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Un cuore sindacalizzato


Parliamo oggi degli anni ottanta. Ero in coda all'ufficio postale. Tipica fila da esodo biblico. Lenta. Manca solo una persona davanti a me. Leggo il cartello "dalle ore 8.30 alle 12.00". Ansia: mi scadeva un pagamento importante proprio quel giorno. Mancavano 10 minuti a mezzogiorno e mi sono detto "è fatta, last minute, ma è fatta". Arrivo sulla linea del fronte che mancavano sei minuti.  A quel punto l'impiegato mi chiude lo sportello praticamente in faccia. Protesto vivamente: "mancano sei minuti, anche il vostro orologio dice così". "Ma io devo chiudere, devo mettere a posto, che ne sa lei di quanto lavoriamo, mica posso rimetterci io" mi rispose spocchioso. Non c'è stato verso. La prima cosa che ho pensato la potete intuire facilmente. La seconda che mi sono detto è: ma come si fa a lavorare e soprattutto, a vivere con un cuore di tal fatta, un cuore sindacalizzato. Perché se uno lavora così, vive anche così, col marito, coi figli, con gli amici e i vicini di casa. Come il medico o l'infermiera che tra la sofferenza del suo ammalato e l'orario sindacale privilegiano il secondo. A proposito. Mi hanno raccontato un episodio avvenuto in un ospedale italiano: una vecchietta che stava qui ricoverata, ha avuto l'ardire di ammalarsi gravemente proprio durante il cambio di turno dei medici e così uno ha detto che aveva finito e di non scocciare perché aveva da fare, l'altro ha detto che doveva prendere il caffè prima di iniziare e di non rompere, fatto sta che la vecchietta è morta e pure con sofferenza. Un uomo così è arido, vuoto e soprattutto sterile. E torno sempre sullo stesso punto: solo se uno ha nel cuore Gesù può essere lieto anche in guerra con un pensiero per tutti quelli che gli stanno intorno. Certo uno non deve essere al lavoro come Stachanov, però nemmeno un animale coi concittadini. Poi sarà il cuore buono a decidere caso per caso. E io grazie a quell'impiegato statale degli anni ottanta,  vicino ai cittadini, ho dovuto pagare la mora e perdere tempo per rifare tutta la pratica. Ma non fa niente, la vita va accettata in tutte le sue minime parti. Giorno per giorno. 

Il Pio 

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