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Tempi moderni

 


La canzone intitolata The Times They Are a-Changin' cioè I tempi stanno cambiando, la cantava Bob Dylan nel 1964 con chitarra e armonica (mi piaceva tantissimo). Il famoso’68 infatti, era ormai prossimo, giungeva a passi da gigante e tutti, ma proprio tutti (persino molti padri di famiglia e tanti sacerdoti e vescovi) erano straconvinti (non solamente convinti) che tutto sarebbe cambiato in bene e sarebbe finalmente giunto un Mondo Nuovo, fondato sull’amore, sulla fratellanza, sulla pace, sulla libertà e sulla concordia, senza guerre, senza famiglie patriarcali e, naturalmente, senza il Dio "cattivo" dei cristiani; l’avere i capelli lunghi era l’adesione tacita a questi tempi nuovi. In effetti i tempi che cantava Bob Dylan davvero cambiarono e poi tanto, ma alla fine, non in quel senso che speravano tutti (non a caso da questi a giungere al terrorismo armato rosso e nero e alla strategia del terrore è stato un attimo; questo potrebbe farci pensare un po’ a cosa succede quando facciamo i conti solo sulle ideologie—generate poi da chi?—stando fuori dalla realtà e soprattutto senza contare su Dio). Conosciamo bene anche i nostri Tempi moderni (prendendo un attimo in prestito il titolo di un bellissimo capolavoro di Charlie Chaplin del 1936). Anche Charlot in quegli anni viveva tempi nuovi: il bravissimo attore infatti, nel film citato era un povero lavoratore impiegato in un’azienda che fa estremamente fatica ad adattarsi all'avanzamento tecnologico impostogli in quel periodo, finendo addirittura in manicomio e anche in prigione. L'avanzamento tecnologico che nacque in quei tempi che a quel tempo erano moderni (nel 1936) erano talmente moderni che l'uomo era considerato poco più di una parte di una macchina industriale, ancor meno di uno schiavo. Anche ora i tempi stanno cambiando e sono pur sempre moderni per noi contemporanei. Oggi però non ci sono speranze, non ci sono nemmeno illusioni e nessuno se ne fa. Il rischio per noi è di essere venduti all’alta finanza, di vivere solo per l’interesse della banche potenti o delle industrie farmaceutiche o delle lobby spregevoli e spregiudicate. Siamo governati da biechi comandanti, che fanno a pezzi uno Stato stupendo come il nostro. E siamo considerati ancor meno di quelli del 1936: meno di una macchina industriale. Abbiamo politici davvero vergognosi e imbecilli, soprattutto pericolosi perché non hanno la minima considerazione del popolo. Per i nostri tempi moderni mi viene alla mente una canzone che cantava Edoardo Bennato nel 1976 (dunque di altri  tempi) intitolata Eaa; è la storia di un pullman che corre verso il burrone a altissima velocità, mentre tutti i passeggeri cantano e nessuno si accorge di quello che sta per accadere, tranne uno che chiede spiegazioni al conducente. Questi risponde che si sono rotti i freni, ma che farà di tutto per fare il suo dovere. Rincuorato da questa frase, il passeggero si gira un attimo e nel frattempo, il conducente si catapulta fuori e abbandona a se stessi tutti che però continuano a cantare. Il passeggero diligente pensa anche lui di catapultarsi fuori. La canzone non ci dice come finirà la corsa del pullman o dentro al burrone oppure sulla strada grazie a un intervento miracoloso di Dio. Questa canzone del ’76 è attualissima anche in questi tempi attuali e moderni. Conclusioni: abbiamo tolto Dio nel 1936 ed è andata male, abbiamo tolto Dio nel 1964 ed è andata male, abbiamo tolto Dio nel 2000 (che da decenni si immaginava—inspiegabilmente—come un secolo carico di belle novità) ed è andata male. Lo abbiamo tolto anche nel 2024 (nei nostri tempi moderni) e ora non solo è andata male, ma è peggio che andar di notte: stiamo vedendo i sorci sempre più verdi, più grossi e numerosi. Forse è proprio opportuno armarsi del coraggio della fede in Gesù perché solo se il popolo torna cristiano, anche se è tremendamente schiacciato dalla tirannia, dalla tecnologia e dalla sanitalogia, potremmo essere tutti lieti e soprattutto con una coscienza e un'Ideale inattaccabili. Forti e vivi anche se ci ammazzano (parafrasando Guareschi). Sicuramente non degli schiavi. In verità io in tutta la vita non ho mai visto tempi moderni così tristi, così disperati, così cattivi, così bui... così satanici. Stiamo all'erta. Prendendo per finire, una frase dal film Scipione detto anche l'Africano (Luigi Magni, 1971) a cui Giove dice "la vita è fatta di tanti momenti brutti, ma sta sicuro, deve ancora arrivare il momento peggio". Ma lui parlava con Giove, noi abbiamo molto di più dalla parte nostra. 

Il Pio

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