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Ammazza che fauci!

 


Si sente sempre più spesso, soprattutto nei social, frasi tipo “X non sarà il mio presidente”, “ci dobbiamo far sentire”, "le cose debbono cambiare", “è ora di urlare”, oppure “non vi lamentate se avete votato i ladri”, “è colpa vostra”, eccetera. Partiamo dal discorso del votare i ladri. In teoria dovrebbero essere quelli lassù a non mettere i ladri nelle loro liste: se nelle liste di ogni partito troviamo, ovviamente a insaputa della maggioranza degli elettori che non sempre può conoscere le vicende personali dei candidati, una buona parte di truffatori, pedofili, ladri, prostitute, voltagabbana, assassini, mafiosi, papponi, faccendieri, parassiti, bancarottieri e farabutti che dobbiamo fare? Che possiamo fare, noi? O non andiamo a votare, ma poi ci si accusa di lasciare la poltrona ai nemici della Patria, o andiamo a votare, mettendo però un nome a caso, sperando con tutto il cuore, di beccare proprio quello meno ladro di tutti e che questi poi, rubi un po’ di meno e qualcosa possa lasciare anche al popolo. Su questo però non possiamo fare nulla: non è il popolo infatti che deve saper votare bene, ma devono essere loro a candidare solo gente corretta e brava (e ancora ce n'è tanta) (almeno quella che non si mangi tutto: altrimenti possiamo solo dire simpaticamente ogni volta “ammazza che fauci hanno questi!”). “Perché non ti candidi tu, allora” e bravo il sapientone, ma, prima di tutto, mi fanno entrare, quelli? Mi fanno poi arrivare lassù? Poi i colleghi di partito non mi sbraneranno appena dovessero solo temere che io li possa superare? E quanto tempo potrei campare con i miei Ideali in quel maledetto mondo di compromessi, cattiverie, tradimenti, apparenze, inganni, liti, cambi di casacca, avido di potere e soldi? Un minuto. Forse. Su questo argomento però, mi infastidiscono più che quei pozzi senza fondo, proprio i cittadini normali che pensano che il loro carisma divino sia quello di fare i moralisti e i moralizzatori del popolo, come fossero i guru della saggezza, come se loro non ne facessero parte, ma senza spiegare come fare per farsi (almeno) sentire da quelli che si trovano in alto, oltre questo maledetto muro impenetrabile difeso da numerosi Guardiani della rivoluzione. Vi racconto un fatto che mi è capitato diversi anni fa. Allora era Ministro della Istruzione uno famoso della sinistra e, come di solito fanno costoro, aveva realizzato un Disegno di legge sulla riforma scolastica che era una vera tragedia: lacrime e sangue, per minimizzare l'argomento. Sarebbe stato un disastro educativo. Insieme a numerose associazioni educative italiane allora, avevamo organizzato una fiera e pacifica opposizione popolare, con i incontri, manifestazioni pacifiche, avevamo coinvolto tutti i conoscenti, fatto scrivere articoli sui giornali, spiegato a tutti soprattutto la assurdità e i pericoli della Riforma. Come punta di diamante della protesta pacifica avevamo inviato al Ministero via fax (allora non usavano le mail) migliaia di lettere firmate chiedendo con motivi fondati che venisse cancellato quel DDL. Caso volle che quel Ministro dell’Istruzione un giorno venne nel comune dove abito (c’era la campagna elettorale per il nuovo sindaco e questi lo aveva invitato). L’aula era piena zeppa di gente dello stesso orientamento del Ministro e ci siamo presentati anche noi, anche in un discreto numero (ovviamente siamo stati messi democraticamente da parte e fatti parlare solo alla fine dell’incontro di fretta ricevendo solo risposte sommarie e sintetiche). Uno dei nostri (il più polemico) disse al Ministro “si è accorto che le abbiamo inviato migliaia di fax firmati da cittadini italiani, per cancellare la riforma?”. Il Ministro indifferente rispose “ah, siete stati voi a intasare il fax del ministero? Comunque mi fa molto piacere che i giovani apprezzano la mia riforma”. Ecco: questo è un politico. Per finire la storia, la riforma non è passata, ma solo perché è caduto quel Governo e quel Ministro non è stato poi rieletto. Invece il nostro sindaco è stato rieletto. 


Il Pio

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