sento, non sanno nulla in materia di fede, ma proprio nulla, anche su questioni elementari. E non è colpa loro. Io, come sapete, ho tre lettori che in gran parte sentono la fede come la sento io. È un momento questo molto brutto. La missione non è solo in Africa o in Asia. La missione è qui, sopra la tomba di Pietro da dove è partito tutto, ma anche dove la fede oggi è stata seppellita come fosse il reattore nucleare di Chernobyl.

Il Pio. 

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